
Passeggiate musicali: a Napoli per il pianoforte di cristallo
Come dice l’antico proverbio “la casa nasconde ma non ruba”, così gli Archivi del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli avevano “nascosto” sotto pile di custodie di altri strumenti un prezioso pianoforte a cristalli della fine dell’Ottocento.
Lo strumento risultava appartenere alla nobile famiglia Del Balzo che, appassionata e cultrice della musica, ne aveva fatto dono al Conservatorio, insieme a numerosi strumenti musicali provenienti da tutto il mondo, tra i quali uno caratteristico cinese che veniva usato soprattutto durante le processioni.
Percorrendo le antiche stradine del centro storico, nel convento che una volta apparteneva alla Congregazione dei Celestini annesso alla chiesa di San Pietro a Majella, si può visitare uno dei più antichi e prestigiosi Conservatori di musica, entrare nella biblioteca per godere di un patrimonio unico al mondo tra manoscritti, stampe e libretti d’epoca e visitare la quadreria e i preziosi strumenti musicali conservati nel Museo.
Proprio qui, dopo lungo e costoso restauro, il pianoforte a cristalli, diretto discendente della glassharmonica, mostra tutta la sua ricchezza per la storia; avvicinandosi si può osservare la preziosa parte interna dotata di due xilofoni con 25 lamelle di cristallo, accordate per mezzo della differenza di lunghezza e di spessore e incollate sui margini di legno della scatole di risonanze degli xilofoni. Le lamine sono percosse dai martelletti di legno mossi dalla tastiera del pianoforte.
Ha la caratteristica forma a tavolino con quattro gambe in legno di mogano e la tastiera di sole quattro ottave.
Per riscoprire i preziosi suoni di questo strumento sarà appositamente creato un programma di concerti per glassharmonica che prevede molta musica di Mozart, che compose per questo strumento l’Adagio e il Rondo KV617 in do minore, ma anche musica di Berlioz, Beethoven e Strauss.
Il pianoforte a cristalli è stato ritrovato durante i lavori di sistemazione della sala adibita a deposito del Museo del Conservatorio, chiamata sala “del tesoro nascosto” perché contiene cimeli, strumenti e quadri di notevole valore e in fase di scoperta. Questo strumento è un esempio rarissimo di pianoforte a cristallo di metà Ottocento che si riteneva perduto e che probabilmente venne costruito in relazione all’interesse suscitato dall’uso della glassharmonica nelle opere eseguite in quel periodo al Teatro San Carlo.
L’occasione è importante perché volendo si può approfondire la visita nelle altre sale del Museo del conservatorio napoletano che custodisce anche una preziosa quadreria e i capolavori di Stradivari con le tastiere di Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello.