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Introduzione allo studio dell’armonia – 8. Errori armonici: ottave e quinte parallele e nascoste

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Nella scorsa lezione abbiamo visto come, all’interno di una triade, la terza gioca un ruolo fondamentale e abbiamo osservato insieme quando è possibile raddoppiarla e quando no.

In questo articolo andiamo ad esaminare altri errori da evitare per condurre al meglio le parti. Nel fare questo è sempre bene tenere a mente questi 4 punti:

  • se si osservano queste regole, il risultato non sarà mai antimusicale;
  • esercitandoti nell’osservare queste regole, potrai padroneggiare al meglio la conduzione delle parti;
  • questo tipo di scrittura “scolastica” rende le quattro voci indipendenti e rende l’esercizio più simile a un corale che a un pezzo strumentale;
  • non si può prescindere dalla collocazione storia del brano in esame.

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Successioni di Quinte e Ottave

Si ha una successione di quinte e di ottave quando due voci, a distanza di quinta o ottava procedono in moto retto o contrario, portandosi su un intervallo di quinta o di ottava.

Alcuni libri di teoria chiamano questi errori come “quinte e ottave parallele”. Tuttavia è più corretto chiamarle “successioni” poiché è possibile avere questo tipo di errori anche con movimenti per moto contrario, cosa che spesso gli studenti tendono a dimenticare, ricordandosi solo il moto parallelo delle due voci.  Qui di seguito un semplice esempio che renderà tutto più chiaro:

Come puoi notare, dal primo al secondo accordo, il basso, si muove per grado congiunto (Dal Do al Re). Nella precedenti lezioni abbiamo visto come, se il basso si muove per grado congiunto – ascendente o discendente – le altre voci si devono muovere per moto contrario. Nell’esempio riportato sopra invece le voci si muovono tutte per moto retto o parallelo. Il tenore, contralto e soprano sono andati tutti a salire per grado, e questo ha riportato degli errori. Che tipo di errori? Successioni di quinte e successioni di ottave. Non per forza questi due errori devono presentarsi contemporaneamente, questo è stato un caso. Analizziamo l’errore di successioni di quinte:

  • primo accordo: Do al Basso e Sol al Contralto;
  • secondo accordo: Re al Basso e La al Contralto.

Ci tengo a sottolineare due cose. Un intervallo di quinta non è un errore. Lo è solo se viene seguito da un altro intervallo di quinta. Inoltre, il suddetto intervallo, per essere errore, deve presentarsi fra le stesse voci, nel caso dell’esempio sopra, fra Basso e Contralto del primo accordo e fra Basso e Contralto del secondo accordo. Non possiamo e non dobbiamo andare a trovare gli errori di quinte fra Basso e Soprano in un accordo e Basso e contralto nell’altro, sarebbe un errore grave.

Sempre nello stesso esempio abbiamo anche le successioni di ottave (evidenziate in rosso):

  • Primo accordo: Do al Basso e Do al Soprano;
  • Secondo accordo: Re al Basso e Re al Soprano.

Facciamo altri esempi perché sono argomenti così delicati e difficile da comprendere che più esempi facciamo e più riusciamo ad avere un’idea molto chiara di cosa significhino le successioni di quinta e di ottava.

In questo esempio, abbiamo solamente l’errore di successione di ottave che sono state evidenziate in rosso. Infatti le voci Basso e Contralto di entrambi gli accordi si muovono per ottava.

Se proviamo a ricercare invece le successioni di quinte non ne troviamo, perché per esempio se proviamo a prendere una coppia di voci nel primo accordo come Tenore e Contralto (o qualsiasi altra coppia di voci), notiamo che non si viene a formare nessun intervallo di quinta. Nel primo accordo non essendoci intervalli di quinta fra le voci, non si può formare una successione di due quinte in successione, anche se nel secondo accordo è presente un intervallo di quinta (Fa al Basso e Do al Tenore).

