Strumento di tortura o di estrema utilità? Oggi vi parliamo del metronomo.
In questo video Simone Mao illustra il suo metodo di studio al metronomo e fa una riflessione generale sull’utilizzo di questo utile strumento con consigli dettati dalla sua esperienza personale.
Un po’ di storia
Il metronomo è un’invenzione relativamente recente, fu infatti brevettato nel 1816 da Johann Nepomuk Mälzel. Non fu comunque Mälzel il primo a pensare a uno strumento di misurazione del tempo, altri lo avevano preceduto. Partendo dalla galileiana legge dell’isocronismo, Étienne Loulié, musicista, pedagogo e teorico della musica francese, alla fine del 1600 aveva studiato una possibile applicazione di questa legge all’ambito musicale, arrivando a progettare uno strumento di misurazione denominato Cronometro di Loulié. Si trattava di una colonnina graduata su cui era montato un pendolo con filo a piombo. Le misure sulla colonnina consentivano la regolazione della lunghezza del filo e dunque determinavano l’ampiezza dell’oscillazione. Questa oscillazione però, per essere sfruttata nell’atto di fare musica, poteva solo essere osservata, non era udibile. Inoltre non era predisposto un meccanismo di avvio del Cronometro.
La svolta arrivò grazie agli studi dell’orologiaio di Amsterdam, Dietrich Nikolaus Winkel (1777 – 1826), che elaborò il metronomo a doppio pendolo in grado di produrre anche un battito sonoro oltre che visivo. Winkel non registrò la sua invenzione e fu appunto Mälzel a depositare il brevetto compreso il nome che noi oggi utilizziamo di metronomo (dal greco μέτρον, “misura”, e νόμος, “legge”).
Si trattava di un metronomo meccanico in cui veniva applicato il principio del doppio pendolo. Questo doppio pendolo di metallo aveva un peso alla base, a garanzia dell’isocronia dell’oscillazione, e un altro peso più piccolo alla sommità. Una scala graduata retrostante il pendolo faceva in modo che si potesse regolare il numero di scatti che il metronomo produce in un minuto.
Alla sua comparsa Beethoven accolse favorevolmente questa invenzione, altri compositori la criticarono aspramente, sta di fatto che oggi il metronomo continua ad essere uno strumento amato e odiato allo stesso tempo, ma indubbiamente utile per molti aspetti nello studio, punto di riferimento nella pratica musicale.
Le indicazioni metronomiche
Oggi sul metronomo meccanico troviamo una scala graduata i cui numeri suggeriscono in maniera generica la velocità del tempo. Gli impulsi sono misurati in BPM (battiti-per-minuto). Un tempo di 60 BPM equivale a un battito al secondo, mentre 120 BPM equivale a due battiti al secondo.
Come vedete nella figura, nei moderni metronomi sono riportate sulla cassa anche le indicazioni di agogica. Ma di cosa stiamo parlando?
Abbiamo approfondito le indicazioni metronomiche in questo articolo.
I moderni metronomi. Quale scegliere?
Oggi, coerentemente con l’evoluzione tecnologica e le risorse del digitale, esistono metronomi elettronici e app che consentono una maggiore precisione. La scelta è del tutto personale. Come per i pianoforti anche per il metronomo, oltre alla valutazione oggettiva dei pro e i contro che ogni strumento comporta, è fondamentale il feeling personale con l’oggetto.
Abbiamo parlato delle diverse tipologie di metronomi in questo articolo.
Qui invece abbiamo passato in rassegna le migliori app metronomo IOS e Android.
E voi usate il metronomo? Quanto lo ritenete utile? Scrivetecelo nei commenti!