Home Premium Gold Metodo di studio produttivo – 4. La velocità arriva da sola

Metodo di studio produttivo – 4. La velocità arriva da sola

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metodo pianoforte

metti-ceraHai presente il film “karate kid”? In quel film protagonista è Daniel, un ragazzo che vuole imparare l’arte del Karate. Dopo alcune ricerche decide di affidarsi al maestro Miyagi, un anziano saggio che prima di insegnargli la vera arte, gli assegna esercizi che con tutto hanno a che fare tranne che col Karate, come riverniciare una staccionata o stendere la cera. In un primo momento il ragazzo non riesce a capire l’utilità di questi gesti, ma poi diventano essenziali per la sua tecnica, permettendogli di vincere un importante torneo.

Ecco, il mio primo insegnante di pianoforte mi diceva sempre: “ricorda che la velocità arriverà da sé”. Io avevo solo 12 anni quando ho iniziato a studiare e non potevo capire il significato di una frase del genere. Oggi, a 25, posso dire di iniziare a comprendere. La velocità dell’esecuzione arriva passo dopo passo, giorno dopo giorno. Un’esecuzione, per ritenersi tale, deve essere fluida e senza intoppi. Che sia a 60 di metronomo o 180, non ci devono essere intoppi o problemi. Se ti fermi durante un’esecuzione del brano significa che il brano non è ancora pronto per essere eseguito a quella velocità. Quindi, diminuisci una tacca di metronomo.

Non sei tu a dover spingere sull’acceleratore ma saranno le tue mani che al momento giusto ti diranno di andare un po’ più veloce perché saranno pronte.

La più grande sfida è trattenersi nel dire “vediamo come viene a velocità finale”. Nel momento in cui vai a “sciommiottare” un’esecuzione, è proprio lì che vai a distruggere tutto ciò che di buono hai costruito fino ad ora.

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Studia lentamente perché è proprio lentamente che prendi coscienza delle note, dei passaggi, della diteggiatura, e delle indicazioni di dinamica e agogica.

Immagina di andare in autostrada a 200 km/h. Ad un certo punto c’è un cartello che ti avvisa di rallentare perché l’autostrada ha una deviazione per causa lavori. Se vai così veloce probabilmente non avrai il tempo per vedere quel cartello e ti andrai a schiantare. Lo stesso ragionamento lo possiamo fare al pianoforte. Solo andando lentamente possiamo notare tutto ciò che l’autore ci chiede: note, legatura, dinamiche, diteggiatura, agogica, espressione, colori e molto altro. Ogni segno sullo spartito deve essere per noi fondamentale e non deve essere preso con leggerezza. Ricorda che quando vai lentamente non “butti via il tempo”. L’idea di perdere tempo è dato dal fatto che magari non riesci a studiare tutti le parti che avresti voluto in quel lasso di tempo, così ti demoralizzi. In realtà è meglio fare poco fatto bene che tanto fatto male (come sempre, del resto).

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Sono un pianista a tempo pieno, laureato a pieni voti all'ISSM "G.Puccini" di Gallarate. Adoro condividere le mie esperienze musicali sul web con articoli e video. Insegno pianoforte a coloro che intendono cominciare questa fantastica avventura.

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