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PianoForte sostenibile. Una grande festa della musica chiude questa edizione

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PianoForte sostenibile. Una grande festa della musica chiude questa edizione

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Si è conclusa questa notte l’edizione 2014 di PianoForte-Musica sostenibile nell’Appennino toscano. Si è rivelata vincente l’idea di Roberto Carlone e Banda Osiris di animare il borgo di Pratovecchio-Stia con buona musica e una serie di dibattiti intorno a temi paralleli. Trasversalità la parola d’ordine.

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Nessun limite di genere, nessun limite di età, nessun limite geografico, solo musica, musica per tutti. Musica intesa non solo come quella che si è suonata sui numerosi palcoscenici allestiti a Pratovecchio grazie alla presenza di artisti importanti, ma anche quella di cui di solito non si parla, quella di 30 giovani pianisti che qui hanno potuto esprimere il proprio talento e le proprie capacità sotto la guida di artisti esperti, o quella dei bambini, che hanno sperimentato nel gioco le proprie attitudini musicali.

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Inoltre qui si è sentita la musica di un’intera cittadinanza che si è rimboccata le maniche e ha reso Pratovecchio-Stia il borgo dell’armonia, per usare un termine attinente alla musica, luogo d’elezione dove cooperare significa costruire qualcosa di concreto per la collettività, adoperarsi per offrire il senso di un’ospitalità sincera. Quello che abbiamo trovato a Partovecchio è un piccolo grande miracolo di bellezza, un’accoglienza calorosa e sincera fra le vie del paese letteralmente invase da pianoforti, quel dono della gentilezza che troppo spesso si dimentica e che qui è stata dispensata a piene mani.

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Fra i momenti più intensi della nostra visita, durata due giorni, il concerto all’alba che Cesare Picco ha tenuto alla Pieve di Romena in un clima quasi irreale di generale comunione di intenti, o ancora i concerti di Francesco Grillo e Danilo Rea nella piazza principale di Pratovecchio. Negli orti abbiamo potuto ascoltare i PianofOrti di Nico Pistolesi, con il toy piano, protagonista anche di una bellissima lezione per i bambini con lo stesso strumento, e di Rocco de Rosa.

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Non sono mancati momenti di grande teatro, con le “Parole in bianco e nero intorno a un Disklavier” che ha visto protagonisti Debora Mancini e Paolo Stefano, e il geniale Eugenio Allegri, pietra miliare della recitazione italiana, in “Il pianista immaginario”.

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Di musica si è anche parlato nella sua valenza sociale, in quegli aspetti che attengono il grande potere che una formazione culturale individuale detiene nell’incidere positivamente sulla creazione di una coscienza e di una morale per sconfiggere le mafie. Ne ha parlato in prima persona Don Ciotti, con la consueta forza che le sue parole hanno di scavare nelle coscienze. Grazie al giornalista Enzo Gentile abbiamo conosciuto più da vicino Gloria Campaner e la sua storia musicale. Nemmeno la pioggia ha interrotto questa intervista ideale fra chi, come Gentile stesso ha detto subito, proviene da un contesto musicale diverso e chi, come la pianista, è cresciuta fra studi accademici.

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Gloria Campaner si è poi esibita sul palco principale nella sua musica d’elezione, quella dei grandi compositori come Chopin, Debussy, Rachmaninov e Prokofiev, a precedere l’ingresso di Stefano Bollani che in una piazza gremita ed entusiasta ha chiuso con il suo piano solo questa edizione di PianoForte sostenibile. Bollani ha eseguito brani propri, standard jazz e pezzi noti del repertorio internazionale, concedendo al pubblico, come spesso fa, con la consueta generosità che gli è propria, la scelta del gran finale. E il pubblico ha scelto di concludere il festival con una grande festa. Che questo poi dovrebbe essere il fine della musica no?

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