
Oggi parliamo di come parafrasare un tema non strettamente jazzistico come “Lettera a Pinocchio”. Nel primo esempio suono la melodia così come è stata scritta dall’autore. Poi provo a spostare, posticipando o anticipando, la melodia in questione, come potete ascoltare e vedere in questi video. Il consiglio è di munirvi di una matita e di un foglio pentagrammato per provare tutte le soluzioni possibili.
Per continuare la lettura...Questo contenuto è riservato agli utenti premium silver, coloro che sono registrati a Pianosolo.it. Se sei già un utente premium silver accedi qui altrimenti registrati gratuitamente.
Questo contenuto è riservato agli utenti premium silver, coloro che sono registrati a Pianosolo.it. Se sei già un utente premium silver accedi qui altrimenti registrati gratuitamente.
Tutti gli articoli della serie
- Introduzione di JazzKey - Corso Jazz (0)
- Come stare sul tempo - Corso Jazz (1)
- Parafrasare un tema in stile jazzistico – Corso jazz (2) (This post)
- Voicings a parti strette di 3° e di 7°- Corso Jazz (3)
Per Jason:
Sono anni che cerco di capire il jazz. Da allieva, nonostante l’età, di piano jazz ti dico che fra i limiti che mi impediscono di progredire velocemente nell’apprendimento c’è proprio una tecnica scarsa e inadeguata che mi preclude spesso di fare ciò che nella mia testa suonerebbe bene. Difficile persino suonare in gruppo e andare a tempo se non ce la fai a stargli dietro e per quello ci vuole esercizio e studio.
Sicuramente ci sono esempi di pianisti strepitosi in area jazz che sono autodidatti o non hanno formazione classica, senza andare troppo lontano nel tempo e nemmeno geograficamente, ti cito Franco D’Andrea a scopo esemplificativo, ma ne nasce uno ogni 100 anni credo. Detesto le classificazioni e infatti su questo sito ci occupiamo di tutti i generi, però non si può negare che lo studio classico sia per certi aspetti un valore aggiunto e positivo nel jazz, per altri negativo (leggi come difficoltà ad abbandonare lo spartito).
Quindi la mia domanda è questa: come acquisire l’abilità necessaria (abilità intesa come “saper fare”) oggi? Cosa proponi in alternativa agli esercizi di certa tecnica definita classica? Lasciamo perdere le abilità improvvisative o la conoscenza dell’armonia, dei pattern, ecc… io parlo proprio di come avere a disposizione uno strumento indispensabile, cioè le mani, perfettamente funzionante. Come conquisti agilità, indipendenza, ecc?
Ciao Guglielmo, purtroppo non ho la parte, ho trascritto il tema da una versione ufficiale che puoi trovare anche su youtube (credo)… ma volendo potresti comprarla ( se non riesci a trascrivere ascoltando l’ausio) in un negozio di spartiti, oppure cercare la parte su internet ma non ti assicuro l’affidabilità. Però appena trovo un pò di tempo provo a a trascrivere la parte del brano, quella basica senza spostamenti e varie modifiche! .. A presto.
Danise
e molto interessante, complimenti non puoi pubblicare la partitura di questo brano, lo sò è che molto vecchio del è 1943lo hanno suonato parecchi jazzisti e cantannti famosi di cui Duke Ellington e altri
Prego Alessandro, buon lavoro! 🙂
Ciao Alessandro. Puoi essere più specifico???… Cosa vuoi sapere esattamente????
per tecnica intendo scale arpeggi,personalmente studio le scale blues ma gli studi?quali studiare? hanon mi sembra un pò noioso.ho studiato una ventina di studi di cramer ma vorrei studiare qualcosa di specifico per il jazz grazie
Caro Alessandro, di base è importante conoscere e saper eseguire a mani unite tutte le scale, sia nel modo maggiore, sia minore, sia minore armonico , sia modo melodico. Così anche per gli arpeggi, tutti!!! Lo studio del pianoforte è complesso, nulla va tralasciato. Personalmente chiedo ai miei allievi di studiare la tecnica partendo dalla caduta libera, l’articolazione, 4 dita, Oscar Beringer tecnica pianistica, Chopin, Listz, Bach, Skrjabin, Schoenberg e chiaramente tutto ciò che un buon pianista deve preoccuparsi di studiare se vuole avere un ottimo suono, un’ottima tecnica per non parlare poi della “fisiologia pianistica”. Il jazz è prevalentemente un linguaggio, va affiancata la tecnica classica!!! …Come se si volesse imparare un idioma diverso, come ad esempio la lingua inglese, senza conoscere i congiuntivi in italiano!!!.
Poi non è detto, dipende da tante cose. Dovrei sentirti suonare per capire cosa ti manca in realtà. Questo corso (jazz Key) fornisce tante soluzioni e tecniche, ma ovviamente i rudimenti sono quelli che un buon insegnate di piano classico ti insegna o dovrebbe insegnare in Conservatorio o da privatista!!!
Prova ad inviarmi un video mentre suoni qualsiasi cosa, a modo tuo, sei libero di suonare ciò che senti, magari potrò darti delle dritte!!!
A presto Alessandro . Danise
grazie farò tesoro dei tuoi consigli.
“Il jazz è prevalentemente un linguaggio, va affiancata la tecnica classica!!! …Come se si volesse imparare un idioma diverso, come ad esempio la lingua inglese, senza conoscere i congiuntivi in italiano!!!”.
Diffidate da questa affermazione in quanto parliamo appunto di linguaggi diversi! In inglese non esiste il congiuntivo bensì un equivalente e questo è dovuto a processi mentali (ways of thinking) diversi.
Asserire in maniera categorica che allo studio della musica jazz va affiancata la tecnica classica è una pura assurdità: come dire che giocare a calcetto è la stessa cosa che giocare al calcio. Usciamo da questi falsi luoghi comuni e confrontiamoci con i metodi d’insegnamento di chi ha inventato questa musica, leggasi scuole americane.
Ciao Jason, ti rispondo perchè Madiba diceva : L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra. (N.Mandela), e perdonami tu non lo sei se ti nascondi dietro ad uno pseudonimo, abbi l’educazione di firmarti con il tuo vero nome e cognome, ma detto questo vorrei rispondere brevemente alla tua affermazione colorata di astio, ma voglio precisare che non sei maleducato, ma scostumato.
1) Se tu avessi letto con pace interiore il mio commento, avresti capito che quando parlo di congiuntivi parlo solo ed esclusivamente della lingua italiana. Basta chiedere conferma ad un insegnante di inglese o qualsiasi liceale di cosa parlo, impareresti quanto è importante conoscere la propria lingua per imparare , bene, un altro idioma.
2) Corea, Hancock, Evans, Petrucciani, Monk, Jarrett e tanti altri hanno studiato musica classica, e fanno la differenza, ad occhi chiusi riconosceresti il loro suono e il modo di comporre. Ovvio non è una legge,ma un valore aggiunto. Ci sono pianisti che hanno un suono piccolo e una tecnica non classica, ma sono dei grandi jazzisti, ma dato che sei un grande conoscitore della musica jazz non ti elenco i nomi di questi.
3) Rispetto il tuo pensiero, ma non accetto il tuo essere scostumato nel non firmarti.
4) Studia tanto, parla poco, FAI tanto.
A presto e buona musica!!!
lezione molto interessante grazie.ti volevo anche chiedere che tipo di tecnica pianistica dobbiamo affiancare a questo tipo di studio?a presto