
Ottimizzare lo studio del pianoforte
Ti sei mai chiesto come fare per ottimizzare lo studio di un brano? Ci sono alcune regole che nel corso del tempo sono riuscito ad individuare, che potrebbero farti risparmiare un bel po’ di tempo. Cercherò di riassumerli in alcuni punti che potrai facilmente seguire.
1) Dai un’occhiata generale al pezzo
2) Suddividilo in parti (gruppi di battute, meglio se con un senso)
3) Inizia la lettura a mani separate dei vari gruppi di battute (non più di una-due se il pezzo è difficile).
4) Adesso concentrati sul primo gruppo di battute. Studiale LENTAMENTE a mani separate e quando ti senti sicuro unisci le mani.
5) Noterai che in qualche punto, in qualche frase più ostica, farai più errori. Isola quel punto dal resto (1-2 battute max) e suonalo in loop (ciclicamente) sempre facendo molta attenzione a note e velocità di esecuzione. Vedrai che dopo molte ripetizioni riuscirai ad eseguirla correttamente.
6) Ripeti il gruppo di battute e se tutto è andato a buon fine sentirai la melodia scorrere armoniosamente. A quel punto potrai procedere con la battute seguenti. Se invece incontri ancora difficoltà riprendi le battute più ostiche e non avere fretta, ripeti i punti precedenti.
7) Mano a mano che prenderai sicurezza, potrai aumentare la velocità. Ma se ci sono ancora incertezze, rallenta e ripeti. E’ semplice!
Se possibile durante lo studio usa sempre il metronomo. Il tempo è importantissimo, non dimenticarlo mai.
Ripetere i punti 5 e 6 applicando le varianti ritmiche al pianoforte studiate e analizzate minuziosamente nell’articolo collegato.
Commentate qua sotto se avete altri suggerimenti da offrire! Buono studio!
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Cari signori maestri. Ho ascoltato con molta attenzione quanto Christian ha detto sulla memorizzazione. Infatti, ho più volte percepito che suonavo come “uno Zombi”. Questa cosa; detta da Christian , mi ha prodotto un vero e proprio shoc. A questo punto domando: Sentito che la migliore memoria è quella intellettiva, e, siccome sto studiando il Beyer: che devo usare la memoria intellettiva per l’intero libro di Beyer? Grazie
ho cominciato il pianoforte da un anno, ma mi trovo in difficoltà di sapere la nota del diesis
consiglio per le battute difficili: usare varianti ritmiche!!
Grazie Antares!
iscriviti al forum e li ne troverai a migliaia di informazione e suggerimenti. anch'io nn è da molto che seguo la mia passione ma nn mi voglio arrendere. continua così
p.s. se all'inizio ti annoi perchè il tuo insegnante nn ti fa suonare per due o tre o quattro lezioni, nn ti preoccupare, la teoria eè importante e senza di quella nn puoi suonare. quindi va avanti per la tua strada con passione e determinazione
auguri
Ciao a tutti,ho 25 anni da poci giorni,sono di Parma e non mi manca molto per la laurea…non so nulla di musica,note ecc……però dentro da anni ho sempre avuto una voglia di pianoforte enorme….chiaramente questa passione mi è sempre stata affogata dagli amici che mi dicevano che era impossibile imparare…..peccato che lo dicevano anche dell'Università!!!quindi ho riscoperta il valore della Volonta!!!e che non si ascolta il consiglio di chi la passione non ha!!poichè chiaramente vede solo ostacoli!!!!giusto??e ci credo non focalizzano l'obbiettvo!!….bene signori!!voi cosa mi dite??io comincero un corso a settembre di 1ora a sett…avrò bisogno di un piano a casa per fare esercizi durante la settimana immagino che verrano assegnati in questo corso(si spera)…ho i brividi a sentire suonare il piano!!paura veramente una cosa paurosa!!!!accetto un sacco di consigli!!!e spero possa contare su di voi!!
