Spesso durante lo studio di un brano o di un esercizio ci siamo imbattuti in una frase o in un gruppo di note particolarmente ostiche. Affrontarle a testa alta diventa un problema: l’esecuzione si trasforma in un’incognita, con il rischio e pericolo di far rivoltare il compositore nella tomba.
Tra le tecniche per un buon metodo di studio, c’è una tecnica speciale di cui voglio parlarti, denominata le “varianti ritmiche”.
Cosa si intende per varianti ritmiche?
Le varianti ritmiche consistono nell’interpretazione di una sezione o di un insieme limitato di misure di un brano attraverso l’impiego di ritmi alternativi, cioè la modifica, a fini pedagogici, di determinate misure per facilitarne la memorizzazione e l’ottimizzazione tecnica. Questo metodo di studio consente di affrontare e superare con maggiore efficienza passaggi musicali di alta complessità. La sua efficacia si manifesta nell’abilità di risolvere in tempi brevi passaggi che presentano notevoli sfide tecniche.
L’esempio perfetto per dimostrare l’efficacia delle variazioni ritmiche può essere trovato proprio nella Sonata n.8 in la minore di Mozart (K310). Questa sonata, ricca di complessità tecniche e musicali, è un terreno fertile per l’applicazione di tale metodo di studio.
Il primo movimento, Allegro Maestoso, presenta una caratteristica forma di basso albertino nell’accompagnamento della mano sinistra.
Il basso albertino, una figura ritmica molto comune nell’epoca classica, consiste in una sequenza di note alternate, una sorta di accordo spezzato, ovvero arpeggiato, le cui note sono eseguite ciclicamente nell’ordine: bassa, alta, media, alta. Sono generalmente eseguite in un andamento veloce, per questo uno dei classici errori in cui possiamo cadere è quello metronomico.
Spesso ci troviamo a rallentare drasticamente una serie di battute a causa di una mancanza di sicurezza e percezione ritmica. Le misure precedenti, infatti, potrebbero presentare gruppi di note con un ritmo più lento rispetto alle seguenti, causando un senso di smarrimento ritmico e una conseguente decelerazione.
È qui che possiamo applicare l’approccio dello studio con varianti ritmiche, variando il tempo e la durata delle note. Le variazioni che menzionerò sono solo alcune tra le molteplici possibili, poiché ogni insegnante sviluppa strategie più idonee a seconda delle circostanze, personalizzandole in base alla propria inventiva, esperienza e capacità creativa.
Dove utilizzare le varianti ritmiche
Le varianti ritmiche vengono utilizzate al loro meglio su ritmi regolari (es. basso albertino, scale, arpeggi ecc…) e a mani separate. Potrebbe diventare particolarmente complesso adattare la destra, per esempio, al basso albertino suonato con le varianti ritmiche.
Ad ogni modo, nulla è impossibile, ma il mio consiglio è quello di utilizzare le varianti ritmiche su ritmi regolari.
I benefici delle varianti ritmiche
Le varanti ritmiche migliorano:
- la stabilità – le note, in un ritmo regolare, verranno suonate con la stessa durata
- precisione – eseguirai meno errori
- velocità – suonerai con maggiore velocità
Le varianti ritmiche sono modelli
Quello che visualizzerai in figura saranno alcuni modelli di varianti ritmiche, figure ritmiche universali da declinare poi nello studio di ciascuna parte difficile.
Ne ho elaborate moltissime nel corso degli anni, e piano piano le ho affinate, conservando quelle che ritengo più efficaci.
Eccole qua:
1° Variante ritmica – Forte e lento
Impostare il metronomo a 120 bpm, eseguire una semiminima ogni pulsazione. Eseguire le battute facendo attenzione a far cadere la nota durante la pulsazione e a suonare forte, utilizzando le sole dita (evitate di dare peso con l’avanbraccio).
