
Un podcast in 5 puntate che la scrittrice e giornalista Rita Charbonnier intitola a Chopin, ma da una particolare prospettiva, quella del ritratto di una delle sue interpreti più appassionate, la pianista italiana Lucia Lusvardi della quale fu allieva.

A qualche anno dalla pubblicazione del suo libro Chopin vu par moi. Conversazioni con Lucia Lusvardi, l’autrice torna dunque a parlare di una figura di rilievo del pianismo italiano e lo fa dando letteralmente voce a Lucia Lusvardi attraverso il moderno mezzo del podcast. La parola da scritta si fa enunciazione sonora. Possiamo ascoltare la viva voce della scrittrice e le riflessioni della pianista in un intenso dialogo che testimonia della passione artistica, ma anche delle vicissitudini, degli ostacoli incontrati e superati in una vita dedicata alla musica.
La serie narra infatti la vicenda umana e artistica della Lusvardi recuperando alcune conversazioni registrate da Rita Charbonnier che ne è stata allieva.
La biografia di Lucia Lusvardi è infatti una sorta di percorso accidentato, dalla genialità della bambina prodigio che incanta e stupisce il pubblico e la proietta a soli 19 anni verso una carriera musicale importante alla malattia. La diagnosi è di tubercolosi, la stessa che aveva procurato gravi sofferenze a Chopin, da cui nasce un sentimento di profonda affinità, non solo musicale, ma soprattutto umana. Poi il rientro sulle scene dopo la guarigione, il matrimonio, l’intensa attività didattica che fanno di Lucia Lusvardi un’insegnante amatissima dai suoi allievi.

A corredare questa biografia umana ed artistica alcuni inserti musicologici a cura di Elena Bittasi che si sofferma su alcune delle composizioni chopiniane e sulla visione interpretativa di Lucia Lusvardi. Come Rita Charbonnier anche Elena Bittasi è stata allieva di Lucia Lusvardi.
L’interprete e il compositore: un amore viscerale
Questo podcast non mancherà di appassionare gli amanti della musica di Chopin e del pianoforte, oltre a tornare a ricordarci, attraverso lo splendido ritratto di Lucia Lusvardi, che un interprete non è mai solo un mero esecutore della partitura. L’interprete è piuttosto un innamorato di quelle stesse pagine che esegue, un’anima sognante che insegue l’artefice di quella bellezza, il compositore, cercando di carpirne l’essenza e il mistero e verso cui sviluppa una forte affinità sentimentale. In questo caso è Chopin l’oggetto di tanto amore.
Il podcast, parafrasando il titolo del celebre volume di Jean-Jaques Eigeldinger, Chopin visto dai suoi allievi, testimonia di come un compositore possa popolare l’immaginario collettivo subendo la meravigliosa metamorfosi a cui ciascuno, con la propria sensibilità individuale, lo sottopone, rendendolo di volta in volta poetico e romantico, malinconico e sognatore o energico e passionale. Qui Chopin è visto dagli occhi e dal cuore di Lucia Lusvardi, ma Lucia Lusvardi a sua volta è vista dagli occhi e dal cuore della sua devota allieva Rita Charbonnier che ne traccia un ritratto indelebile.
Il Podcast al momento è in fase di pubblicazione, ma già potete ascoltarne due episodi sia su Spotify che sul sito di Rita Charbonnier.
Episodi
1. La bambina prodigio – 23/03/2023
“Mi invitavano a suonare in queste case dove c’erano la contessa, la vecchia professoressa di pianoforte che aveva educato tutti i mantovani fin dalla preistoria… ma io mi nascondevo. Non volevo che mi additassero come quel prodigio che ero, era un vestito che mi stava stretto…”
In questo episodio inizia la storia di Lucia Lusvardi e del suo amore per Chopin. Il suo stupefacente exploit infantile nella Mantova degli anni 30 del Nove- cento, in pieno regime fascista. I primi studi musicali, il primo esame presso il Conservatorio di Parma. E la naturale ritrosia, che la porterà a costruire un rap- porto con la musica intimo, lontano dai clamori; a nascondersi, tranne in un’occasione: quando si tratterà di affrontare la musica di Chopin. A lui, Lucia si dedicherà con tutta l’anima.
Nella seconda parte dell’episodio, ci occupiamo degli Studi op. 10 di Chopin.
