Un artista e il suo pianoforte. Siamo abituati a pensarlo come un monologo, ma non è così. Quando un pianista siede al pianoforte in solitaria e cominciamo a seguire il flusso della musica ecco che accade la magia e nasce un dialogo di cui non siamo muti spettatori, perché le nostre parole sono quelle dell’emozione e non si sentono, ma ci sono. Il pianista cerca, esplora, trova, in una sorta di viaggio emozionale di cui siamo testimoni e al tempo stesso partecipi.
“Attese” è un piano solo che il pianista e compositore Francesco Maccianti ha registrato in occasione di un live al Lyceum Club Internazionale di Firenze ed è stato pubblicato da Abeat Records. Le otto tracce, composte tutte tranne una da Maccianti, fissano in questa registrazione un istante circoscritto, quello della musica nel suo farsi.
La track di apertura che dà il titolo al disco esprime uno stato di sospensione, quell’apertura a una dimensione dai contorni indefiniti e densa di interrogativi che ogni attesa reca insita nella propria definizione. Ma già dall’esordio la scrittura di Maccianti si chiarifica in precise coordinate stilistiche che forgiano un linguaggio pianistico lirico e moderno entro un ampio spettro di suggestioni.
Dalla tensione melodico-ritmica di “Falling Up” che esordisce quasi in forma di frammento per ricomporsi poi in una melodia dall’ampia cantabilità, passando per le intense modulazioni espressive di “Solstizio”, l’intimismo di “Palomar”, la splendida linea melodica di “Requiem” che si snoda in una lirica quiete narrativa, fino alla vivacità ritmica di “Cubic Dance”, Attese è la sintesi di un percorso musicale che trae origine da un profondo amore per la musica. Questo amore si percepisce, si tocca con mano all’ascolto, nella sobrietà e nell’eleganza delle soluzioni che Francesco Maccianti adotta nei suoi pezzi e che ci restituiscono un caleidoscopico universo musicale da ascoltare con attenzione.
Non è difficile innamorarsene.