
Hazel Scott: breve storia di una grande artista
Un’abilità pianistica eccezionale, una personalità prorompente, una presenza energica hanno fatto di Hazel Scott una leggenda.
Nata a Trinidad e Tobago nel 1920 e trasferitasi molto presto a New Yourk, Hazel Scott è stata una bambina prodigio che ha coltivato il suo talento e ne ha fatto la ricetta per un clamoroso successo internazionale nel periodo che va dagli anni Trenta fino alla fine degli anni Sessanta. Lei donna, lei donna di colore, in un ambiente discriminante e colmo di pregiudizi razziali. Pianista classica, pianista jazz e blues, cantante, donna di spettacolo a tutto tondo, protagonista sul grande e piccolo schermo, Hazel Scott ha avuto una carriera fulgida e meritata.
Entrata alla Juilliard School all’età di 8 anni per condurre studi classici, già a 15 anni si esibiva in radio e nei nightclub con formazioni importanti come quella dell’Orchestra di Count Basie.
Divenne celebre agli esordi del suo percorso artistico proprio per le sue esibizioni nei club, in particolare il Café Society di New York, e per il suo stile particolare, riassumibile nell’espressione “swinging the classics”, ovvero arrangiamenti jazz di capolavori classici di Chopin, Bach, Rachmaninov.
Hazel Scott fu la prima donna di colore ad avere un suo show televisivo intitolato “The Hazel Scott Show”. Fu protagonista di molte produzioni cinematografiche hollywoodiane e tenne concerti in America, Europa, Africa.
Fieramente impegnata nella difesa dei diritti civili a favore delle donne e degli artisti afro americani, si rifiutava di esibirsi in tutti quei luoghi in cui vigeva la segregazione razziale. A 25 anni era una star internazionale.
Con l’avvento del maccartismo, proprio per il suo impegno civile, venne accusata di collusione con il comunismo. Hazel Scott si presentò volontariamente davanti all’HUAC, la commissione congressuale incaricata di investigare sulle attività antiamericane, a difendere la propria posizione. Poco dopo il suo show televisivo fu cancellato.
Il clima di sospetto e di oppressione che contraddistingueva l’America di quegli anni la spinse a trasferirsi a Parigi. Tornerà in America solo nel 1967 dove morirà nel 1981.
Oggi restano numerose testimonianze visive dell’attività artistica di Hazel Scott e un bellissimo disco che incise nel 1955 per la Debut Records con Charles Mingus e Max Roach intitolato “Relaxed Piano Moods”.

Eccezionale talento e abilità, travolgente, coinvolgente. Talento naturale, incommensurabile.
Bella e simpatica…immortale
Intanto mi onora il fatto che un incoraggiamento a proseguire nel mio lavoro mi arrivi da Siena , città Sede del Centro Studi Internazionali sul Jazz , Arrigo Polillo, (amico e compianto critico) , al quale ho donato il mio -JAZZ – “Genealogia di un linguaggio artistico attraverso i suoi protagonisti ” volume ( consultabile on line ) accreditato anche presso la Biblioteca delle Arti di Bruxelles per i capitoli dedicati al jazz europeo.
Onore e lode a te per questa interessante produzione culturale che speriamo di leggere presto e di cui magari potremo parlare anche su queste pagine web.
Sono poche le donne pianiste che sono riuscite ad avere il successo che Hezel riscosse durante la sua carriera unitamente alla vocalità ricca di swing. La personaità della sua scrittura pianistica l’ha collocata tra le protagoniste femminili dotate di spiccata forza espressiva e di uno stile pianistico che tratto da quello di Bud Powell , arricchi di elementi esornativi, block-chords, effetti a sorpresa. Hezel fu un’artista esuberante, dote che manifestò a chiare lettere attraverso le sue note che riuscivano ad interpretare anche classici della musica come Chopin , in versione jazz . Un’artista vocalmente intesa, per intonazione ,impostazione , musicalità , cornice al suo improvvisare con eleganza, garbo ma anche irruenza e fuoco ritmico, Piero Terranova jazzista e musicologo
E’ stata una figura davvero eccezionale nel contesto. Grazie per il contributo Piero che ci fornisce ulteriori spunti e grazie per aver letto il nostro articolo.
E’ stato un piacere aver potuto esprimere il mio pensiero nei contronti di un’artista come Hazel ma soprattutto ,verso una donna in quanto sto dedicando, dopo il mio primo libro sulla genealogia del linguaggio afroamericano, un volume alle Signore del jazz (cantanti e strumentiste) un meritato riconoscimento al loro valore spessso ,a torto, trascurato o peggio …..dimenticato…..