2° Variante ritmica – Sincopato | Nota lunga / nota corta
Questa è la variante più conosciuta ed utilizzata. Si tratta di allungare il più possibile la prima nota (anche oltre il tempo riportato in figura) per poi suonare la seconda velocissimamente e allo stesso le altre coppie. Nel suonare la nota corta si è soliti dire che l’allievo compie uno scatto, dato che viene suonata così velocemente da sembrare fulminea. All’inizio suoneremo con un tempo lento e con una pulsazione per ogni due note, per poi passare ad una pulsazione per ogni gruppo di 4.
3° Variante ritmica – Sincopato invertito | Nota corta / nota lunga
Questa variante è l’alternativa della precedente. Seguire le stesse indicazioni riportate sopra.
4° Variante ritmica – Lento / Veloce
Suoniamo in questa variante un gruppo di note alla metà della velocità (lento) ed il secondo gruppo più veloce (veloce). Accompagnati sempre da un metronomo partiremo con un tempo andante per poi avvicinarci all’allegro. Possiamo anche in questo caso suonare, in una fase iniziale, una croma per ogni pulsazione e poi passare a una semiminima.
5° Variante ritmica – Veloce / Lento
Variante invertita rispetto alla numero 5. Ci comportiamo allo stesso modo.
6° Variante ritmica – Lento / Terzina veloce
La prima nota del gruppo (di 4) è lenta, le altre te veloci e terzinate.
7° Variante ritmica – Terzina veloce / Lento
L’applicazione di questa variante segue le indicazioni dette in precedenza.
8° Variante ritmica – Staccato
La variante ritmica dello staccato è forse quella più efficace. Non saprei dirti il motivo ma è dannatamente buona, sopratutto se per ogni nota la ripetiamo due volte.
Che significa? Che invece di eseguire solo una nota facciamo un ribattuto composto da due note.
Portare a velocità
Quando avrai eseguito tutte e 8 le varianti ritmiche, prova a suonare più velocemente. Aumenta costantemente, dopo ogni esecuzione delle varianti, il metronomo di 3-5 bpm. A questo punto puoi integrare la tecnica della precisione assoluta, per ottenere migliori risultati.
Quando avrò i risultati sperati?
Applicando ciclicamente tutte le varianti elencate, dopo 20 minuti di studio noterete già dei miglioramenti, che saranno apprezzabili dopo una settimana di applicazione.
Sebbene anche questo metodo di studio sia abbastanza noioso, credo che sia importante applicarsi 10 minuti, che lamentarsi o essere insoddisfatti per giorni per non aver avuto metodo.
Ti consiglio infine di leggere il mio articolo su come suonare senza errori, tecnica integrabile con questa delle varianti.
Per concludere vorrei aggiungere che le varianti ritmiche sono veramente tantissime e ci siamo limitati ad accennare quelle più famose. Da ricordare che su ciascuna variante potrete aumentare la pulsazione a vostro piacimento, anche se il mio consiglio è quello di procedere piano piano, con cautela.
Spero di esserti stato realmente utile. Ti invito a commentare per qualsiasi dubbio e perplessità. Buono studio!
Buongiorno, volevo segnalare che il PDF da scaricare, relativo allo spartito delle
”Varianti ritmiche”, è stato compilato in modo incompleto.
Nelle due misure della 4ª e 5ª variante, manca un gruppo di 4 sedicesimi.
Distinti saluti.
Caro Giulio, sto mettendo in pratica, con fatica, il ‘suonare senza errori’ e sembra funzionare. Non capisco però le varianti ritmiche…se devo suonare con la sinistra il basso Albertini di Mozart, a cosa serve provare tutte le varianti? Piuttosto suono a mani separate fino a quando l’accompagnamento mi viene automatico. Ho studiato pianoforte da giovane fino al Quinto, poi lasciato poi ripreso per diletto…ciao Anna Paola
Ciao Anna Paola, dimmi che pezzo stai studiando e ti dico dove e se puoi applicare l’uso delle varianti. Io le adotto ad esempio in Czerny op.740, Cramer, Mozart e tutto ciò che prevede per alcune battute note della stessa durata.