
Si chiama curiosità ed è il motore che muove l’arte, la spinta propulsiva alla ricerca che genera la creazione. Gli artisti sono un po’ come spugne: spinti dalla curiosità assorbono in ogni dove suggestioni, piccole cellule disperse nel mondo che, mescolate a quanto portano dentro, riversano come particelle coloratissime all’esterno. L’arte in fondo è come un caleidoscopio attraverso cui guardiamo che ci offre alla vista un proteiforme e cangiante spaccato della vita, le sue infinite possibilità. Sono proprio un caleidoscopico mondo queste “Piccole Canzoni” che Luz, all’anagrafe Massimiliano Luzzatti, pubblica sulle principali piattaforme digitali ed è distribuito da Cd Baby.
Sedici tracce per una durata complessiva di trenta minuti e un invitante sottotitolo che recita “Musiche e musichine per piano non solo”. Facciamo partire la prima traccia ed è come aprire una scatola magica e sorprendente, perché sì, questo è un disco strumentale che ruota intorno allo strumento pianoforte, al quale Luz sta dedicando in questo periodo tutto il suo interesse, ma non è solo il pianoforte a farla da padrone. A questa avventura partecipano Marco Brioschi (tromba e flicorno), Andrea Vagnoni (basso), Alberto Pederneschi (batteria), un misterioso Ghost Drummer (batterista di fama internazionale che, per esclusive contrattuali, non può apparire con il proprio nome) e, per la partecipazione vocale, il cantautore vincitore della Targa Tenco, Claudio Sanfilippo.
Immediatamente, come naviganti di una navicella spaziale, veniamo attratti in un’atmosfera rutilante di colori, con cambi di atmosfera repentini. La brevità dei pezzi ne fa delle preziose miniature in cui Luz riversa tutte le esperienze musicali e professionali che lo hanno interessato e quindi, avventurandoci nel percorso di questo lavoro, ecco fare capolino la musica pop, un certo gusto neoclassico, esempi dall’easy listening anni ’90, ispirazioni per sigle di telefilm, il jazz, la musica barocca, il Settecento, il ragtime, le dense atmosfere da film francesi in bianco e nero e molto altro ancora. Una miscellanea che nella sua atipicità non può non catturare l’attenzione, come quando si legge un libro composto da brevi racconti e ogni pagina ci spinge a leggere e a sfogliare la pagina successiva, o ancora come i versi sciolti di una poesia dove ogni riga fissa una precisa sensazione, in questo caso sonora, o ancora un film antologico in cui la successione delle scene procede per quadri.
Il suono è particolarmente interessante. Le possibilità timbriche del pianoforte rendono possibile una vivida brillantezza, ma anche una certa profondità in quei pezzi che la richiedono, inoltre le tastiere e il suono vintage che Luz ha scelto riescono a proiettarci in una dimensione onirica. Proprio il sogno sembra essere la dimensione più pertinente a questi pezzi, una successione di visioni che possiamo popolare grazie all’immaginazione. La palette sentimentale in agguato dietro l’ascolto di ogni pezzo risponde alle molteplici inclinazioni dell’animo umano: gioia, spensieratezza, malinconia, desiderio, ironia, leggerezza, profondità, in rapporto antitetico sì, ma anche simbiotico, linee che si intrecciano nella personalità unica di Luz.
Un esordio discografico queste “Piccole Canzoni”, ma Luz non è nuovo al mondo della musica e più in generale a quello dell’arte e dello spettacolo. Un disco per chi come noi ancora ama passeggiare in un mondo in cui a farla da padrona è l’immaginazione e credere nei sogni.
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Vita di Luz
Romano di nascita, milanese di adozione e riminese per scelta di vita, ha deciso di chiamarsi LUZ, che non è solo la contrazione del suo cognome (lui si chiama Massimiliano Luzzatti), ma è anche una luce, un suono, una suggestione. Così come piene di suggestioni sono queste sue PICCOLE CANZONI, nate quasi per gioco, nella fusione delle tante influenze musicali assimilate fin da piccolo, crescendo in una casa frequentata da artisti e cantanti (è figlio di una nota giornalista di spettacolo) quando suonava la sua prima batteria, regalatagli da Stefano D’Orazio dei Pooh.
La musica è sempre stata la sua più grande passione, prima ascoltata e studiata, anche se in modo discontinuo, e poi cantata e suonata con la chitarra nei vari villaggi turistici, dove ha vissuto stagioni intense da animatore. Finite le medie, avrebbe voluto frequentare il Conservatorio di Milano ma, con incoscienza avventurosa, si era presentato all’esame di ammissione suonando a orecchio (!) Song for Guy di Elton John, suscitando la stupita perplessità degli esaminatori, che gentilmente lo avevano invitato a tornare più preparato.
In seguito, seguendo le inclinazioni curiose ed eclettiche tipiche del suo segno zodiacale, Gemelli, ha percorso altre strade: ha studiato recitazione ed è stato co-protagonista di Chiara e gli altri, telefilm su Italia 1, con Ottavia Piccolo e Alessandro Haber. Ha suonato nei pianobar e poi con Enrico Ruggeri, i New Trolls, Ricky Gianco, Franco Godi, Mario Lavezzi; ha vinto una borsa di studio per Giovani Pubblicitari e ha lavorato come copywriter in alcune delle più importanti agenzie internazionali, collezionando riconoscimenti prestigiosi, e poi è stato socio fondatore e direttore creativo di due agenzie pubblicitarie. Consulente di marketing e comunicazione, LUZ ha anche scritto per molti anni sul fumetto cult Lupo Alberto, e ha sempre continuato a fare musica. Cresciuto con il pop, affascinato dal jazz, rapito dalla classica, per chiudere quel cerchio del Conservatorio rimasto in sospeso, negli ultimi anni ha ripreso gli studi del pianoforte e ha superato brillantemente gli esami del terzo e quinto anno con la media del 9. E attualmente è impegnato a preparare l’esame dell’ottavo anno.
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