
Studio n.1
Esecuzione

01:08
Studio sulle cinque dita. Partiamo dal concetto di articolazione. Questo concetto sta alla base di una buona esecuzione musicale. Ottenere la forza e l’indipendenza delle dita ti permetterà di migliorare sia tecnicamente che nell’espressione musicale. In questa lezione ti introdurrò anche al concetto di variante ritmica, un modo di studiare utile tutte le volte che hai, come in questo studio, una lunga sequenza di note veloci dello stesso valore, solitamente ottavi e sedicesimi.
Infine parliamo della legatura di frase. La legatura di frase è indicata sullo spartito con una linea a forma di arco che racchiude una serie di note. Questa legatura (che non va confusa con la legatura di valore, valida tra due note della stessa altezza) sta a significare che tutte le note racchiuse all’interno dell’”arco”, devono essere suonate molto legate: il tasto che si abbassa e quello che si alza devono darsi il cambio in modo preciso, evitando di creare pause o silenzi tra un suono e quello successivo.
Spiegazione

08:24
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- Duvernoy Op. 276
- Studio n.1 Duvernoy Op. 276 (This post)
- Studio n.4 Duvernoy Op. 276
- Studio n.6 Duvernoy Op. 276
- Studio n.9 Duvernoy Op. 276
- Studio n.12 Duvernoy Op. 276
- Studio n.16 Duvernoy Op. 276
Tutto chiaro!! Ti ringrazio infinitamente!! Non mancherò di sommergerti di altre domande nelle prossime lezioni!! 😉
Bravo, esattamente come dici!
Questo secondo caso che hai menzionato è stilisticamente più vincolante e lascia meno spazio a diverse interpretazioni: di norma, quindi, l’ultima nota racchiusa da una legatura di frase deve essere suonata più piano delle altre!
questo deriva probabilmente da millenni di musica: se ci pensi, tutto è partito con l’utilizzo di melodie eseguite della voce. se provi a canticchiare con una breve melodia (es: DO RE MI FA SOL MI RE DO) una semplice frase, per esempio ” oggi andiamo a Milano”. ti accorgerai che viene spontaneo smorzare la parola Milano!
Ti rigrazio per la risposta!Quindi devo SEMPRE tenere presente la cadenza ritmica dettata dal tempo della frazione (a parte magari accenti particolari etc) e la legatura di frase non mi demolisce la cadenza ritmica originale,ovvio però che se anche la prima nota della legatura cade sul tempo debole un minimissimo slancio pernso di doverglielo comunque dare in quanto sollevo la mano dalla tastiera per poi ricadere per iniziare la nuova frase ma senza esagerare come hai detto tu 🙂 approfitto della tua gentilezza per un’ultimo chiarimento..come mi comporto nel caso opposto,ovvero se la nota finale della legatura di frase cade sul tempo forte della battuta,quindi l’ultima nota della frase coincide con la prima nota di una nuova battuta dove in genere cade il tempo forte?smorzo un attimino perchè la frase è finita oppure anche alla fine mantengo un certo slancio in quanto quella nota è pur sempre sul tempo forte? 🙂
Ciao Massimiliano! Tutte le indicazioni che riguardano il fraseggio (staccati, legati, crescendo, diminuendo..etc) non vanno a modificare quella che giustamente definisci la “normale cadenza ritmica” del brano. mi spiego meglio riprendendo il tuo esempio. se siamo in 3/4 la cadenza ritmica sarà forte/debole/debole. se mi permetti la metafora e stiamo facendo una torta il 3/4 forte/debole/debole rappresenta il nostro impasto: il 3/4 prevede questa ricetta, sempre. il fraseggio, rappresenta le decorazioni della nostra torta: può cambiare a seconda del brano e serve per farlo diventare più “buono” ! in generale (escludendo indicazione specifica appositamente riportata dall’autore con un bell’accento indicato con > sopra la nota) se la nota da cui parte la legatura di frase si trova sul tempo debole non devi esagerare con gli accenti: proprio per evitare, come dici, di “scombussolare la normale cadenza ritmica. ricorda: la decorazione della torta non deve modificare l’impasto iniziale!