CARISSIMI per leggere correntemente uno spartito commisurato alle capacità effettive raggiunte occorre solo leggere di continuo partiture in chiave di violino e basso. Non leggete separatamente le chiavi in quanto la difficoltà è quella di assemblare la lettura su entrambe le mani contemporaneamente. E' evidente che è indispensabile una certa pratica iniziale di lettura a mani separate per chi è agli inizi. Ma l'effiacia vera nella lettura e l'ambito risultato della lettura a prima vista la si ottiene leggendo il più possibile spartiti "normali" dal Beyer in poi. Leggere , leggere, leggere. Il cervello farà il resto in modo automatico. Suonando uno strumento musicale in realtà non si memorizza ma si AUTOMATIZZA il pezzo attraverso gli schemi motori inconsci che voi costruite ripetendo il pezzo molte volte. Più si ripete e più si automatizza e più si automatizza e più riuscirete a dare espressività alla musica che suonate.
grazie christian…seguirò i tuoi consigli….sito fantastico ho trovato un sacco di cose interessanti….
aiutooooooo…è da 4 anni che non tocco un pianoforte per motivi che non sto qui a spiegare ma mi è tornata una voglia matta di ricominciare ma con il lavoro e il costo troppo eccessivo di alcune scuole che ci sono qui mi è impossibile ricominciare qualche libro che mi aiutasse a riprendere la lettura della mano sinistra che è quella piu complita perchè con la mano destra ancora riesco bene..grazie mille…
Ciao veronica, per allenarti a leggere in chiave di basso puoi leggere tutte le chiavi di sol e immagginarti che siano di fa, oppure comprare qualche libro sul Setticlavio come i Solfeggi parlati e cantati III parte di Barbieri Edizioni Carrara. O sennò il II volume che tratta la chiave di fa e di SOl, sarebbero da solfeggiare ma te puoi usarli benissimamente per leggerli 😉
Grazie! al più presto inserirò le altre invenzioni…!
Sì, grazie. Credo di aver capito cosa sia la “parabola”. L’ho vista fare ad Andrea Bacchetti nel DVD delle Goldberg… però lui le suona da Dio… io, a parte l’aria, arranco sulle variazioni più semplici e lente… ma non mi perdo d’animo.
Ciao e complimenti per i suggerimenti sulle invenzioni a 2 e 3 voci (anzi, se ci puoi dare ulteriori suggerimenti, sarebbe ancora meglio): anche io ho sempre pensato che i “pezzi facili” di Bach siano un’ottima propedeutica.
Ciao, innanzi tutto complimenti per il livello di preparazione! Sinceramente non ho mai letto da nessuna parte qualcuno o qualche metodo che ti insegni a incrociare le mani. Ma l’ esperienza mi ha portato a capire che quando bisogna incrociare le mani, la mano che fa il salto non deve andare direttamente alla nota ma deve fare una PARABOLA. Esistono però diversi tipi di incroci. Quelli della mano sopra (come nel primo tempo della Patetique di Beethoven) oppure i passaggi di mano sotto (come nelle fantasie di Wagner). Per quelli sopra la tecnica da usare è quella della parabola, per quelli sotto invece, non deve fare il lavoro la mano che deve spostarsi, ma quella che continua a suoanre, alzandosi facendo spazio alla mano che deve andare sotto.
Spero di esserti stato utile, ciao!
Avete qualche suggerimento su metodi per migliorare l’incrocio delle mani sul piano, mi riferisco cioè ad alcune delle Variazioni Goldberg di Bach?
Grazie.
Roberto, ti ringrazio per questo splendido Metodo che hai realizzato e ci hai segnalato.
In effetti avevo trascurato questa seconda via, in virtù del fatto che non abbiamo ancora trattato l’Armonia.
Questa potrebbe essere una occasione per dare una infarinatura o un approfondimento a chi lo desideri.
