Con questo articolo inauguriamo una nuova collaborazione con Daniele Gatto.
Nato ad Alba, dove ha intrapreso gli studi musicali presso l’Istituto Musicale “Lodovico Rocca”, nel 2012 conclude con il massimo dei voti il Biennio di secondo livello in discipline musicali: Pianoforte ad indirizzo concertistico presso il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria sotto la guida del Prof. Gian Maria Bonino. Interessato al recupero degli strumenti storici a tastiera, frequenta regolarmente corsi di perfezionamento con il Maestro Bart van Oort, all’Accademia Villa Bossi di Varese sede dell’AETAS “Accademia delle Tastiere Storiche”.Ha frequentato e frequenta periodicamente masterclass per approfondire gli aspetti della tecnica e dell’approccio pianistico con Brian Ganz, Bruno Canino, Viviana Buzzai, Gian Maria Bonino; ha inoltre seguito corsi di quattro mani e duo con le Prof.sse Brunialti Debora e Biondi Paola. Dopo aver insegnato presso la scuola di musica P.Messa di Pocapaglia, il Centro Esperienze musicali di Castagnito, collaborato con l’associazione Ars et Labor, con l’orchestra Pressenda di Alba e svolto opera di Accompagnamento Pianistico per numerosi anni presso la Classe di Canto Lirico e Moderno dell’Istituto Musicale “L. Rocca” attualmente svolge attività didattica presso l’associazione “Note e Natura” e presso l’istituto musicale di Canale e del Roero, collabora come allievo tirocinante alla cattedra di pianoforte del Prof. Bonino G.Maria presso il Conservatorio di Alessandria. Ha all’attivo numerosi concerti sia in veste di solista che camerista; accompagnatore di cori e cantanti lirici con l’Associazione Lirica Fiori d’Arte. Invitato in qualità di pianista accompagnatore ha avuto l’onore e il privilegio di accompagnare il soprano Katia Ricciarelli in duetti con il tenore Mario Vicari presso il “giardino dei Principi” di Loano. E’ stato inoltre pianista collaboratore presso L’Art School di Savona per i Master Europei di Strumenti ad Arco. Ha eseguito come solista di Mozart il concerto Kv 413 e kv 414, di Haydn il concerto in re maggiore.Collabora come continuista al cembalo e all’organo con l’orchestra da camera di Guarene, con la quale si è anche esibito nella primavera del 2012 presso il centro studi dell’Ambasciata Italiana a Praga. Nel Ciclo Intorno al 900 di musica contemporanea ha eseguito in prima assoluta per Sax e Piano “madrigale e variazioni” presso il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria, Andante e Variazioni sul tema dell’orologio di Praga e Piedino Rosso (composizioni per pianoforte solo ispirate alla favola per bambini Piedino Rosso) di Antono Testa composte dal M°Paolo Paglia edito dalla casa editrice Armelin.Padova. Ha partecipato alle esecuzioni degli integrali delle opere di Brahms, liszt e Chopin.
Si occupa di ricerca storica sugli strumenti antichi a tastiera e didattica della musica con un attenzione particolare alla didattica per bambini, pubblica saggi e articoli inerenti la storia della musica e guide all’ascolto su giornali locali. È laureato in Economia.
Franz Liszt, Weinhachtsbaum- L’albero di Natale
Il Natale nell’immaginario collettivo del “vecchio Piemonte” (regione nella quale vivo) è da sempre legato alla figura di Gelindo, la statuina del presepe del pastore-contadino con l’agnello sulle spalle, il cappello in testa, i calzoni sotto il ginocchio, la “cavagna” al braccio e la piva musicale. Gelindo è il personaggio del presepe che per primo accorre in visita alla capanna di Betlemme dove è nato il Bambin Gesù.
