
Maurizio Baglini, Scarlatti. In tempo di danza (2014, Decca)
Esce per i tipi della Decca una nuova registrazione del pianista Maurizio Baglini dedicata alla musica di Domenico Scarlatti e intitolata “In tempo di danza”. Il titolo e il contenuto del cd rendono omaggio a certo repertorio scarlattiano, quello che rievoca l’esperienza spagnola del compositore napoletano alla corte di Madrid. Registrato in occasione dell’edizione 2013 dell’Amiata Piano Festival nella Sala Musica Collemassari sul grancoda Fazioli F 1660, “In tempo di danza” trasporta su sonorità contemporanee un repertorio clavicembalistico che è qui riunito sotto il comune denominatore di un impianto ritmico inequivocabilmente legato al fandango, alla jota, alla muñeira, in una parola: danze spagnole. Maurizio Baglini affronta queste sonate con consapevolezza minuziosa delle sottigliezze interpretative che richiedono, non si attesta sulla generica definizione di “danza”, piuttosto ne scandaglia la varietà ritmico-melodica e quell’arditezza armonica che attiene alla musica scarlattiana, rendendoci partecipi di un accurato lavoro di cesellatura sonora.
In questa musica non dobbiamo andare a cercare elementi folklorici quali li potremmo intendere in un’accezione contemporanea, quanto piuttosto quei segnali di un’assimilazione profonda e sincera di alcuni aspetti del linguaggio musicale a cui la geografia iberica e la storia di Scarlatti fanno da ambiente naturale con un inestimabile patrimonio di stratificazioni culturali e storiche. Baglini affronta questo patrimonio con disinvoltura, forgiando un tocco chiaro, luminoso, molto diverso da quello che abbiamo ascoltato nelle sue interpretazioni del romantico Schumann ad esempio, atto a definire in maniera appropriata la nitidezza stessa, negli effetti sonori, della scrittura scarlattiana, una scrittura in grado di esprimere un repertorio di emozioni poliedrico e rutilante, dalla passionalità all’introspezione, dalla gioiosità a una meditabonda spiritualità.
E attraverso le mani di Maurizio Baglini ci sembra davvero di toccare anche a noi, con le nostre mani, questa Spagna danzante, universo in movimento che dai tempi di Scarlatti sembra non essersi mai fermato nemmeno un attimo per riprendere fiato.
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