Da non dimenticare che sono proibite anche le successioni di unisono:

Esaminando la chiave di violino, ci rendiamo conto che ci sono due voci che nel primo accordo eseguono il Do e sono il contralto e il soprano. Da cosa lo capiamo? Dal semplice fatto che sul Do abbiamo due gambette, una che va in su e una che va in giù. La stessa cosa vale per il Re del secondo accordo. Abbiamo avuto una successione di unisono. Due voci sono andate da un unisono ad un altro unisono. Il principio è lo stesso delle quinte e delle ottave. Una coppia di voci non può muoversi per moto retto o contrario verso unisono, quinte o ottave se provengono da unisoni, quinte o ottave.

Guarda questo altro esempio e nota come apparentemente sembra esserci un errore ma osservando bene…

 

Sia nel primo che nel secondo accordo ci sono degli unisoni. C’è un unisono nel primo accordo sul Sol, e un unisono nel secondo accordo sul Fa. Sembrerebbe una successione di unisoni poiché due Sol-Sol vanno a finire su due Fa-Fa. Falso! Guarda bene quali voci compiono l’unisono?

Nel primo accordo sul Sol-Sol ci sono il contralto e il soprano (le due voce più acute). Nel secondo accordo sul Fa-Fa ci sono il tenore e il contralto (le due voci di mezzo). Essendo l’unisono sue due voci differenti, l’errore non è presente e il collegamento è corretto.

Le eccezioni per le Successioni di Quinte

Non vi è regola senza eccezione. Iniziamo ad elencarne qualcuno. Nelle lezioni successive approfondiremo questo argomento trattando gli intervalli diminuiti.

  • È ammessa la successione di quinte se da una quinta giusta si procede per grado congiunto discendente su una quinta diminuita (Do-Sol, Si-Fa), purché non si tratti di basso e soprano.

Alcuni studenti, furbescamente, pensano di poter eliminare questi errori di quinte e ottave semplicemente rivoltando l’accordo. Tuttavia le regole dell’armonia sono così rigide che ci dicono che gli errori vanno verificati fra l’accordo in posizione originale e quello successivo (senza tener conto del cambio di posizione):

Sul secondo tempo della battuta c’è stato un rivolto del primo accordo, ma questo non è servito per eliminare l’errore fra il primo e il terzo. Infatti vi è una successione di ottave fra Basso e Soprano di questi due accordi.

Le Quinte e Ottave Nascoste

Gli errori di quinta e ottave nascoste (dette anche relazioni di quinte e ottave) sono più difficili da trovare poiché non sono visibili ad uno sguardo superficiale sullo spartito. Ti chiedo la massima attenzione perché ci sono studenti che dopo anni di armonia ancora non hanno capito bene di cosa si tratta. Non è facile nemmeno da spiegare ma cercherò di farlo.

Quando due voci, per moto retto o contrario, vanno a cadere su una quinta o su un’ottava, danno luogo ad una relazione di ottava o di quinta. Si può anche parlare di quinta o ottava nascosta (o “coperta”) per il fatto che, se lo voci in questione facessero sentire tutte le note intermedie al loro movimento, si verificherebbero, a seconda del caso, ottave e quinte parallele: questo parallelismo risulta coperto dal salto.

Sì lo so a cosa stai pensando: in confronto la settimana enigmistica è una passeggiata di salute. Per avere una relazione di quinta o ottava sono necessarie due condizioni:

  • Moto retto delle voci interessate;
  • L’intervallo di partenza non deve essere identico a quello d’arrivo: infatti, partendo da un’ottava e arrivando su un’altra ottava, avremmo una successione di ottave non una relazione di ottave. Lo stesso discorso ovviamente vale per le quinte.

Quando sono ammesse le quinte e ottave nascoste

Esistono alcuni casi in cui questi errori sono tollerati.

Nel caso in cui avviene fra parti interne e una delle due procede per grado e l’altra invece per salto.

Nel primo accordo il Soprano (Sol) per andare verso il Do (soprano del secondo accordo) passa per le note Fa, Mi e Re, andando così a creare un intervallo di ottava con il tenore. Tuttavia non è da considerare errore poiché il tenore si muove per grado (Re-Do) e il soprano procede per salto di quinta (Sol-Do).

