
Se ami il pianoforte, e come me ti emozioni all’ascolto di musica suonata su questo strumento, sarai sicuramente rimasto incantato dalla varietà e dalla qualità dei bellissimi pezzi scritti per pianoforte negli ultimi secoli. Oltre all’infinito repertorio di musica classica e contemporanea, però, bisogna prestare attenzione al repertorio di musica leggera e popolare nato negli ultimi cinquantanni. Mi riferisco a piccoli capolavori come “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni, canzone che ha emozionato milioni di persone e intere generazioni, oppure “Imagine” dei Beatles, così celebre da essere riconoscibile fin dal primo giro di accordi.
Con l’aiuto di alcuni membri del forum abbiamo elencato le migliori 40 canzoni di musica pop scritte per pianoforte (o comunque con il piano come strumento principale) dei nostri giorni.
Bohemian rapsody – Queen
Il brano forse più celebre e più amato dei Queen risale al 1975 e il suo testo fu scritto quasi totalmente da Freddy Mercury. La leggenda che aleggia sempre sul mondo del rock narra che Mercury lo scrisse su un elenco telefonico e che il pianoforte fosse lo stesso utilizzato da Paul McCartney in Hey Jude.
Piano Man – Billy Joel
Singolo estratto dall’omonimo album del 1973 di Billy Joel, che all’inizio della sua carriera, quando suonava nei piano bar, si era dato il nome di Billy Martin. Un pianoforte, un armonica e una voce che raccontano scene di vita, raccontano la gente con una melodia che difficilmente si fa dimenticare.
Your Song – Elton John
Forse il brano più celebre di Elton John, tra i suoi primi successi, nel tempo è stato interpretato da molte star della musica pop e rock e dai suoi fan naturalmente. Una bellissima ballad sentimentale entrata nell’immaginario collettivo.
A Thousand Miles – Vanessa Carlton
E’ anche una pianista Vanessa Carlton, autrice ed interprete di questo “Thousand Miles”, singolo con cui è divenuta famosa sulla scena musicale internazionale. Una curiosità: sua madre era un’insegnante di piano e la cantautrice ha potuto così conoscere e ascoltare la musica dei grandi compositori sin da bambina.
Elton John – Rocket Man
Per questo pezzo torna la collaborazione tra Elton John e Bernard Taupin, l’autore del testo . Siamo negli anni Settanta, in piena epoca di missioni spaziali, di esplorazioni in uno spazio lontano per cui l’uomo è ancora troppo piccolo. Un pezzo immortale che parla proprio di questo.
Fallin – Alicia Keys
Inizio anni 2001 per questo singolo di Alicia Keys che non solo ne compone musica e testo e lo canta, ma ne suona anche il tema al pianoforte. “Fallin” ebbe un successo strepitoso al momento della sua uscita sia in America che in USA, avendo anche la peculiarità, per il genere in cui si inseriva di usare strumenti classici come pianoforte o violino.
Coldplay – The scientist
La voce di Chris Martin e un pianoforte, ecco i due ingredienti della ricetta di successo di questo pezzo che i Coldplay hanno pubblicato nel 2002 e che è sostanzialmente una canzone d’amore.
Someone like you – Adele
Ancora l’amore protagonista di questa ballata pop che la cantautrice Adele ha portato al successo nel 2011. Traccia di chiusura dell’album “21”, “Someone like you” ha vinto un Grammy Award e altri prestigiosi premi, oltre ad aver primeggiato nelle classifiche musicali di tutto il mondo.
Havana – Camila Cabello
Chi non conosce questo pezzo che ha spopolato su tutte le radio fino a poco tempo fa? Lei è Camila Cabell, artista cubana naturalizzata statunitense. La grande ballabilità del pezzo, il ritmo e l’ispirazione latina ne hanno fatto una hit a livello mondiale tra il 2017 e il 2018.
