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Il modo maggiore e il modo minore

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Vista l’importanza e la forza espressiva della musica, mi sembra giusto ora parlare chiaramente ed una volta per tutte riguardo i modi maggiore e minore, a cui possono essere riferiti la totalità degli accordi consonanti. Piuttosto che addentrarci nelle origini, nelle matrici culturali che portarono alla definizione di tali modi (malgrado sia un percorso estremamente interessante), vi mostrerò quest’ immagine che significhrà più di molte parole
Re minore

credit immagine:Tino Norella (pianofortefacile.com)

È evidente la differente atmosfera che sono in grado di creare: l’uno allegra, gioiosa, lieta, a volte altera e superba, altre più sbarazzina; l’altro triste, angosciosa, mesta. Fra i due modi il modo minore resta il più affascinante e misterioso, vista la sua capacità di evocare sentimenti di dolore, angoscia, tristezza, così intimi e profondi. Dice Schopenhauer: “È davvero meraviglioso che esista un segno del dolore, non fisicamente doloroso, né convenzionale, e pur tuttavia immediato e inconfondibile: il modo minore “. Mi sento di condividere in pieno questa affermazione e la meraviglia che si prova nel constatare l’incredibile, potente, immediato effetto che un solo accordo può avere sul nostro animo.

Per cogliere meglio si riportano due temi impostati il primo in un modo maggiore, il secondo in un modo minore:

1.    Piccola musica notturna di Mozart: Do  maggiore

2.    Sonata Patetica, Rondò di Beethoven: in Do minore

Inevitabile, per Schopenhauer, come credo per chiunque, instaurare un legame fra modo minore e afflizione, così come fra modo maggiore e gioia, i due grandi ordini entro cui sono catalogabili quasi tutti i nostri sentimenti, e provare ammirazione per il genio: il compositore, che è in grado di padroneggiare questi mezzi espressivi, che sono esclusivi della musica.
Interessante la considerazione del filosofo sul fatto che le dure condizioni dei popoli nordici, specialmente russi, farebbero prediligere il minore: è un esempio, forse banale e inesatto, che ha tuttavia il pregio di porre in risalto gli stretti rapporti esistenti fra la cultura, lo stile di vita, l’esperienza personale e la produzione artistica e musicale.

Tanto che non è una sciocchezza affermare che ogni autore ha avuto una tonalità, un modo preferito, più consono alla propria personalità e al proprio carattere (Do minore per Beethoven); così come il pittore può prediligere certi colori o impasti di colori, o il poeta certe parole.

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