Fra le voci esterne (basso e soprano) le relazioni sono consentite se il soprano procede per grado e il basso salta (di quarta o quinta). Non è possibile il contrario.

In questo caso l’ottava nascosta che si viene a creare tra il basso e il soprano del primo accordo viene accettata poiché il soprano crea un intervallo di seconda (grado congiunto) e il basso crea un intervallo di quarta (salto).

Le relazioni sono ammesse fra i gradi principali (I, IV, V) se una delle due voci procede per intervallo di terza e l’altra per grado congiunto.

In questo caso la relazione di quinta è accettata poiché una delle due voci procede per grado (soprano) e una per intervallo di terza (basso).

L’errore più comune

Uno degli errori maggiormente commessi dagli studenti di armonia è quando una nota dell’accordo viene alterata cromaticamente e questa nota viene presentata in due voci. In questo caso di ha una falsa relazione. Vediamo un tipo esempio di errore:

La soluzione corretta sarebbe potuta essere:

In questo modo la voce che viene alterata è sempre la stessa (il soprano) e le altre voci non vanno a creare errori fra di loro.

Esercizio

Scarica la soluzione cliccando sull’immagine qui sotto:

Fonte: Manuale Teorico-Pratico di Armonia vol.1, Sergio Bianchi.

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Sono un pianista a tempo pieno, laureato a pieni voti all'ISSM "G.Puccini" di Gallarate. Adoro condividere le mie esperienze musicali sul web con articoli e video. Insegno pianoforte a coloro che intendono cominciare questa fantastica avventura.

13 COMMENTI

  1. Ok le quinte e ottave parallele sono vietate. Ma se me ne scappa una, cosa mi succede? Cioè quando ascolto il pezzo si sente che c’è qualcosa che non va?

  2. Ciao, sono nuovo allo studio dell’armonia e c’è un dubbio che mi assale, in un esercizio di bassi dati, mi ritrovo in successione un V, V e poi VI grado in tonalità di Si minime, anche qui si dovrà fare attenzione alle quinte e ottave?

  3. Salve Christian, volevo da lei una delucidazione per quanto riguarda la soluzione dell’ esercizio qui presente: trovo tra le prime due battute, delle ottave parallele ( FA FA – MI MI) per moto retto e senza alcun salto ascendente\discendente che ne permetta l’eccezione qui descritta. Come lo giustifica? Nono bisognava considerare il secondo grado come rivolto del IV grado?

  4. Buongiorno M° Salerno,
    Riguardo l esempio dell unisono, concordo che non ci sia errore in tal senso. Tuttavia siccome il basso scende per grado congiunto, il contralto non dovrebbe salire?
    Grazie

  5. Christian, fino ad ora ho seguito tutte le tue lezioni di armonia e devo dire che effettivamente sono riuscito ad imparare molto sebbene ancora non padroneggi tutto quello che hai spiegato, una domanda però mi sorge spontanea: l’armonia è la chiave per poter comporre musica? mi spiego meglio, personalmente il livello a cui aspiro sarebbe quello di arrivare a saper suonare una canzone che mi piace, senza necessariamente leggere uno spartito già scritto, arrangiarlo quindi per conto mio con quanto so. Dici che basta sapere molto bene questo per poterlo fare??

    • Ciao Gianni. Grazie di tutto intanto.

      La scrittura dei bassi può essere utile ma non fondamentale. Per scrivere in modo moderno occorre uno studio approfondito degli accordi e delle strutture musicali.

  6. Maestro nella sua soluzione all’esercizio tra il secondo e il.terzo accordo, tra basso e tenore c’è una ottava parallela o sbaglio?

  7. non riesco a capire fra quali note c’è la quinta nascosta nell’esempio che riguarda la successione armonica I-IV-V. Fra basso e soprano vi sono gli intervalli armonici MI-DO e SOL-RE.
    E se si trattasse di quinte nascoste, quali sarebbero le note intermedie determinanti?

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