The Fray – How to save a life
Ecco l’esempio di come un giovane gruppo possa diventare molto celebre grazie a un pezzo indovinato come questo “How to save a life” dei The Fray che lo inserirono nel loro omonimo album di debutto. Un bellissimo testo, opera del cantante del gruppo, Isaac Slade, racconta del disagio adolescenziale e della difficoltà di essere di aiuto nei momenti di difficoltà.
Tutti Frutti – Little Richard
Quando nel 1955 apparve questo pezzo dovette sicuramente fare scandalo con quel testo ammiccante, ma non troppo velatamente, alle capacità amatorie di una certa ragazza e con quell’esordio «A-wop-bom-a-loo-mop-a-lomp-bom-bom!» che in seguito la rivista Rolling Stones avrebbe eletto a miglior verso del rock’n roll della storia a emulazione della batteria! Una pietra miliare nella storia del genere.
Lady Madonna – The Beatles
Proprio in questo 2018 questa hit dei Beatles compie 50 anni! “Lady Madonna” nasce nel 1968 infatti, in piena epoca di rivoluzione culturale, ma anche alle soglie di quella crisi che di lì a poco avrebbe portato allo scioglimento della band. Per questo pezzo Paul Mc Cartney chiama in ballo un grande pianista, Fats Domino e il suo blues, al cui stile pianistico dichiara sia ispirata e di fatto lo stesso Domino ne registrerà una sua versione successivamente a dimostrazione dell’apprezzamento.
When I Was Your Man – Bruno Mars
Risale a pochi anni fa la pubblicazione di questo pezzo eppure il video ha un chiaro sapore anni Settanta con quel pianoforte solo in un vecchio studio televisivo. “When I Was Your Man” di Bruno Mars è una caratteristica ballata pop d’amore, o meglio sulla perdita di un amore.
Love me like’ there’s no tomorrow – Freddie Mercury
“Amami come se non ci fosse un domani” canta Freddie Mercury in questo brano struggente e appassionato che vide la luce nel 1985.
Children – Robert Miles
Siamo in pieni anni Novanta e Robert Miles raggiunge le vette delle classifiche con questo suo “Children”, dando fama anche al cosiddetto genere “trance” con una base ambient nell’ambito della dance music. Nel 1996 “Children”, inserito nell’ambum “Dreamland”, si piazzò ai vertici delle classifiche di ben 12 paesi nel mondo conquistando un disco d’oro e uno di platino. Scomparso prematuramente, questo artista ha fatto ballare moltissimi giovani in tutto il mondo.
Imagine – John Lennon
Dopo lo scioglimento dei Beatles, nel 1971, Lennon dà alla luce “Imagine”, album ma sopratutto titletrack che scalò le classifiche e canzone manifesto per molti pacifisti, anche oltre le intenzioni dello stesso artista.
Don’t Look Back in Anger – Oasis
Strano destino quello di questa canzone degli Oasis, nata nel 1995 dalla penna di Noel Gallagher come un pezzo in cui una certa Sally ripensa alla propria vita senza rimpianti, più di recente, a seguito dei brutti episodi di terrorismo alla Manchester Arena, dopo il concerto di Ariana Grande, diventata una sorta di inno contro la violenza e la paura.
Timbaland – Apologize ft OneRepublic
Una bella intro al piano per questo brano relativamente recente che è stato un grande successo radiofonico e ha avuto anche posizioni ai vertici delle classifiche musicali internazionali.
Aretha Franklin – A Natural Woman
Pezzo famosissimo nato dalla mente di Carole King, Gerry Goffin e Jerry Wexler nel 1967 fu portato al successo dalla voce unica di Aretha Franklin tanto da diventare un vero e proprio standard. La compianta “Queen of Soul”, scomparsa proprio pochi giorni fa, non ha mai smesso di interpretarla e resta nella memoria di tutti l’esibizione del 2015 al Kennedy Center Honors davanti a un Presidente Obama e alla stessa autrice Carole King visibilmente commossi.
