
Maurice Ravel, Sonatine
Iniziata nel 1903 per partecipare ad un concorso indetto da una rivista musicale, Ravel ultimò la “Sonatine” nel 1905 (data della pubblicazione della partitura da parte dell’editore Durand di Parigi). Doppia prima per questo piccolo capolavoro: la prima esecuzione avvenne a Lione il 10 marzo del 1906, al pianoforte sedeva Paul de Lestang; la prima parigina invece, ebbe luogo alcuni giorni dopo alla Société Nationale de Musique (sala della Schola Cantorum), grazie alla magistrale interpretazione di Gabriel Grovlez. La “Sonatine” fu inoltre dedicata a Ida e Cyprien Godebski, amici intimi del compositore. Il lavoro riscosse in breve tempo grandissimi successi.
La “Sonatine” è indubbiamente una composizione molto breve (13 minuti circa), suddivisa in tre movimenti. La finezza della scrittura, il classicismo della forma, avvicinano questa partitura più ai lavori di Roussel (Sonatina op.16 del 1912) che non a Dukas (es: la grande Sonata in Mi bemolle minore del 1900 dal sapore prettamente beethoveniano).
Modéré: La struttura deriva dalla forma sonata classica, il tema iniziale in fa diesis minore che emerge dal tappeto sonoro di biscrome ha un carattere triste, dai colori pastello; contrapposto al successivo tema nella relativa maggiore (la) dai toni più chiari e solari. Lo sviluppo dei temi è piuttosto breve e la ripresa conduce nuovamente alla tonalità principale.
Mouvement de menuet: ha il ruolo di movimento lento di sonata, di carattere solenne ed elegante ha punti di contatto con il primo movimento, un esempio è l’intervallo di tonica-dominante dell’esordio che in questo tempo troviamo rovesciato. Il trio di carattere leggero ha un’enorme ricercatezza negli abbellimenti, anche in questo caso troviamo delle reminiscenze tematiche del primo movimento.
Animé: scritto in stile di toccata, il finale è un “divertissement” virtuosistico su vari temi, una sorta di moto perpetuo dove si individuano comunque l’esposizione dei temi, lo sviluppo e la ripresa. Al primo tema molto veloce e frizzante si contrappone il secondo tema dal fascino più triste con richiami al modéré. Il terzo tema ha richiami al Menuet, a sua volta derivato dal tema iniziale.
La “Sonatine” si può inoltre considerare una composizione ciclica ma con una fantasia creativa e una sensibilità che vanno oltre l’applicazione scolastica del principio ciclico. Consiglio l’ascolto di questo gioiellino dalle mani di Alicia de Larrocha.
