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Alessandro Lanzoni, Thomas Morgan & Eric McPherson, Unplanned Ways (2019 CamJazz)

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Alessandro Lanzoni, Thomas Morgan & Eric McPherson, Unplanned Ways (2019 CamJazz), 5.0 out of 5 based on 2 ratings

Alessandro Lanzoni, Thomas Morgan & Eric McPherson, Unplanned Ways (2019 CamJazz)

Modi, vie, strade, direzioni, percorsi, in ogni caso non pianificati e dunque imprevedibili. A questo concetto di aleatorietà, ad un labile equilibrio, a una poetica dell’imprevisto e imprevedibile rimanda il titolo della recente pubblicazione discografica del pianista Alessandro Lanzoni in trio con il contrabbassista Thomas Morgan e il batterista Eric McPherson per la CamJazz.

Eppure tutto è fuorché precaria la concezione di “Unplanned Ways”, creatura solida partorita da un artista che esce dal recinto della definizione di “giovane talento” per attestarsi come libero e maturo pensatore di un linguaggio in continua evoluzione. Perché di questo si tratta in fondo quando si parla di jazz. Dopo che fiumi di inchiostro sono stati versati a sconfessare la possibilità di rinvenire nel lessico musicale una definizione univoca per la parola “jazz”, abbiamo imparato a riconoscerne la sintomatologia vaga, sfuggevole, eppure inconfondibile, in molte prove d’artista la cui prerogativa è quella dell’esplorazione.

Lanzoni parla la sua lingua in “Unplanned Ways”, una lingua forgiata dallo studio, dall’ascolto, dalla tradizione, ma anche dalla frequentazione di altri artisti dell’area statunitense contemporanea. Lo stesso Thomas Morgan, che lo accompagna in questo viaggio discografico, è contrabbassista dalla fertile creatività che collabora regolarmente con artisti come Bill Frisell, Steve Coleman, Craig Taborn, e la batteria del neworkese Eric McPherson completa il trio.

Le dieci tracce del cd sono allo stesso tempo omaggio alla tradizione, con la scelta di pezzi di autori come Billy Strayhorn, Jimmie Rawles, Monk, George Shearing, e creazione originale del trio in quattro brani.

Non banale la selezione di pezzi d’autore, selezione che dà spazio a scritture sonore non troppo frequentate come “Shiny Stockings” di Frank Foster, sassofonista e direttore musicale dell’Orchestra di Count Basie, che Lanzoni accosta a “Misty” ad aprire il disco, o ancora l’incantevole “The Peacocks”, vero trionfo di una melodia così perfetta da non piegarsi a stravolgimenti desueti e che dunque Lanzoni circonda, accerchia e raggiunge senza mai deviare dall’originale ma anzi esaltandone con piccole e significative pennellate la tavolozza espressiva.

È nei brani firmati dal trio che la creatività può viaggiare a briglia sciolta percorrendo le nuove vie del jazz, come in “Relay”, o in “Amaruq”, o ancora in “Near Collapse”, strutture sonore che crescono nel loro farsi dalla coesione intima del gruppo, da quella speciale relazione,  e di cui sembra di percepire l’ascolto reciproco, le domande e le risposte, materiale “unplanned” che evolve e muta, ma che, per fortuna, questa registrazione ha immortalato.

Il disco è stato registrato nel 2018 presso The Samurai Hotel Astoria a New York e mixato da Stefano Amerio nel suo Artesuono Recording Studio. La produzione artistica è di Ermanno Basso.

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