Let it be – The Beatles
Traccia tratta dall’ultimo album del Beatles, del 1970, venne alla luce non senza dfficoltà eppure svettò immediatamente in cima a tutte le classifiche. Secondo una certa tradizione McCartney nel pezzo parlava di un sogno, nel quale sua madre Mary, scomparsa nel 1956, gli avrebbe suggerito di lasciare che le cose facessero il loro corso naturale. Una sorta di sprone a lasciar correre, Let it be appunto.
Clocks – Coldplay
“Clocks” esce nel secondo album in studio dei Coldplay, “A Rush of Blood to the Head” uscito nel 2003. Qui il pianoforte è fondamentale perché tutto il pezzo ruota sullo strumento.
Pyramid Song – Radiohead
Contenuta nell’album “Amnesiac”, questa Pyramid Song dei Radiohead è sempre stato un pezzo di difficile interpretazione. Il testo fa pensare a un’ispirazione alla mitologia egizia dell’oltretomba, ma qualcuno ha parlato di una struttura piramidale. Leggiamo su Wikipedia: “Pyramid Song ha un tempo di 16/8 (3+3+4+3+3), pensando al 3 come a un triangolo e al 4 come un quadrato, il tempo forma: triangolo, triangolo, quadrato, triangolo, triangolo. La successione di queste figure piane dà origine alla figura solida della piramide. Questo confermerebbe la teoria (elaborata negli anni dai fan) secondo la quale il nome della canzone sarebbe ispirato geometricamente alla lunghezza delle note che la compongono (vedi sopra).”
Apocalypse Please – Muse
Contro la guerra questa song del gruppo Muse che esordisce proprio con un pianoforte in fortissimo a simulare l’apocalisse del titolo e la cui atmosfera generale non lascia dubbi sul soggetto.
Sinnerman – Nina Simone
Forse non tutti sanno che Nina Simone prima che una cantante fu una splendida pianista con tanto di studi classici alle spalle, ma in ogni modo non è difficile intuirlo da tutti i pezzi di cui fu grandissima interprete. Il pezzo, uno spiritual tradizionale afroamericano, fu registrato dalla Simone nel 1965 in quella che da molti viene ritenuta la sua versione definitiva. Nella sua versione ci sembra davvero di percepire la fuga del peccatore dal giudizio divino, con un arrangiamento strumentale e un’interpretazione vocale del testo di grande impatto.
Take Five – Dave Brubeck
Qui entriamo in un territorio più pertinente il jazz, con questo che ne è diventato un vero e proprio standard. “Take Five” fu scritta da Paul Desmon in 5/4, metro mai usato prima nella musica pop americana e poco presente anche nel jazz. Era stato proprio Dave Brubeck a chiedere un pezzo in questo metro destinato all’album “Time Out”, tutto concepito con brani jazz in metri inusuali. Di fatto il pezzo fu un successo inatteso per essere un pezzo jazz, infatti entrò tra gli Hot 100 di “Billboard”. Una curiosità: Desmond destinò i diritti di questa canzone alla Croce Rossa americana. Potete immaginare quanto ne possa essere stata grato nel tempo questo ente benefico a Desmond! Ce lo racconta Ted Gioia nel suo “Gli standard del jazz. Una guida al repertorio (2015, EDT/Siena Jazz)“.
I’m waiting for the man – Velvet Underground
Chi non conosce la famosa copertina del vinile con la banana gialla firmata da Andy Warhol per “The Velvet Undeground & Nico”, album di debutto dei Velvet Underground uscito nel 1967? E’ all’interno di questo album che troviamo queso pezzo molto noto a tutti gli appassionati di rock. Il pezzo porta sulla scena musicale l’esplicita trasgressione della droga, perché l’uomo che si attende è proprio uno spacciatore. Lou Reed, spettatore della scena, osserva questo ragazzo bianco in astinenza con 26 dollari in attesa del suo uomo, lo osserva prima e dopo il suo “viaggio”, con distacco e senza formulare alcun giudizio. Questo rese il pezzo molto scabroso all’epoca e lo rese non bene accetto dalle radio e dalla critica.
