In tempi quasi dimenticati, quando non esistevano gli smartphone e i social media, ogni viaggio era condiviso con le cartoline. Si sceglievano le immagini, si scrivevano poche parole, si apponeva il francobollo e si affidavano alla rossa cassetta della posta italiana con un gesto romantico in fondo, perché ogni cartolina portava con sé le sensazioni del viaggio, le suggestioni dei luoghi visitati, delle strade percorse e degli incontri lungo il cammino.
Gilda Buttà e Victoria Terekiev compiono un affascinante viaggio nel repertorio per pianoforte a quattro mani composto da alcuni di quegli autori che Massimo Mila aveva raggruppato nell’unica definizione di “Generazione dell’Ottanta” in quanto nati tra il 1879 e il 1883 e che erano Ildebrando Pizzetti, Ottorino Respighi Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero.
Le due pianiste ci inviano dunque una cartolina musicale dal loro viaggio che esprime la suggestione di un’epoca attraverso la registrazione di “Postcards from Italy” che esce per Da Vinci Classics.
Al centro della visuale del duo pianistico ci sono tre autori: Ottorino Respighi, Giuseppe Martucci e Gian Francesco Malipiero.
Il Poema sinfonico di Ottorino Respighi, Fontane di Roma, con la dedica di ognuno di questi quattro movimenti a una fontana della città durante un differente momento del giorno, prende qui vita nella trascrizione per pianoforte a 4 mani, opera dello stesso compositore. Gilda Buttà e Victoria Terekiev rendono giustizia alla pienezza della scrittura pianistica di Respighi, una scrittura che rivela tutte le grandi doti di orchestratore del compositore. E cosa è un pianoforte se non una piccola orchestra? Ci sembra quasi di vedere lo zampillo, il salto, il rimbalzo dell’elemento liquido che si colora all’apparire del primo sole all’alba, che si accende di accecante luminosità durante il giorno e che si riveste delle accese coloriture del tramonto. In tutti e quattro i pezzi del poema le due pianiste operano in una perfettamente sincronica relazione, amalgamando la complessa texture della partitura in una voce fluida che ben esprime le differenti atmosfere di questa passeggiata romana.
Anche nelle piccole forme, che qui troviamo rappresentate dai 6 Piccoli pezzi per pianoforte a 4 mani di Respighi, il duo rivela una profonda reciproca empatia, offrendoci all’ascolto 6 piccole perle musicali dal carattere variegato tra delicato intimismo ed esuberanza ritmica.
La stessa varietà si ascolta in Armenia, Canti armeni tradotti sinfonicamente e in Pause del silenzio. Sette espressioni sinfoniche di Gian Francesco Malipiero. Queste ultime sono intrise di tutta quella drammaticità figlia dell’epoca in cui nascono, sono legate alla prima guerra mondiale e rappresentano uno squarcio in quel tessuto di silenzio che segue il clangore roboante della guerra, sono l’espressione di sette climi differenti che costituiscono una narrazione continua, una sorta di evoluzione del pathos interiore.
“Postcards from Italy” si chiude con le composizioni di Giuseppe Martucci, un precursore, insegnante di Respighi, di cui il duo Buttà-Terekiev esegue Pensieri sull’opera “Un Ballo in maschera” di Giuseppe Verdi.
Gilda Buttà e Victoria Terekiev attraverso “Postcards from Italy” ci rendono così partecipi del loro viaggio, ci accompagnano attraverso le atmosfere e il dinamismo culturale di inizio del ventesimo secolo, laddove il movimento musicale ha prodotto significative espressioni volte al recupero della tradizione e al contempo immense aperture all’innovazione. Il duo è solido nell’interazione, valorizza questa musica pienamente e questo è un disco da avere assolutamente nella propria e personale discoteca.