La tonalità di Do maggiore è erroneamente ritenuta “facile” da molti, in realtà offre possibilità infinite a livello compositivo e a esempio di questo possiamo citare il genio di Mozart.
Mozart ha scritto ben 5 sonate in Do maggiore (contando anche quella in La minore). La sonata di cui parliamo oggi è la Sonata in Do maggiore n.7 K 309.
Per farci un’idea della bellezza di questa sonata qui la ascoltiamo nella splendida esecuzione di Maria Joao Pires.
Un misto di leggerezza e profondità nella migliore tradizione mozartiana, quella che fa apparire semplici anche le cose più complesse.
Descrizione sonata
La sonata è in Do maggiore, perciò non contiene alterazioni in chiave. Troviamo 3 movimenti:
- Allegro con spirito
- Andante, un poco adagio
- Rondeau (Allegretto grazioso)
Il primo movimento inizia con un tema asimmetrico che dura 7 battute e al suo interno mantiene questa asimmetria. Ascoltiamo questa tema che esordisce due incisi fortemente contrastanti tra il forte e il piano secondo una caratteristica chiaroscurale propria della musica mozartiana. La seconda idea tematica è anche questa asimmetrica. Il ponte modulante conduce dal do maggiore al sol maggiore in cui è scritto il secondo tema. Tutto il movimento richiede un grande rispetto delle dinamiche del pezzo, evidenziando l’incessante alternanza da p a f . Ovviamente dovrai accentuare i f .
Giunti allo sviluppo del primo movimento troviamo un attacco molto simile all’inizio della sonata ma è proprio qui che Mozart si diverte a creare l’inaspettato. L’inciso iniziale si muove, è ripetuto in modi diversi, fino al sopraggiungere di un momento più lirico e intimo tra continue modulazioni che attestano questi moti emotivi.
Anche la ripresa presenta numerose sorprese, come il richiamo alla drammaticità dello sviluppo e che ripresenta il primo nucleo del tema iniziale in tonalità di do minore. Il secondo tema che inizialmente era alla dominante ora lo troviamo alla tonica. quindi da Sol maggiore a Do maggiore, ma è a mani invertite. In pratica è la sinistra ad eseguire il tema vero e proprio. Una brevissima coda chiude la sonata.
Il secondo tempo è un classico andante mozartiano che cela in sé numerose finezze compositive. Per la precisione è un Andante, un poco Adagio che presuppone un andamento comodo e piano tipico dell’Andante ma al tempo stesso contenuto e misurato come richiede l’Adagio. Qui più che mai il rispetto delle indicazioni dinamiche mozartiane è fondamentale per ottenere una buona esecuzione.
Il terzo tempo è un Rondeau, una struttura circolare che presenta una semplicità armonica stupefacente, sempre in do maggiore per le prime 12 battute. Naturalmente Mozart non poteva darci qualcosa di scontato e la presenza di un Do diesis a un certo punto rende il tutto sorprendente
Una sonata da studiare per conoscere il genio mozartiano mettendoci le mani direttamente e da suonare con grande soddisfazione.
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