Quanto bisogna studiare al pianoforte per vedere dei risultati? Quanto bisogna allenarsi, quanto bisogna fare esercizi e quante volte al giorno vanno fatti i compiti assegnati dal proprio maestro?
Ecco le domande che si pongono tutti. A queste domande però ci sono due risposte, come due sono le scuole di pensiero in merito all’ argomento. La prima afferma che per migliorare bisogna esercitarsi, esercitarsi ed esercitarsi. La seconda invece afferma che non c’è bisogno di suonare così tanto, perché tutto questo studiare causa solo stress, e suonare sotto stress fa più male che bene.
Come non dar ragione e/o torto a tutte e due i pensieri? Eppure io sono della seconda scuola. Faccio parte di questo schieramento perché penso che il pianoforte non sia come la palestra. Non è che più suoni e più migliori. Questo è quello che si più pensare intuitivamente. Non è come la palestra che più tiri pesi e più i muscoli si tonificano. Col pianoforte per migliorare ci vuole metodo. E per metodo si intende avere conoscenza del corpo umano e dello strumento, cercando di combinare questi due elementi alla perfezione ottenendo il massimo dei risultati.
Il nostro caro Schumann era fissato con gli esercizi quotidiani, ed era convinto della necessità di dare maggiore articolazione al quarto e quinto dito (anulare e mignolo) che sono deboli di natura. Così si esercitava il più possibile, legando queste due dita con una cordicella per renderle più solide. Le stressava in una maniera disumana. Risultato? Schumann non potè mai più suonare con la mano sinistra.
Chi troppo vuole nulla stringe. Bisogna conoscere prima di applicare. Anche i body builder sanno che ogni 15 ripetizioni devono prendere fiato per qualche minuto per riprendere in buone condizioni con la serie successiva. Se non riposano ottengono il risultato contrario. Anziché far ingrossare il muscolo, questo si sfribra, e sfibrandosi perde di tono e impiega molto più tempo per rigenerarsi. Così nel periodo di rigenerazione non ci si può allenare.
Ecco che quindi tutto ha una logica. Gli esercizi vanno eseguiti con metodo. E’ inutile proseguire intuitivamente, questo spiega anche perché gli autodidatti abbandonino subito: perché non sanno come affrontare le difficoltà.
Un consiglio che mi sento di dare è: suonare poco ma bene, e quando si suona bisogna avere entusiasmo perché niente riesce meglio di una cosa fatta con piacere e passione. Bisogna rendere musicali anche gli esercizi perché noi facciamo musica non siamo delle macchine. Mettendo musicalità negli esercizi miglioreremo anche con maggior velocità. Sembrerà strano ma è così, e questo fa sempre parte del metodo scientifico.
Ora vi lascio suonare perché scommetto che vi ho risvegliato la voglia di suonare! 🙂 Mi raccomando… non troppo! 😀
Io, dopo aver passato un periodo in cui ero fissato con lo studiare studiare e studiare, mi sono accorto che stavo perdendo l'entusiasmo in quello che facevo. Morale?
Studio molto meno di una volta, cercando comunque di essere un minimo costante sul lungo periodo, e soprattutto lo faccio quando sono davvero convinto di volerlo fare!
Anche perché per me il suonare deve SEMPRE e COMUNQUE essere un piacere che faccio per me stesso, altrimenti perde totalmente di valore!! Ho capito che per me l'importante è rendere ogni momento che suono un piacere, altrimenti lascio perdere e faccio dell'altro!
Esatto, quello che dici è esattamente come dovrebbe essere.
Citando lo scrittore di "How to practice", non c'è nessuno che deve dirti quanto e quando devi studiare, neanche il tuo insegnante, è una cosa che nasce da te.
buona sera a tutti,
piacere irene.
Mi servirebbe un consiglio..
..io ho 15 anni, ho suonato pianoforte alle medie(3 anni) ..quindi fino a 2 anni fa, a scuola.
Non ho mai studiato tantissimo, mi è sempre piaciuto suonare solo quando ne sentivo il bisogno, quando avevo bisogno di stare da sola.
Ora non suono da un pò, non ho + lo stimolo.
esiste un modo x riaccendere la voglia di imparare a suonare?..in fondo so che mi piacerebbe.
Sì, approvo al 100% quello che dice _ginko_
ciao ginko hai perfettamente ragione è solo che per ora non potrei permettermi un insegnante tutto qui e cmq non mi scoraggi non preoccuparti anzi apprezzo tanto il tuo consiglio.
@ciro: non voglio scoraggiarti, anzi io stesso ho fatto i primi passi da autodidatta e per qualche mese mi sono divertito e ho anche fatto qualche progresso.
Poi mi è capitato però di non riuscire ad imparare niente di nuovo e di sentire la necessità di un aiuto.
Pianoloso sicuramente è un grosso supporto, ma credo che alla lunga non si possa prescindere dal prendere le lezioni.
@christian: grazie mille sia per la tua disponibilità che per i consigli che rilasci non tutti lo farebbero.
Grazie 🙂 🙂 è molto importante per noi il vostro sostegno e la vostra approvazione.
Sì capita anche a me, il cervello deve “elaborare” le info, dunque serve qualche tempo per farlo se è messo sotto pressione… E poi forse è anche una questione fisiologica, nel senso che le dita hanno bisogno di tempo per migliorare e fare sessioni intensive non sempre è la soluzione ideale…
Esattissimo Luca, questo processo si chiama miglioramento post-studio
(è la prima volta che scrivo)
sono d’accordo con te, secondo me le doti più importanti sono la passione e la costanza. personalmente mi esercito al massimo un’ora e mezza al giorno, cercando di non saltare giorni nei limiti del possibile.
ma voglio fare una domanda: a me capita spesso che, quando salto un giorno di esercizio dopo averne fatti tanti consecutivi , l’indomani ho l’impressione di suonare meglio, forse perchè sono più carico dopo il giorno di “riposo”. capita a qualcun altro?
Salve a tutti e complimenti per il sito che è a dir poco magnifico.
Sono un autodidatta e ho seguito già qualche esercizio evidenziato sul sito.
Suono decentemente la prima del cesi e grazie al tutorial di christian sto imparando “Per Elisa”.
Ma non faccio altro che saltare da una cosa all’altra e siccome vorrei usare metodo come evidenziato nel post vorrei sapere da dove iniziare con le vostre lezioni, se seguirle così nell’ordine, quali passi seguire e che libri comprare o cercare.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra disponibilità.
Ciao ciro! innanzi tutto grazie mille per i complimenti e son contento che stai riuscendo con Per elisa. Per quanto riguarda il percorso da seguire puoi seguire il “diario di un neofita”, ovvero uno studente che ha appena iniziato a studiare il pianoforte e che svela ciò che sta facendo con la sua insegnante. Puoi seguire le lezioni che noi facciamo sul Beyer e Cesi-Marciano, e.. per qualsiasi cosa chiedi pure!
Bel post.
Per quanto riguarda la memorizzazione ci sono studi scientifici che affermano che il nostro cervello immagazzina informazioni nel miglior modo possibile quando le riteniamo importanti.
Fare quindi una cosa che ci piace e riteniamo importante… come potete immaginare… puo’ aiutare tantissimo l’apprendimento!
Se qualcosa non ci piace, facciamocelo piacere, o almeno facciamo finta 😀
Sottoscrivo al 1000%.
Certo è difficile rendere musicali i primi esercizi del Beyer o del Bergmueller, ma è assolutamente necessario per apprendere meglio la tecnica.