Javier Girotto, Aires Tango with Ralph Towner, Duende (2016 Cam Jazz)
Era il 1994 quando al sassofonista Javier Girotto venne in mente qualcosa come gli “Aires Tango”, una miscela musicale esplosiva in cui i suoni e i colori della sua terra di origine, l’Argentina, l’amore per la musica di Astor Piazzolla e il linguaggio jazzistico trovavano massima e sublime espressione grazie all’incontro con Alessandro Gwis (pianoforte e live electronics), Marco Siniscalco (basso elettrico) e Michele Rabbia (batteria e percussioni). Vent’anni di attività documentata da numerose registrazioni e da concerti live che hanno rappresentato la punta di diamante di un percorso unico. Cam Jazz aveva già omaggiato questa gloriosa carriera con un cofanetto contenente undici cd e dedicato proprio a questa ventennale carriera.
Oggi gli Aires Tango ci regalano una nuova registrazione, sempre per Cam Jazz, intitolata “Duende” e che si avvale della preziosa presenza di un ospite d’eccezione, il chitarrista Ralph Towner. L’incontro è fatale. La presenza di Towner si configura non accessoria, piuttosto come naturale estensione del gruppo, perfettamente integrata nel tessuto musicale del quartetto. Il chitarrista firma sei delle 12 composizioni che compongono “Duende”, mentre le altre sei sono di Javier Girotto.
L’anima profondamente e sinceramente argentina di Girotto sposa il gusto tutto americano di Ralph Towner creando una varietà multiforme di atmosfere, un contesto mai statico, piuttosto estremamente vitale e innovativo, una fucina di idee in costante stato di avanzamento.
La creatività passa attraverso il duplice processo della composizione e dell’improvvisazione, in un eclettismo linguistico che può solo giovare all’invenzione e al pensiero musicale che le soggiace. Girotto crea melodie lineari e le espone con una dizione improntata alla chiarezza così da consentire l’ingresso nella nostra memoria, dove restano a lungo, cariche di suggestioni e sorrette dall’esemplare intarsio di un tessuto armonico e ritmico che il pianoforte lirico di Gwis, il basso di Siniscalco e la creatività delle percussioni di Michele Rabbia rendono speciali a livello emozionale.
Mai monocorde la musica di questi dodici brani sorprende per i repentini cambi di registro e l’abile costruzione del dialogo tra artisti che si consuma per tutta la durata di “Duende”. Una sorta di attacco contrappuntistico presagito nel titolo quello di “Racconti in fuga”, che apre e chiude sul pianoforte solo di Gwis, un sapore diverso in “As She sleeps”, con una melodia il cui andamento sembra vagamente rimandare al Bolero di Ravel e alla sua carica emotiva, un suono più “antico” in “Origini” con quel grammofono che fruscia e sussurra all’inizio del brano. La narrazione musicale a tratti sfiora la suggestione magica, una sorta di visionarietà leggera e aerea, ad esempio in “Gatos”, a tratti invece si fa corpo, materia reale, ad esempio nel tango struggente e appassionato di “Io e te”. L’incanto si libera sulla chitarra di Towner e sulla sublime intenzione espressiva che lo anima, con delicatezza ma anche con energia, con un canto incisivo perennemente sospeso tra soave fragilità e robusta affermazione di arte.
Un’anteprima di ascolto di “Duende” sul sito della Cam Jazz.
Tracklist: 1.Duende; 2. Racconti in fuga; 3. As She Sleeps; 4. Origini; 5. On the Rise; 6. Gatos; 7. Tammurriata; 8: Io e te; 9. A Breath Away; 10. Un certo Luca(s); 11. Chiaroscuro; 12: Barrio Jardin