Immagino il nostro Franz Liszt nell’inverno del 1873 come “ l’Abate – Gelindo”, il pastorello che nell’accostarsi alla capanna della Natività, raccoglie nei suoi pensieri tutte le melodie, i ricordi dei Natali giovanili e scrive con enfasi il “Weinhachtsbaum- L’albero di Natale”. Suite per pianoforte (S 186 = R 71) dedicandolo alla sua nipotina Daniela. Le stesure di quest’opera furono molte, e come in molte altre opere del compositore troviamo una prima edizione, una seconda edizione e in questo caso anche una versione per pianoforte a quattro mani.
La “Suite” pubblicata nel 1881 si suddivide in 12 brani. I primi quattro sono parafrasi semplificate di cori e canti popolari natalizi: “Psallite (Vieux chant de Noël)”, “O heilige Nacht (Santa Notte)”, “In dulci jubilo” e la marcia dei Re Magi: “Adeste Fideles”. I successivi tre invece sono scene infantili nella più spiccata tradizione schumanniana ove a differenza dei primi brani ritroviamo qua e là, sprazzi di virtuosismo tipici dello stile lisztiano. Lo scherzoso accendersi delle candele sull’abete, il carillon dei giochi sotto l’albero e la ninna nanna lasciano il posto ad un antico canto Provenzale e alle “Campane della Sera” che annunciano la nascita del Salvatore. La Suite si chiude infine con gli ultimi tre ricordi del Compositore: la malinconia dei giorni che sfuggono (“Una volta”), un impetuoso omaggio all’Ungheria (“In stile ungherese”) e alla Polonia (“In stile polacco”), patria, rispettivamente, dell’autore e della principessa Carolyn, con la quale anni prima Liszt era giunto a un passo dall’altare.
La naturalezza delle espressioni sonore e la concretezza degli episodi di vita degli ultimi brani si dipanano in un clima perfuso di spiritualità e di presenza umana, facendo apparire più vicino e tangibile il messaggio d’amore insito nel mistero del Natale. “Nella vita di Liszt la fede è una presenza indiscussa. Nel catalogo delle opere lisztiane la quantità di titoli “spirituali” è veramente cospicua: dalla prima Ave Maria (composta nel 1842) sino al suo ultimo anno di vita (1886), l’elenco dei pezzi dedicati alla fede cattolica è amplissimo. (avremo modo i conoscerli assieme). La presenza di eroi, così significativa sino agli anni Cinquanta, si assottiglia piano piano per lasciare spazi sempre più vasti alle figure di santi e in particolare alla venerazione della Madonna e Gesù Bambino”. A dirlo è il pianista napoletano Michele Campanella (1947), che alla musica lisztiana ha dedicato tutta la sua carriera e che, per il bicentenario lisztiano ha riversato la sua lunga esperienza di interprete nel volume Il mio Liszt (Bompiani).
Una sera, alla vista del vostro albero di Natale addobbato e del presepio che avete costruito assieme ai vostri figli, accendete il lettore cd e assieme a loro, magari con una tazza di cioccolata e qualche biscotto alla cannella, mettetevi all’ascolto di un “Albero di Natale” sonoro. Gli esecutori di quest’opera sono molti, dalla prima incisione del 1951 di Brendel a Leslie Howard, da Rhondda Gillespie a Michele Campanella, passando per Roland Pontinen, Jerome Rose, Pietro Spada, Oliver Vernete. L’ascolto di ogni interpretazione e i gusti sono del tutto soggettivi. Decidete voi quale dei tantissimi e bravissimi esecutori che la storia ci ha regalato volete ascoltare. Una cosa è certa: lasciatevi tenere per mano dal nostro Franz, accostatevi con lui alla capanna di Betlemme e tornando bambini regalatevi un’ora di emozioni ispirate alla magia del Natale. Auguri!
Franz Liszt, Weinhachtsbaum- L’albero di Natale.
Liszt aveva 120 mani
guardatevi il video di la campanella!
(176 crome per minuto con biscrome)
176 x 4 = 704