Baglioni – Questo piccolo grande amore
Quando questo pezzo di Baglioni, e l’omonimo album del 1972, fece la sua comparsa, era l’epoca dei grandi cantautori in Italia, delle canzoni di impegno di De Gregori, Lolli, Guccini e molti altri. Baglioni raggiunse un successo grandissimo cantando invece di quello che è il sentimento universale per eccellenza: l’amore, attraverso la narrazione di una storia semplice con un linguaggio testuale e musicale di immediata comprensibilità. Il pezzo che dà il titolo all’album ha raggiunto una tale popolarità da uscire indenne dall’usura del tempo e da essere ancora oggi universalmente noto a generazioni e generazioni di innamorati.
A te – Jovanotti
Un altro pezzo che canta l’amore, stavolta per la penna di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, che nel 2008 lo dedica alla moglie. Sono passati 10 anni dalla data di pubblicazione di “A te”, eppure secondo alcune autorevoli testate italiane resta il brano che con il suo video è il più dedicato il giorno di San Valentino.
Caruso – Lucio Dalla
Tra le meraviglie che ci ha lasciato il grande Lucio Dalla c’è anche “Caruso”, brano dei primi anni Ottanta con una sua storia molto particolare. Pare che Dalla abbia alloggiato a Sorrento nella stessa camera di hotel che fu di Caruso e dove pare che il grande artista desse lezioni di canto a una ragazza di cui era innamorato. La canzone parla di un amore intenso e struggente.
Come Saprei – Giorgia
Con questa canzone, scritta da Giorgia con Eros Ramazzotti, nel 1995 Giorgia vinse il festival di Sanremo, aggiudicandosi anche il premio della critica.
Ho messo via – Ligabue
Esordisce proprio con un pianoforte questa ballata rock di Luciano Ligabue dall’atmosfera malinconica, datata 1993, ma sempre molto amata dai suoi fan.
Via con me – Paolo Conte
Se c’è un brano che ha consacrato definitivamente al successo Paolo Conte è probabilmente “Via con me”. Datato 1981, il pezzo rivela l’inconfondibile stile del cantautore che anche nelle produzioni più mature sarà contraddistinto da numerosi elementi desunti dal jazz, da un particolare swing e da un’attenzione particolare proprio ai testi.
Raphael Gualazzi – Follia d’amore
Brano del 2011 con cui Raphael Gualazzi trionfò a Sanremo nella categoria giovani e si aggiudicò il premio della critica, vede il pianoforte protagonista e svela gli studi pianistici che il cantautore ha condotto in ambito jazz e blues. Gualazzi ne farà un vero e proprio stile personale non mancando di mettere in luce le proprie qualità al pianoforte anche nell’economia di pezzi cantati come questo.
Vorrei – Cesare Cremonini
Ve li ricordate i Lùnapop? Prima di sciogliersi nel 2001 il gruppo pubblicò questo pezzo scritto a suo tempo da Cesare Cremonini e che raggiunse grande notorietà. Nel video lo vediamo eseguito al pianoforte da Cremonini.
Una poesia anche per te – Elisa
A un certo punto della sua carriera Elisa comincia a cantare in italiano, evidenziando ancora di più, rispetto al suo repertorio in inglese, le sue qualità vocali ed espressive in grado di emozionare e far sognare. Dopo “Luce (tramonti a nord-est)” e dopo la cover di “Almeno tu nell’universo”, “Una poesia anche per te” è il terzo singolo in italiano dell’artista. Si dice che sia stato dedicato al nonno.
