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Scherzo no.1 op.20 di Chopin – Spartito

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Scherzo no.1 op.20 di Chopin - Spartito, 5.0 out of 5 based on 83 ratings

Una delle opere più importanti di Chopin è senz’altro la raccolta degli Scherzi. Quattro pilastri della musica romantica, ognuno con una sua specificità. Nell’articolo di oggi analizziamo il primo Studio, cercando di capire come superare le difficoltà di carattere tecnico e musicale.

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Il brano inizia con due forti accordi.

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È molto importante determinare con esattezza la durata di questi accordi nella propria mente, poiché sono proprio questi due accordi che fisseranno il tempo per le battute a seguire. Non si tratta di note lunghe e libere (non c’è corona) ma sono minime puntate, tenute con una legatura di valore per 4 battute.

Comincia poi la parte agitata del brano:

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È senza dubbio uno degli attacchi più complicati della letteratura pianistica, con uno sforzato seguito da un piano subito della mano sinistra. Nella seconda battuta la mano destra cresce mentre la sinistra ha una legatura a due, quindi il secondo bicordo dovrà essere eseguito leggermente meno intenso.

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Nella figura di sopra vediamo invece che cosa accade poche battute dopo.  Dopo due tentativi di “spiccare il volo”, finalmente ci riusciamo, ed è proprio qui che dobbiamo cercare di ottenere la massima tensione e intensità.

Il trucco per far notare al meglio questo grande crescendo è proprio quello di far crescere molto anche la sinistra, che nonostante alterni due note solamente, partecipa attivamente alla creazione di questa atmosfera tensiva.

Passiamo poi a queste battute:

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Personalmente credo che siano alcune delle battute più complicate dell’intero brano. A parte l’aspetto musicale, con tutti quegli accenti da far sentire, ho avuto molti problemi dal punto di vista tecnico.

La mia edizione dello scherzo, la “PWM Edition” consiglia per l’intero passaggio questa diteggiatura, che poi è quella più comunemente utilizzata:

2-5-2-1-5-4, 2-5-2-1-5-4, 2-5-2-1-5-4, 1-4-1-2-5-3,

Ho notato che facevo una grande fatica a tenere questa diteggiatura a una velocità sostenuta, così ne ho utilizzata un’altra, che favorisce lo “scivolamento del pollice”, tecnica a cui Chopin faceva spesso ricorso e consigliava anche ai suoi allievi quando era possibile.

2-5-2-1-5-4, 2-5-2-1-5-4, 1-4-1-1-5-3, 1-4-1-2-5-3.

Andando avanti incontriamo queste battute:

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C’è un passaggio da un ff a un p. Questo contrasto dinamico deve essere chiaro e senza troppi indugi. Per esprimerlo possiamo immaginarci questa sezione come accordi in fortissimo suonati dall’orchestra e l’entrata del pianoforte invece sul “piano”, dunque con un altro timbro e intensità.

La successione di note Fa# Mi non è uguale entrambe le volte: mentre la prima volta è più veloce, la seconda volta più trattenuto.

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Un elemento altrettanto importante è rappresentato da questa pausa che spesso viene eliminata:

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Dopo il ritornello arriva la seconda parte fondamentale del pezzo. Chopin non mette indicazione di pedale ma ci sta molto bene sui primi tre ottavi di ogni battuta.

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Seguono poi una serie di botta e risposta per quanto riguarda il pollice della mano sinistra e il mignolo della destra. Chopin utilizza più volte il pollice come “cantante” e questo lo vedremo anche nella sezione “molto più lento” che segue.

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Subito dopo sono i due pollici che dialogano, tutto il resto deve venire meno:

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Arriviamo poi a una sezione molto difficile dal punto di vista musicale. Questa sezione si ripete due volte con l’unica differenza che la seconda volta la sinistra non ha più gli accenti. Nella maggior parte delle registrazioni questa sottile differenza non si nota:

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Parlavamo prima dei pollici che cantano, e nella sezione più lenta dello Scherzo, il pollice della destra ricopre ruoli molto importanti. Il tipo di scrittura della mano destra suggerisce degli accenti sul pollice anche se in realtà non sono scritti. Il mignolo ricopre funzione di riempimento e dovrà essere suonato più leggero. Tuttavia non è da escludere che anche il mignolo possa avere un ruolo principale e talvolta sostituire il pollice. Ecco qui di seguito una possibile interpretazione. In evidenza gli accenti:

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Il mio consiglio per quanto riguarda questa sezione è di non scegliere un tempo inferiore rispetto a quello indicato da Chopin, ovvero 108 alla semiminima. Alla lunga, potrebbe rendere l’intera parte piuttosto pesante.

Nella coda il virtuosismo prende il sopravvento ma anche qui ci sono degli “scherzetti” non male. La prima volta che viene eseguito lo schema gli accenti sono in battere. Alla seconda e terza volta, in cui lo schema viene ripetuto sempre un’ottava più in alto, l’accento passa sul secondo tempo e non più sul primo:

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Studiare le sezioni difficili

In questo paragrafo vediamo come studiare al meglio le parti difficili di questo Scherzo. Partiamo dalla fine. La grande scala cromatica innanzi tutto parte un ottavo dopo e non di più, altrimenti si perde la tensione:

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In velocità può creare diversi problemi, soprattutto perché è molto lunga. La cosa ancora più difficile è riuscire a dare quegli accenti posti all’inizio di ogni battuta. Studiate lentamente prima a mani separate e poi unite questo passaggio, l’esercizio faciliterà la riuscita.

Poche battute prima c’è forse la parte più complicata del pezzo. Una successione di bicordi alternati a note singole in cui i mignoli dovranno destreggiarsi velocemente in posizioni relativamente comode ma che in velocità diventano temibili, come il bicordo Si-Re, da suonare rispettivamente con 4-5, in cui il  dito mignolo è costretto sul tasto bianco compreso fra i due tasti neri (Do# e Re#).

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Il mio consiglio per cercare di non sbavare è pensare questa grande frase come un insieme di piccole frasi, permettendo così alla mano destra di respirare. Anche se il respiro non è fisico può bastare anche solo quello mentale ad essere d’aiuto.

L’arpeggio discendente sull’accordo di Do# maggiore settima può essere studiato in questo modo:

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Un altro passaggio a battuta 38 è quel salto che va su di un bicordo:

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Per allenarsi a prendere bene il salto bisogna innanzi tutto pensare che la distanza massima è di un’ottava (mi-mi). Per mettere a fuoco questa misura si può studiare il passaggio in questo modo:

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I segni di ritornello stanno ad indicare che questa sezione può essere ripetuta finché non si acquisisce una buona padronanza del passaggio.

 

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Sono un pianista a tempo pieno, laureato a pieni voti all'ISSM "G.Puccini" di Gallarate. Adoro condividere le mie esperienze musicali sul web con articoli e video. Insegno pianoforte a coloro che intendono cominciare questa fantastica avventura.

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