W.A.Mozart. Le prime 6 sonate per pianoforte. Introduzione
a cura del Maestro Gianluca Di Donato
Il gruppo delle prime sei sonate mozartiane è stato presumibilmente composto a Monaco di Baviera da gennaio a marzo 1775. Mozart stesso le chiamava “Le sei sonate difficili” e le suonò diverse volte durante il suo tour ad Augusta, Mannheim e Parigi (1777/78). La data di questi prime sonate per pianoforte composte quindi da Mozart a 19 anni spiega perché siamo già di fronte a capolavori sorprendenti. Non solo la sequenza delle tonalità di base (do maggiore, fa maggiore, si bemolle maggiore, mi bemolle maggiore, sol maggiore e re maggiore) delle sei sonate, ma anche un aumento notevole del virtuosismo dalla relativa semplicità pianistica della sonata in do maggiore alla sesta sonata piuttosto difficile, il Dürnitz-Sonatae, dà l’impressione che Mozart potesse aver intenzione di pubblicare come un vero e proprio ciclo le sei sonate. In ogni caso, solo l’ultima sonata del ciclo fu stampata durante la vita di Mozart. Una delle caratteristiche più evidenti di queste sonate è l’abbondante uso di segni dinamici, cosa che fa capire che Mozart avesse a disposizione non un clavicembalo bensì un fortepiano, con tutti i limiti che lo strumento poteva avere.
K.279
La prima delle sei sonate bavaresi è in do maggiore nei tempi Allegro-Andante-Allegro. Di carattere improvvisativo, è molto interessante l’uso della dinamica in tutti e tre i movimenti che sta a indicare la chiara destinazione per fortepiano, strumento che Mozart ebbe a disposizione. Tutti e tre i movimenti sono in forma sonata. Fin da questa sonata si evidenziano alcune caratteristiche compositive mozartiane come l’uso di un elemento tematico nuovo immediatamente dopo l’esposizione di ognuno dei due temi fondamentali. Estremamente interessante l’accompagnamento in terzine alla mano sinistra del secondo movimento, Andante, che conferisce al brano un carattere cullante e sembra anticipare, sebbene con contenuti diversi, il secondo tempo, sempre in fa maggiore, del Concerto per pianoforte e orchestra K. 467. Molto evidente, soprattutto nel finale, l’influsso dello stile di Haydn, che l’anno prima aveva composto le 6 Kurzböck-Sonaten.
K.280
Sulla scia della precedente sonata anche questa in fa maggiore nei tempi Allegro, Adagio-Presto risente dello spirito haydniano. Molto importante l’elemento cromatico che nel primo tempo non avrà però quelle caratteristiche così drammatiche, tipiche del topos, e che nel secondo tempo invece rivestirà in maniera preponderante.
Il secondo movimento di questa Sonata, Adagio, è in fa minore e in ritmo siciliano. Si tratta di una delle più belle creazioni del ciclo. Vi è una certa affinità con il movimento lento siciliano nella stessa tonalità nella sonata Hob XVI/23, in fa maggiore di Haydn. In entrambi i pezzi, il carattere lamentoso del siciliano risolve in una dolce melodia in la bemolle maggiore con un accompagnamento delicatissimo in semicrome. Anche in questo caso è possibile notare una certa affinità con un altro capolavoro concertistico mozartiano e più precisamente con il movimento lento del Concerto per la maggiore K. 488, che pure è segnato Adagio invece di Andante, una delle sue più sublimi creazioni. Il breve finale della Sonata, un Presto in 3/8, riprende lo stato d’animo gioioso di apertura. È, anche in questo caso evidente il carattere haydniano, soprattutto nel contrasto tra le due sezioni.
K.281
La più estesa ed interessante delle prime cinque sonate è in tre movimenti che si caratterizzano ognuno per motivi precisi ad iniziare dallo sviluppo del primo tempo, il più importante finora composto da Mozart in tale genere, oltre che da una serie di pause di carattere fortemente teatrale. Particolare è anche l’indicazione Andante amoroso del secondo movimento che rappresenta una vera e propria aria d’opera, con momenti di duetto in forma bipartita. Il finale risulta essere il movimento più interessante, in forma di rondò-sonata ha un carattere marcatamente teatrale dall’inizio, tonalmente ambiguo, fino alla chiusura, dove le acciaccature caratterizzanti, chiudono il movimento con un vero colpo di teatro giocoso.
K.282
Nei tempi Adagio- Minuetto- Allegro è sicuramente la più atipica delle prime cinque sonate, a cominciare dal primo tempo che non è il tradizionale allegro bensì un adagio di enorme bellezza melodica e armonica a cui seguono due minuetti quasi a recuperare gli stilemi della suite barocca per concludersi con un finale concentrato e brillante in forma sonata.
K.283
La quinta in sol maggiore nei tempi Allegro-Andante-Presto è la più pianistica e tradizionale di tutte le prime cinque sonate. Tutto è in funzione di una scrittura pianistica essenziale dove la semplicità degli elementi tematici, soprattutto nel primo movimento, si evidenzia con la necessità di svilupparli nella loro scrittura all’interno della loro stessa esposizione. Più articolato il secondo movimento dove comunque il procedimento di ampliamento, presente nel primo tempo, del materiale tematico viene proposto ancora una volta. Brioso e virtuosistico il finale, Presto, che alla fine, vede un tipico scherzo mozartiano: dove la parola Coda invece di preparare un’elaborata chiusura è costituita da due soli accordi conclusivi
Gianluca Di Donato
Gianluca Di Donato è nato ad Avellino nel 1972. Comincia a suonare all’età di cinque anni intraprendendo lo studio del pianoforte ad 11 presso il Conservatorio Cimarosa di Avellino, dove si è diplomato con il massimo dei voti. Intraprende la carriera concertistica in occasione del suo debutto al Festival Pianistico Internazionale di Amalfi del 1991 durante il quale riceve la targa Mozart quale più giovane pianista presente nella storia del Festival.