Fateci un salto quindi…
Un modo diverso per ottimizzare lo studio di un brano, e sporattutto per non dovere andare a memoria, e’ fare l’analisi armonica. Cioe’ sapere il perchè.
Segnalo il “Metodo di improvvisazione per chi suona ad orecchio” (www.robertovillari.it/music). Pur essendo un sistema che lega la teoria alla pratica sulla chitarra, la parte teorica è utilissima per qualsiasi strumento, anche la voce. Ed e’ valido anche per chi ha studiato con una impostazione classica.
Ciao a tutti.
Roberto Villari
ok grazie ancora
ok grazie ma è cosi tanto difficile e sempre più scoraggiante, sempre riferendomi al beyer op. 101voglio focalizzare per bene gli esercizzi sulla legatura di valore 30e31 abbastanza difficili e che non riesco ad andare veloce neanche a 60.
poi sarà meglio che ripeta quello che ho già fatto fino ad oggi prima di passare alla pagina successiva eserc,32.33 ecc xkè li si cambia diteggiatura e la cosa mi fa paura, speriamo bene grazie ancora,
Roberto.
Quale scoraggiante? Ci sarà un motivo per cui il diploma in pianoforte dura 10 anni… 🙂
Fai il tuo e vedrai che in un annetto… saprai gia fare buone cose 🙂
Dai Roberto non arrenderti, poi ogni soglio sarà come essere al luna park 🙂 io studio da due anni e ne ho 47, adesso sto lottando con la sonatina in Sol di Beethoven….incredibile, non avrei mai pensato di arrivarci! A volte mi guardo le mani e dico: Acc….ma sono mie?
In un mese esser già agli esercizi sulla legatura di valore, vuol dire che o le mie lezioni sono veramente buone 😀 , o che sei un genio.
Quindi, non preoccuparti, costruisci delle basi solide almeno con la lettura e piano piano andrai a svincolarti dallo spartito…
Vedrai che piu vai avanti e piu, suonando diversi spartiti (come le invenzioni a due voci di bach) inizierai a rendere indipendenti le due mani.
Con la giusta calma e la giusta pazienza riuscirai a fare tutto. Intanto io mi concentrerei sulla tecnica e sulla lettura. (tanto a teoria e armonia sai gia il necessario)
pochissimo un mese
Grazie Giulio di quello che mi hai scritto, si gli esercizi riesco a farli bene ma con molta concentrazione, basta che mi distragga minimamente oppure che pensi ” guarda come vado bene , non ho ancora sbagliato ” ed è li che mi impappino scambio le mani nella mia mente ed altro.non ho disinvoltura, spero arrivi col tempo.
Riguardo a SINCERITA’ di Arisa
come si fa a far fare alle mani cose diverse,tipo sinistra ritmo e destra melodia? viene da se col tempo anche quello o ci sono tecniche particolari.
scusa se sono noioso, ti saluto grazie ancora roberto.
Ciao Roberto, vorrei sapere da quanto suoni il pianoforte, così ti posso rispondere meglio. 🙂
ho da poco iniziato da a studiare il pianoforte circa un mese, perchè ne ho ereditato uno a parete , che ho fatto restaurare/riparare ma anche perchè mi è sempre piaciuto, mi dedico allo studio circa un’oretta poco più al giorno e vedo qualche piccolo progresso, sono appena arrivato sul Beyer alla legatura di valore degli esercizi a due mani, certe volte mi scoraggio ma poi non demordo e a forza di ripetere arrivo a eseguire decentemente gli esercizzi precedenti come ripasso e quelli recenti a 90/100 battute e a proposito di quello che ho letto di altri, certe volte credo di riuscire perchè ho imparato a memoria i pezzi, ma poi invece mi accorgo che se non guardo le note mi fermo subito, allora cos’è? apprendimento o no?
Ho 46 anni, conosco la musica a livello bandistico da anni ( non professionista), ma la tecnica del pianoforte ripeto solo da un mese, Domanda , alla mia età si può ancora sperare di imparare, o si perde solo tempo? Grazie.