Francesco De Gregori – La Donna Cannone
« Siamo agli inizi del Novecento, in uno di quei capannoni destinati ai circensi. In uno di quegli attimi morti, mentre la gente va via dal circo, mentre gli artisti riposano le stanche membra, due occhi si incrociano.. due anime sentono di doversi amare.. Ma la regola lo vieta. Non avrebbero potuto esaudire il loro puro desiderio di condividere le proprie emozioni con l’altro perché “le regole del circo” non consentivano. Così la donna cannone, quell’enorme mistero, volò. ». Questo il trafiletto di un articolo di cronaca a cui De Gregori si è ispirato quando ha dato vita a “La donna cannone”, una donna che per amore molla tutto e abbandona la sua vita di circense.
Albachiara – Vasco Rossi
Vasco Rossi cantò per la prima volta Albachiara nel 1979 sul palco del Bussoladomani di Viareggio. Il cantautore era reduce dal servizio militare, non ancora molto famoso e soprattutto inconsapevole dello strepitoso successo che questo pezzo avrebbe riscosso.Vasco Rossi racconta che Albachiara fu scritta per una ragazzina tredicenne che il cantautore, all’epoca molto più grande di età rispetto a lei, vedeva ogni giorno alla fermata della corriera di Zocca, e di cui intuiva i sogni, la timidezza, le paure, i desideri. Quella adolescente non ha tardato, attraverso questo pezzo, a divenire un simbolo di tutte le adolescenti del mondo, della ricerca della propria identità e della scoperta del sesso e dell’amore.
Tutto quello che un uomo – Sergio Cammariere
Con questo brano Sergio Cammariere si classifica terzo a Sanremo nel 2003 aggiudicandosi anche il Premio della critica. La cosa rilevante è il successo di pubblico però che il pianista riesce a conquistare con questo stile dal sapore jazz, raffinato ed essenziale, che diverrà la sua cifra stilistica fondamentale.
E tu? Conosci qualche canzone che non abbiamo elencato e che secondo te merita di stare in questa lista? Commenta questo articolo!
Buon ascolto
E la musica spagnola ? Dove la lasciamo ?
OBK – Otra Cancion de Amor ( ci sono varie versioni )
OBK – La Princesa de Mis Suenos ( pronuncia sueGNIos )
MECANO – Me cuesta tanto olvidarte
Almeno tu nell’universo… imperdonabile
Anima Fragile del grande Vasco
E Tori Amos che fine ha fatto? Non ditemi che non la conoscete. Un brano come “Pretty food test” vale l’intera storia del pop pianistico. Con ossequio. Alessandro Manganozzi.
Ci sarebbe molto da dire, sebbene sia estremamente difficle stilare una classifica di questo tipo in modo oggettivo.
Concordo sulla maggior parte delle canzoni, ma ad esempio tra le italiane mi balza subito all’occhio l’importante mancanza di “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti, tra le straniere “Becouse of the night” di Patti Smith ha una parte di piano importante, “Us and them” dei Pink Floyd idem.
Invece tra gli autori scelti di alcuni avrei scelto altri pezzi: rimanendo sulle italiane ad esempio “La vita è adesso” di Baglioni a mio avviso vale indiscutibilmente di più della bella ma melensa “questo piccolo grande amore”, “Sally” o ancor meglio “Anima fragile” di Vasco Rossi sicuramente sono scelta meno scontata della sempreverde “Albachiara”.
Una canzone che non ha avuto grande successo, ma secondo me è molto bella, è The tocsin dei Fool’s Garden, quelli di Lemon Tree. C’è tanto pianoforte dentro 🙂
Avete solamente lasciato la canzone per pianoforte più bella della storia del rock…
Firth of fifth dei Genesis!
Imperdonabile 🙂
Sono sorpreso che fra le italiane non abbia pensato che un posto lo meritasse anche “La Donna Cannone” di De Gregori……
La Donna Cannone effettivamente è stata una grave dimenticanza, ma abbiamo già rimediato. Grazie per la segnalazione 😉