
Il Walking Bass – “Il basso che cammina”
L’interessante tutorial di Christian sulla improvvisazione nel jazz sulla progressione II-V-I mi ha fatto venire in mente che sarebbe utile, per fornire qualche elemento in più per l’improvvisazione su questa progressione, trattare del c.d. walking bass (letteralmente, il basso che cammina) e cioè di quella tecnica, particolarmente usata nel jazz (in cui la cadenza II-V-I è usatissima), che consiste nel far muovere la mano sinistra evitando che questa si riduca semplicemente a tenere la tonica dell’accordo che si sta suonando.
Si tratta di una tecnica che vi permetterà di suonare ore ed ore senza mai fermarvi e soprattutto senza la necessità di un accompagnamento ritmico (la tecnica serve infatti a sostituire quello che farebbe il basso). È inoltre utilissima per chi vuole sviluppare la mano sinistra e l’indipendenza delle due mani.
Un esempio vi farà capire meglio di che cosa stiamo parlando.
Esempio di walking bass
Come vedete, la mano destra esegue gli accordi del II (D-7), V (G7) e I (C) grado della tonalità (in questo caso di Do). La mano sinistra invece si muove: parte dalla tonica dell’accordo di II grado (re) e arriva, suonando ogni quarto, mediante note di passaggio, alla tonica dell’accordo di V grado (sol) e poi di I grado (do) proprio quando la mano destra suona questi accordi.
Ci sono diversi modi di usare questa tecnica e di trovare le note di passaggio.
Si può ad esempio seguire:
1. walking bass – un movimento ascendente:
2. walking bass – un movimento discendente:
3. walking bass – un movimento misto (discendente e poi ascendente, o viceversa):
Le note di passaggio utilizzabili possono essere:
1. le note della scala (come negli esempi di sopra);
2. le sole note dell’accordo (si tratta in pratica di un arpeggio):
Ovviamente più le note sono vicine più l’andamento della linea di basso sarà fluido. È per questo che spesso si utilizzano passaggi cromatici (e quindi note che non fanno propriamente parte della scala ma che servono tantissimo per preparare l’accordo successivo).
Le note possono anche essere ripetute come nell’esempio seguente.
Il suggerimento che vi do è di provare più volte questi esempi possibilmente in tutte le tonalità, mescolandoli in modo da trovare la sonorità che vi piace di più.
Infine vorrei segnalarvi un’interessante video lezione sul walkin’ bass del noto pianista Paolo Di Sabatino:

Il divertimento è assicurato.
Tutti gli articoli della serie
- Programma di studio per il Piano-jazz
- Le quadriadi – cosa sono, come si formano e come si scrivono? – Armonia Jazz n.1
- I rivolti delle quadriadi – Lezione Jazz n.2
- Accordi sui gradi della scala Lezione jazz n.3
- I primi pezzi jazz – Lezione Jazz n.4
- Le Tensioni - Lezione Jazz n.5
- Gli accordi d’effetto – lezione jazz n. 7
- L’esecuzione di un pezzo Jazz – Lezione n.8
- Giro Blues in fa ed in tutte le tonalità – Lezione jazz n.9
- Accompagnamento con i bicordi - Lezione Jazz n.10
- Blues Patterns – Lezione Jazz n.11
- Lo swing, una definizione impossibile - Lezione di Jazz n.12
- Il Walking Bass (This post)
- I voicing a 4 voci, accompagnamento per la mano sinistra - Lezione di Jazz n.14
- I modi e l'improvvisazione - Lezione n.15
- Analisi armonica di "I Can't get started" al fine di improvvisare - Lezione Jazz n.16
Ottimo e chiaro . Grazie.
Ciao, potrebbe gentilmente consigliare un libro per il walking bass? E magari anche un metodo per iniziare il piano jazz… grazie in anticipo.
Grande!
spiegato con didattica eccellente!
Grazie a te, continua a seguirci!
Complimenti per l'articolo: semplce e chiaro.
Mi sembra che ci sia un errore: il rigo del movimento "misto" è uguale a quello precedente. Attendiamo il corretto esempio, grazie.
Massimo
Ciao Massimo, ho procceduto a correggere l'articolo. Grazie della segnalazione, non me ne ero accorto. Ciao