Allora a 46 anni sei ancora giovane, non ti puoi scoraggiare cosi.
Ti posso dire che per arrivare all’esercizio 30, io ci ho messo almeno 6 mesi. Ero piccolo (11anni), ma ci ho messo tanto tempo ugualmente. Quindi… l’eta non conta sempre.
Riguardo alla domanda sull’apprendimento, quando esegui un esercizio correttamente vuol dire che lo hai acquisito. Se non te lo ricordi a memoria è un altro discorso…
A Alex: a me in realtà succede esattamente l’opposto di quello che succede a te; appena comincio a leggere un pezzo lo suddivido in alcune battute principali e già dopo averlo letto due nvolte l’ho già imparato a memoria. Il problema è che però non so leggere velocemente, anzi leggo molto lentamente e ciò si rivela svantaggioso in parecchie occasioni.
Vorrei aggiungere un consiglio o più che altro una cosa che faccio sempre io. Quando finisco di studiare un pezzo, lascio passare una settimana in cui ogni giorno suono quel pezzo più quelli che avevo studiato precedentemente, ma solo quelli che ho voglia di ricordare per farli sentire agli amici. In questo modo al momento ricordo 7-8 spartiti, quelli che fanno più colpo.
Grande!
Ciao Studio pianoforte da qualche mese, una domanda che mi sto ponendo ultimamente è quanto conti la memoria nell’apprendimento di un brano.
Il mio maestro mi “obbliga” e mi ha sempre obbligato a leggere le note, per questo motivo nella partitura non ho mai appunti nè note trascritte (solo la diteggiatura quando serve).
Questo se inzialmente si è rivelato un duro ostacolo, ora sta dando buoni frutti per la lettura a prima vista delle partiture.
Le modalità di apprendimento del brano non si discostano molto dal modello da te indicato, tuttavia mi accorgo spesso che l’apprendimento è alla fine mnemonico, e durante l’esecuzione in particolare mi capita spesso di suonare senza leggere lo spartito, pur sapendo il punto che sto eseguendo ed essere in grado diindividuarlo, perchè ormai lo conosco a memoria.
Capita anche a voi?
Sto bagliando qualcosa?
E’ forse per questo motivo che molti pianisti quando suonano non hanno la partitura davanti a loro?
Grazie e complimenti per il tuo blog.
Quando, dopo molte ripetizioni, riesci a suonare delle battute senza difficoltà lo devi sopratutto alla tua capacità di memorizzazione. Se non sei di fronte a particolari difficoltà tecniche (in cui la mano ad esempio deve fare salti, ha bisogno di velocità ecc…) ma a molte note il lavoro è quasi esclusivamente di memorizzazione. Ti accorgerai che spesso non avrai bisogno di leggere.
È così che lavorano tutti gli artisti… si affidano alla memoria.
Alcuni pianisti classici non riescono a svincolarsi dallo spartito di fronte, ma in realtà spesso è soltanto una questione psicologica. Ho provato a togliere lo spartito che avevo di fronte e a metterne uno totalmente diverso. Ho notato che soltando vedendo le note (qualsiasi esse fossero) simulando la lettura, riuscivo a ricordare meglio il pezzo (che non avevo di fronte).
Quello che ti posso dire con certezza è che siamo strani 😀
Per suonare a prima vista l'unico sistema in assoluto è abituarsi a leggere continuamente con progressiva difficoltà del pezzo della musica affrontata. Quando parli di memorizzazione stai parlando di un processo di configurazione di schemi motori inconsci che scaturiscono dalla ripetizione del pezzo quindi indipendenti dalla volontà e dalla coscienza tanto è che mentre suoni non segui direttamente nota per nota ma suoni fluidamente. E' questo punto che ci deve mettere l'espressività elemento che non puoi introdirre finchè il pezzo non è sufficientemente "automatizzato".