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Rosina Lhevinne. Una pianista di talento che creava talenti

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La storia del pianismo è costellata di figure femminili che si sono distinte per il loro talento e per la loro totale abnegazione all’arte della musica, sia quando hanno perseguito carriere concertistiche importante sia quando le loro abilità si sono indirizzate verso la nobile arte dell’insegnamento, disseminando nel tempo quel prezioso bagaglio di conoscenze che hanno formato e dato voce a geni del pianismo mondiale. Questo è il caso della pianista Rosina Lhevinne, che nella sua lunga vita (morì all’età d 96 anni), ha allevato” talenti musicali come Van Cliburn, solo per fare un nome.

Eppure Rosina aveva tutte le carte in regola per diventare a sua volta una concertista di fama mondiale, ma preferì dedicarsi alla carriera del marito, il celebre pianista Josef Lhevinne,  alla cura dei due figli e alla didattica.

Rosina Bessie era nata a Kiev nel 1880 da una famiglia ebrea di origine olandese che, a seguito di violenti episodi antisemiti, si era presto trasferita a Mosca. Qui aveva avuto modo di iniziare gli studi musicali con Vassily Safonov prima e con Josef Lhevinne, di poco più grande per età, che sarebbe divenuto in seguito suo marito. Da bambina era fisicamente fragile e nulla lasciava presagire quella che sarebbe poi diventata una donna gentile ma di indubbia autorevolezza, soprattutto nella sua attività didattica.

Inizialmente Rosina si esibiva a quattro mani con il marito. Nel 1907 si trasferirono a Berlino, ma poi, vennero incarcerati durante la prima guerra mondiale in quanto reputati stranieri nemici. La coppia, non appena fu libera di lasciare la Germania, passò negli Stati Uniti dove venne ingaggiata dalla Juilliard School.Qui Rosina ebbe modo di far apprezzare le sue doti di didatta. Trattava i suoi allievi con grande empatia, spesso li invitava ad ampliare le loro vedute incoraggiandoli a visitare mostre, musei, a frequentare la vita culturale della città, e si interessava persino delle loro vite private dispensando consigli. Lasciava ai ragazzi e alle ragazze che frequentavano le sue lezioni la libertà di esprimersi attraverso la musica, cercando di valorizzarne le naturali attitudini e arrivando così ad essere per loro fonte di ispirazione.

Non suonò più molto in pubblico, anche dopo la morte del marito, avvenuta nel 1944, ma toccò i vertici della sua arte con un memorabile concerto che nel 1963, quando aveva già 82 anni, tenne con la New York Philarmonic diretta da Leonard Bernstein, e in cui eseguì il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 di Chopin.

Rosina Lhevinne scomparve nel 1976 all’età di 96 anni. La sua eredità si è concretizzata nella creatività, nell’arte che ha trasmesso e nella valorizzazione del potenziale di tutti i suoi allievi, un tesoro inestimabile.

Di questa eredità parla Salome Arkatov in un documentario che ha realizzato per omaggiare questa grande donna e artista.

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