
Luca Ciammarughi, Le ultime sonate di Schubert. Contesto, testo, interpretazione (LIM)
Il titolo di questo volume firmato dal pianista e critico musicale Luca Ciammarughi e pubblicato da Libreria Musicale Italia schiude il nostro immaginario ai tre capolavori pianistici che Franz Schubert scrisse nell’ultimo scampolo della sua breve vita.
Le celebri ultime tre sonate schubertiane sono l’oggetto dell’accurata indagine che Ciammarughi ci rende, un’analisi capillare e al contempo appassionata della scrittura schubertiana, una minuziosa esplorazione della forma sì, ma anche del valore espressivo che ciascuno degli elementi del testo rappresenta, adottando una prospettiva che sarà certamente di grande utilità a tutti coloro che intenderanno accostarsi a queste opere con il fine della loro esecuzione o anche solo di una maggiore comprensione.
Risulterebbe comunque riduttivo apprezzare il testo di Luca Ciammarughi esclusivamente per questa sua parte di analisi. L’indagine va più in profondità. Con una messa a fuoco progressiva e graduale, l’autore entra nel mondo di Schubert da una porta i cui esterni sono il contesto stesso in cui la musica del compositore fiorisce e si evolve, il punto di partenza ideale per un viaggio che dimostra come le ultime tre sonate lungi dall’essere espressione di un immaginario commiato ideale di Schubert dal mondo terreno costituiscano piuttosto una “sintesi di un lungo e travagliato percorso terreno, che si esplica nelle Sonate in tutta la sua ricchezza emozionale”, come scrive Ciammarughi nell’Introduzione al volume.

Luca Ciammarughi racconta la genesi e la ricezione di questi capolavori schubertiani in una narrazione snella, agevole alla lettura, eppure densa di riferimenti e collegamenti a un contesto estremamente ampio a cui non sono alieni la storia, il tessuto sociale e culturale, l’ambiente musicale in cui questi tre capolavori si collocano, a denotare la profonda conoscenza e la personale affezione dell’autore alla musica di Schubert.
L’ultima parte del libro è dedicata alla storia dell’interpretazione di questa materia musicale schubertiana, una sorta di saggio nel saggio che narra del progressivo ingresso di queste sonate nel repertorio concertistico dei grandi interpreti, della fluttuante trasformazione nel tempo del concetto stesso di interpretazione, del trasformismo stesso di questa sostanza musicale tra le dita dei suoi interpreti, mai univoca o passibile di una visuale prospettica oggettiva in quanto sconfinata nei suoi significanti. Una musica la cui ricchezza e profondità si esplicitano e si rinnovano ad ogni ascolto e il cui mistero resterà forse sempre irrisolto, oggetto di una ricerca infinita.
Un saggio monografico da leggere dunque con estrema attenzione, magari ascoltandone incisioni importanti, che per altro ci suggerisce lo stesso Ciammarughi nel testo, e spartito alla mano per addentrarci più in profondità nel caleidoscopico mondo schubertiano.