Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì, oggi è il 24 dicembre, Chicago è più fredda e ipocrita che mai, i bambini impazziscono di curiosità nell’attesa di Santa Claus e i barboni muoiono di freddo sui marciapiedi, mentre io sono appena entrato da Joe. Il juke box, che prima suonava La stangata ora è muto, come per magia. Sì, lo so, ogni juke box della terra – tra quelli ancora in vita, s’intende – si spegne quando la canzone è finita o quando sono finiti i soldi che ci hai messo per farlo cantare, ma vi dico che questo è stregato. Non sono ancora sbronzo e vi assicuro che non mi ricordo di aver visto mai nessuno metterci un centesimo.
Ma non è di questo che volevo parlarvi. Oggi è la vigilia di Natale, e a parte la tristezza che questo periodo riesce a darmi ogni cazzutissimo anno, da un po’ di tempo a questa parte ho un motivo in più per essere di malumore, ed è proprio per questo che oggi – proprio oggi – sono venuto da Joe deciso a ubriacarmi fino a non reggermi in piedi. So già che il mio buon amico mi trascinerà fino alla branda del suo ufficio e mi sveglierò domattina con la voglia di vomitare e una sete tremenda, il tutto condito da un fottutissimo cerchio alla testa. Da qualche anno Joe mi fa anche trovare due aspirine sulla scrivania: forse smetterò di chiamarlo vecchio Joe.
Ma che cavolo..?! Non ci credo, non ci credo! Non sta succedendo a me!! Quattro rincoglioniti sul palco stanno suonando Kissing a fool, proprio stasera. Avrei una gran voglia di picchiarli, ma credo invece che inizierò con una doppia razione:
– La bibita della vigilia Joe.
Per le ‘occasioni speciali’ Joe tiene sempre del whisky invecchiato, non so da dove diamine se lo faccia arrivare, so solo che lo chiama Devil’s kiss, il bacio del diavolo: quando la mattina dopo ti svegli all’inferno scopri il perché del nome. Joe ne tiene una bottiglia per me la vigilia di ogni Natale da qualche anno a questa parte. Questa è una data speciale: è la prima volta che ho visto Betsy. E, come sapete, anche l’ultima.
… continua