Ciao Daniele! Ho un’importante domanda sulla legatura di frase. Oltre al fatto che le note al di sotto di essa debbano essere suonate ben legate,ho sentito che sulla prima nota della legatura bisogna dare l’accento ritmico forte e le ultime note invece bisogna suonarle leggermente più piano e sfumate (a meno che non ci siano indicazioni di crescendo etc).Ecco..io ero solito suonare con la cadenza degli accenti ritmici dettati dal tempo (es: forte-debole-debole nel 3/4 etc) e usavo questo metodo per non per perdere il ritmo ad esempio nelle scale che magari occupano più battute.In questo caso andavo a vedere dove cadeva l’accento forte per riuscire a dare la giusta cadenza e non perdere l’orientamente ritmico.Sono venuto a conoscenza però che l’accento ritmico forte che c’è sulla prima nota della legatura di frase ha la precedenza sull’accento ritmico tradizionale dettato dal tempo e quindi anche se la legatura inizia sull’ultima nota di una battuta che normalmente avrebbe il tempo debole non importa..quella nota avrà l’accento ritmico forte in quanto lì inizia la legatura di frase..detto questo la mia domanda è: come posso orientarmi ritmicamente se le legature di frase mi sconbussolano la normale cadenza ritmica dettata dal tempo?Se per esempio sono in 3/4 e la legatura inizia su una nota che normalmente avrebbe il tempo debole e poi questa legatura mi dura 4 battute,al di sotto della legatura come metto i canonici accenti Forte-debole-debole del 3/4 se tutto mi viene spostato dalla nuova impostazione ritmica dettata dalla legatura?Ti ringrazio infinitamente per una risposta a una domanda che mi sta assillando!! 🙂
Ciao Daniele grazie, per la tempestiva considerazione :D, si credo che non esiterò a domandare, mi sto divertendo parecchio…. Molte grz….sto riprendendo dopo dieci anni di pausa…ho 40 anni ed e’ sempre una grande emozione…
Bravissimo Massimiliano, hai colto in pieno! Ciao Ludovico, stai collegato con questa pagina, seguiranno altri video sul Duvernoy! Qualora avessi bisogno di un chiarimento specifico non esitare a scriverci. a presto!
grandi difficoltà a fare con la destra le funzioni che all’inizio ha la sinistra help 🙂 …
cmq grz mille…. e COMPLIMENTI anzi complimentoniiiiiiii
Ti ringrazio molto per la tua risposta! Quindi da quello che ho capito (scusami ma sono un principiante patentantato autodidatta 🙂 se ho 2 o più battute di sedicesimi o altri valori più o meno veloci,per non incappare nel rischio di “perdermi” tra mancanza di fluidità,accenti involontari etc mi conviene mettere una variante ritmica al fine di “spezzare” questa lunga sequenza in sequenze più brevi e facilmente gestibili a una certa velocità..unirò di nuovo il tutto togliendo la variante ritmica e ripristinando la lunga sequenza di partenza tutta in sedicesimi quando saprò gestire in velocità le mini-sequenze create dalla variante ritmica. Ho inteso più o meno bene?
Ciao Massimiliano!
la variante ritmica ti è utile quando hai una lunga serie di note dello stesso valore (spesso si tratta di ottavi o sedicesimi che proseguono per 2 o più battute). Ti è mai capitato di trovare un brano dove è presente questa situazione? immagino di sì: quando facciamo questa serie di ottavi/sedicesimi in velocità è probabile che la sequenza (supponiamo ad esempio di avere 4 battute di sedicesimi) non sia “fluida”; probabilmente se la eseguiamo con ascolto critico, ci accorgeremmo come in certi punti andiamo “a scatti” oppure diamo dei piccoli accenti a note all’interno della sequenza in maniera casuale. perchè avviene ciò? perchè studiando il passaggio così come è scritto tendiamo a dare importanza SOLO ad alcune note della sequenza (spesso è la prima, quella in battere) e le altre note, essendo in velocità, vengono… di conseguenza… senza un’esecuzione “pensata”! con la variante ritmica diamo, in fase di studio, importanza a tutte le note della sequenza. Ora, il consiglio che ti do io non è di usarla ovunque: se in un passaggio di ottavi/sedicesimi ti accorgi di avere i difetti sopracitati metti in atto gli esempi che trovi nel video, vedrai come tutto sarà più “fluido” !
Grazie per la domanda, spero che la mia risposta possa aiutare te ed eventualmente altri utenti!
Per prima cosa ti ringrazio per questa interessante lezione. Avrei una domanda: se ho capito bene per variante ritmica si intende il cambio del valore di una nota.In questo caso al posto del sedicesimo andiamo a mettere un valore più lungo come una semiminima ad esempio..non capisco però che tipo di difficoltà mi permette di risolvere la variante ritmica..se trovo un passaggio ostico in sedicesimi provo a rallentare il tempo oppure ripeto quello stesso passaggio più volte in un ciclo,non capisco in quale caso specifico la variante ritmica mi sia utile e perchè. Grazie per una eventuale risposta.