
NATALE
S’è fatta pallida
l’ aria, veste perle
gelide tra polveri
d’angelica presenza
s’orna di pruni secchi
e cieli vetrati e
cristallini.
Anche io, nel mio
giaccone stinto
come la fragile
foglia ai miei piedi,
spero di cingermi
il polso di
perle fatate, rotonde
come la pallina con
festoni e fiocchi,
appesa
all’agrifoglio in festa!
Anche quest’anno il nonno mi ha tenuto in caldo la mancia natalizia.
Spartito per pianoforte
Se col crescere degli anni una delle tante mie paure è il non poter più ricevere il piccolo ma utile sostegno economico dal nonno, rafforzo sempre di più la certezza che la stropicciata banconota da cinquanta euro mi venga messa tra le mani prima del pranzone natalizio. Forse con l’arrivo dei vent’anni questa gioiosa tradizione si estinguerà ma anche per questo natale il pensiero dal nonno è stato dalla sottoscritta molto gradito 🙂
…e graditissimi sono stati anche quell’immancabile risotto ai funghi della zia, il pasticcio, la pearà (una variante di polenta veneta) e il tradizionale panettone (il quale, annualmente, lascio in maniera educata da parte per la presenza di canditi…)
Dopo quest’abbuffata che ogni anno mi costringe a rientrare a casa rotolando anziché camminando, mi concedo un po’ di dolce musica, e come sempre quella che vince su tutte è “Carol of the Bells”.
“Carol of the Bells” (scelta ma riadattata anche come sottofondo della recente pubblicità del marchio “Garmin”) è un brano tradizionalmente associato al Natale ma che storicamente nulla ha a che vedere con tale ricorrenza. Si tratta, infatti, di una composizione che il musicista ucraino Mikola Leontovich scrisse nel 1916 utilizzando un canto del patrimonio folcloristico del suo paese. Tale canto venne poi tradotto in inglese nel 1936 da Peter Wilhousky e attualmente rappresenta non solo una delle più suggestive colonne sonore natalizie ma anche uno dei più bei brani per orchestra.
Ecco qui un video del brano:

…e la sua versione semplificata:
