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Gli intervalli musicali: cosa sono e come si riconoscono

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La distanza fra due suoni in musica si chiama intervallo.

Gli intervalli possono avere diversa direzione ed estensione. Ad esempio possiamo trovare:

  • Intervallo ascendente: Do – Mi
  • Intervallo discendente: Mi – Do
  • Intervallo semplice: è quello compreso all’interno dell’ottava (Do-Sol)
  • Intervallo composto: è quello che supera l’ottava (Do e Re dell’ottava successiva).

Gli intervalli nella musica sono classificati in base alla loro grandezza (quanto distanti sono le note tra loro) e alla loro qualifica (che tipo di rapporto hanno le note nella scala).

Osserviamo la scala di Do maggiore e vediamo gli intervalli che si formano a partire sempre dalla tonica (Do in questo caso):

 

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Gli intervalli sono dunque di seconda, terza, quarta, quinta, sesta e settima e si dividono in cinque tipologie: giusti, maggiori, minori, aumentati e diminuiti.

Ora dobbiamo fare una classificazione di questi intervalli e ti chiedo di imparare a memoria tale classificazione.

  • Gli intervalli “normali”: 2°, 3°, 6°, 7°
  • Gli intervalli “giusti”: 1°, 4°, 5°, 8°

Gli intervalli del primo tipo sono intervalli maggiori poiché nascono sulla scala maggiore. Dunque Do-Re è una seconda maggiore, Do-Mi è una terza maggiore e così via.

Se ad uno di questi intervalli (2°, 3°, 6°, 7°) interveniamo restringendolo, ecco che non otteniamo più intervalli maggiori ma intervalli minori.

  • Do-Reb = seconda minore
  • Do-Mib = terza minore
  • Do-Lab = sesta minore
  • Do-Sib = settima minore

Bene, abbiamo capito la differenza tra un intervallo maggiore ed uno minore. Ora ci mancano da vedere gli intervalli giusti (1°, 4°, 5°, 8°).

Questi intervalli sono appunto definiti giusti poiché se proviamo ad allargarli o restringerli non otteniamo un intervallo maggiore o minore, bensì aumentato o diminuito.

Dunque per gli intervalli seguono queste regole:

  • Se l’intervallo è un semitono più ampio rispetto ad un intervallo maggiore (o rispetto ad un intervallo giusto) si chiamerà aumentato o eccedente;
  • Se l’intervallo è un semitono più stretto rispetto ad un intervallo minore (o rispetto ad un intervallo giusto) si chiamerà diminuito;
  • Se l’intervallo è 2 semitoni più ampio rispetto ad un intervallo maggiore (o rispetto ad un intervallo giusto) si chiamerà più che aumentato o più che eccedente
  • Se l’intervallo è 2 semitoni più stretto rispetto ad un intervallo minore (o rispetto ad un intervallo giusto) si chiamerà più che diminuito;

La regola del 9

Tutti gli intervalli semplici possono essere rivoltati. Un Do-Mi (ascendente) può diventare un Mi-Do (ascendente). Rivoltare significa portare all’ottava superiore il suono più basso.

La classificazione del rivolto la troviamo facilmente seguendo queste due regole:

  • L’ampiezza del rivolto si ottiene sottraendo dal numero fisso 9, l’ampiezza dell’intervallo di partenza (se l’intervallo di partenza è Do-Mi, dunque una terza, per scoprire il rivolto devo fare 9 – 3, ovvero 6);
  • La specie del rivolto diventa l’ Se l’intervallo era maggiore, diventa minore, se era diminuito diventa eccedente e così via. Gli intervalli giusti rimangono tali anche nel loro rivolto.

Dunque facciamo un chiaro esempio:

Do-Mi è un intervallo di terza maggiore. Quale sarà dunque il suo rivolto?

Mi-Do è il rivolto, dunque se l’intervallo originario era maggiore, questo sarà minore e sarà una sesta (9 – 3).

Regola per calcolare un intervallo

Per finire ecco le operazioni che devi fare per determinare un intervallo:

  • Realizzare mentalmente la scala musicale dell’intervallo, tenendo in considerazione che la prima nota dell’intervallo corrispondere alla tonica (se l’intervallo è Re-Sol, significa che siamo in scala di Re maggiore)
  • Calcola l’ampiezza dell’intervallo in rapporto alla successione delle note della scala (Re-Sol è una quarta)
  • Verifica la specie dell’intervallo per capire se è giusto o meno.
  • Considera quali sono le alterazioni fisse di quella tonalità (Re-Fa# potrebbe sembrare un intervallo di terza aumentata ma è una terza maggiore poiché il Fa# fa già parte della scala di Re maggiore)

Studiamo gli intervalli con le canzoni famose

Vorrei condividere con voi quello che, a distanza di alcuni anni dalla sua scoperta, è stato il miglior metodo per distinguere gli intervalli musicali. Si tratta di un processo di associazione, che correla gli intervalli a canzoni famose e pezzi conosciuti. Vi ricorderete quindi di un determinato intervallo grazie alla canzone famosa che lo utilizza.

Esempi intervalli musicali

Invece di limitarsi a studiare la teoria, si tratta di associare gli intervalli a canzoni e pezzi famosi, in modo da ricordarsi di un determinato intervallo grazie alla canzone che lo utilizza. In questo modo, l’apprendimento diventa più divertente e coinvolgente, e soprattutto più facile da ricordare. Qui di seguito vi darò alcuni esempi di intervalli musicali associati a canzoni famose:

Intervalli ascendenti

2a minore Stella by Starlight
2a maggiore Strangers in the night, Matilda
3a minore Smoke on the water, Spiderman Theme
3a maggiore I loves you Porgy
4a giusta La Raspa (Mexican Hat Song)
4a aumentata (5a diminuita) Maria (West Side Story)
5a giusta My favorite things, Come mai (883)
6a minore (5a aumentata) Manha do Carnaval (Black Orpheus), E poi
6a maggiore (7a diminuita) Brasil, La Traviata (Libiamo ne’ lieti calici), My way
7a minore La Cumparsita, Perdere l’amore (M.Ranieri)
7a maggiore Moon river (battute 4-5)
8a giusta Over the rainbow – Blue bossa

Intervalli discendenti

2a minore Simphony 40 (W.A.Mozart), Stella by starlight
2a maggiore Senza fine
3a minore Oleo, Pinocchio (tema dello sceneggiato)
3a maggiore suoneria del Big Ben
4a giusta Softly as in a morning sunrise
5a diminuita (4a aumentata) Grazie dei fiori
5a giusta Easy to love, Feelings
6a minore (5a aumentata) Theme from Love Story
6a maggiore (7a diminuita) Soli (A.Celentano)
7a minore Easy to love (battute 9-10)
7a maggiore I love you (Cole Porter)
8a giusta Abbronzatissima

Volendo semplicemente individuare il suono di un intervallo nel sistema temperato, non ho volutamente tenuto conto della differenza tra una 4a aumentata e una 5a diminuita e via dicendo.”
Dr.Jellyfish continua “Lavorando in ambito jazzistico, ho citato spesso intervalli presenti in brani jazz, ma ognuno è libero di associarli alle musiche che conosce, anzi, chi più ne ha più ne metta!
Alcuni intervalli (come la 7a maggiore ascendente) sono riuscito a trovarli solo all’interno dello sviluppo della melodia e non all’inizio. Attendo altri suggerimenti.”

 

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