Ha tenuto concerti per alcune tra le più grandi società da concerto italiane. Ha suonato per il Teatro San Carlo di Napoli, il Festival Internazionale di Amalfi e Ravello. Ha studiato con Aldo Ciccolini con il quale si è perfezionato presso l’Accademia “Colucci” di Fasano ha seguito Masterclass con Andràs Schiff, Petruschansky, Bermann, Rattalino, Gianna Valente e Noretta Conci Leech. Nel1998 ha vinto una borsa di studio presso l’Accademia Pucciniana di Isernia che lo ha portato, tra l’altro, anche in Germania ed Austria dove ha eseguito il 2° Concerto di Brahms. Sempre lo stesso anno è stato invitato all’Auditorium Kaufmann e a tenere una serie di seminari presso l’Ecole Europeenne.
Ha suonato sia in recital sia in formazioni cameristiche che con orchestra, Filarmonica Marchigiana, Orchestra di Stato di Sofia,Orchestra di Minsk, i Wiener Kammerorchester, Orchestra da Camera della Bielorussia, l’Orchestra da Camera della Campania e del Teatro Cilea di Reggio Calabria” ha tenuto lezioni e conferenze su Schubert, Beethoven, Brahms e sulla storia della letteratura pianistica tedesca nell’Ottocento. Nel 2006 in occasione del duecento cinquantesimo della nascita di Mozart ha eseguito e diretto gli ultimi 10 concerti per pianoforte con l’orchestra sinfonica di Minsk.
Nel maggio 2008 ha debutto presso il Gasteig di Monaco di Baviera con l’esecuzione del terzo concerto per pianoforte ed orchestra di Beethoven. Nell’ottobre 2011 ha debuttato al Musikvereine di Vienna con il primo concerto di Brahms op.15. Collabora con artisti del calibro di Luigi Piovano, Elena Cecconi, il Quartetto dei Berliner Philarmoniker. Nel 2009 ha eseguito concerti in recital trio e con orchestra dedicati ai duecento anni dalla morte di Haydn. A partire da ottobre 2009 ha eseguito per la seconda volta in otto concerti l’integrale dell’opera pianistica di Franz Schubert autore del quale è considerato uno dei massimi interpreti italiani, e comunque primo ed unico pianista italiano ad aver seguito l’intero corpus schubertiano da vivo. Laureato in Lettere, con tesi in storia della musica, è autore di un saggio sul pianista Wilhelm Kempff, uno sull’ascolto musicoterapico. Ogni anno è invitato da licei ed università a tenere lezioni di storia della musica.
Attualmente è impegnato nel “Progetto Mozart” un tour europeo più alcune tappe in America del sud che durerà quattro anni durante i quali eseguirà tutte le sonate per pianoforte, gli ultimi 12 concerti per pianoforte ed orchestra, le sonate con violino, le opere a quattro mani e due pianoforti. Dal 2003 insegna pianoforte presso l’Accademia Musicale Internazionale “Caracciolo”.
Le lezioni sulle Sonate per pianoforte di Mozart fanno parte dell’Area Premium Gold di Pianosolo.
Tutti gli articoli della serie
- W.A.Mozart. Le prime 6 sonate per pianoforte. Introduzione (This post)
- W.A.Mozart, Sonata n.1 in Do maggiore K 279. I Parte
- W.A.Mozart, Sonata n.1 in Do maggiore K 279. II Parte
- W.A.Mozart, Sonata n.1 in Do maggiore K 279. III Parte
- W.A.Mozart, Sonata n.1 in Do maggiore K 279. IV Parte
- W.A.Mozart, Sonata n.2 in Fa maggiore K 280. Parte I
- W.A.Mozart, Sonata n.2 in Fa maggiore K 280. Parte II
- W.A.Mozart, Sonata n.2 in Fa maggiore K 280. Parte III
- W.A.Mozart, Sonata n.3 in Sib maggiore K 281. Parte I
- W.A.Mozart, Sonata n.3 in Sib maggiore K 281. Parte II
- W.A.Mozart, Sonata n.3 in Sib maggiore K 281. Parte III
- W.A.Mozart, Sonata n.4 in Mib maggiore K 282. Parte I
- W.A.Mozart, Sonata n.4 in Mib maggiore K 282. Parte II
- W.A.Mozart, Sonata n.5 in Sol maggiore K 283. Parte I
- W.A.Mozart, Sonata n.5 in Sol maggiore K 283. Parte II
- W.A.Mozart, Sonata n.5 in Sol maggiore K 283. Parte III
Ciao Saverio grazie a te per aver apprezzato questa introduzione e spero che le lezioni così come le esecuzioni possano sortire lo stesso effetto. La musica di Mozart come tutte le forme d’arte è universale pertanto non potremo, e dico per fortuna, mai arrivare ad una conclusione sulla sua opera ed ecco perchè lo studio, la ricerca e la conoscenza di tutti i suoi aspetti sono un puintio nevralgico per cercare di intendere in modo quanto più inequivocablie possibile la sua musica, che, insieme a quella di Chopin e Liszt ( per motivi diversi) è stata la più fraintesa della storia della musica. Un saluto a te.
Grazie Maestro Di Donato per questo messaggio chiarificatrice sull’alone che da sempre ha avvolto le musiche per pianoforte del Genio Salisburghese.
Saluti
Saverio