2. Prima le parole, poi la musica — 30/3/2023
“Tutto è cominciato quando mi è stato regalato un libro su Chopin con la pre- fazione del grandissimo Arturo Rubinstein…”
In questo episodio, il racconto prosegue con la scoperta della figura di Chopin attraverso la letteratura. Lucia Lusvardi divora una biografia del genio polacco con la prefazione di Arthur Rubinstein, poi la prima edizione, in francese, del noto saggio «Chopin visto dai suoi allievi». E leggendo quei libri, e molti altri, sviluppa un’antipatia viscerale nei confronti di George Sand, la scrittrice che con Chopin ebbe una lunga relazione d’amore. Nel 1838 la coppia compì un viaggio nelle isole Baleari, che fu deleterio per la salute del compositore; ma la Sand fu davvero responsabile del suo declino?
Nella seconda parte dell’episodio, ci occupiamo dei Preludi e delle Mazurche di Chopin.
3. E adesso, il silenzio — 6/4/2023
“Cosa non ho sofferto… sono stata cinque anni in cura di pneumotorace. E allora ho provato una tale tenerezza per Chopin… ho creduto di capire quel che lui provava, con quel mondo che aveva dentro da una parte, e dall’altra la tubercolosi, che al suo tempo era incurabile.”
Il racconto prosegue accostando la figura di Lucia Lusvardi a quella di Chopin, accomunate dalla malattia. Lei, negli anni 50 del Novecento, l’ha superata grazie allo pneumotorace, mentre all’epoca di Chopin non c’erano cure. Lei ha dovuto abbandonare la musica per anni, lui ha continuato a comporre finché ne ha avuto la forza. Ma la malattia, per Lucia, è stata determinante per entrare nel mondo chopiniano: a volte le disavventure portano doni insperati…
Nella seconda parte dell’episodio, ci occupiamo della Sonata per pianoforte n. 2 in si bemolle minore, Op. 35, di Chopin.
4. La rentrée — 13/4/2023
“Nel 1970 c’erano le celebrazioni beethoveniane e allora il direttore del Conservatorio mi ha detto: se la sentirebbe, signora, di fare un concerto? Io ci sono cascata come una pera. Primo concerto di Beethoven con l’Orchestra dell’Angeli- cum di Milano, che è stata proprio una rentrée.”
Il racconto prosegue con il ritorno, in grande stile, all’attività concertistica di Lucia Lusvardi. Senza che lei lo abbia cercato: prima le offrono la cattedra di pianoforte presso il Conservatorio di Mantova, poi di eseguire diversi concerti per pianoforte e orchestra. Si comincia con Beethoven, quindi arriva Martucci, infine è la volta di Chopin. E quando le autorità polacche la invitano in Pomerania per eseguire il Concerto n. 1 in Mi minore con l’Orchestra Filarmonica di Stettino sotto la direzione di Stefan Marczyk, le sue ricerche chopiniane hanno raggiunto il punto più alto: Lucia è decisa a liberare il genio polacco dagli stereotipi che tradivano l’essenza della sua musica.
Nella seconda parte dell’episodio, ci occupiamo dei concerti per pianoforte e orchestra di Chopin.
5. Il pianoforte di Chopin — 20/4/2023
“Dopo me lo portano via, il Pleyel, e io ne ho una nostalgia… non ero capace di starne lontano. Mio figlio mi ci accompagnava, per un anno sono andata su e giù da Mantova a Cremona a suonarlo, a vederlo…”
Una serie di coincidenze quasi magiche porta Lucia Lusvardi a eseguire in concerto le Ballate di Chopin su un pianoforte d’epoca, un Pleyel: lo strumento che il compositore polacco considerava il non plus ultra. Adesso lei sente di potersi accostare alla sua musica in modo ancora più profondo. Prepara un programma da solista tutto chopiniano, continua a immergersi nel mondo di questo autore, a immedesimarsi con lui. La figura di Chopin inizia a diventare sempre più ingombrante, fino al finale più inaspettato…
Grazie!!! Bellissima iniziativa
Bell”arricchimento a compendio del libro. Ottimo il contributo musicologico.
Un podcast che al di là della mia recensione consiglio vivamente di ascoltare. Piacevole e al contempo approfondito.
Bell’articolo . Ben scritto . Interessante ed esaustivo su un’artista poco conosciuta ma di grande levatura .
Grazie Sergio, merito del podcast che stimola la conoscenza di questa artista e induce interessanti riflessioni sulla musica di Chopin.