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Filippo Vignato Quartet, Harvesting Minds (2017 Cam Jazz)

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Filippo Vignato Quartet, Harvesting Minds (2017 Cam Jazz), 5.0 out of 5 based on 3 ratings

Filippo Vignato Quartet, Harvesting Minds (2017 Cam Jazz)

Un volto dai contorni indefiniti che non si lascia scoprire e che costringe l’occhio a uno sforzo di messa a fuoco. Un’immagine che cambia prospettiva di visione generale la copertina di “Harvesting Minds”, il recente lavoro discografico che Filippo Vignato al trombone registra e pubblica per Cam Jazz in quartetto con Giovanni Guidi al pianoforte, Mattia Magatelli al contrabbasso e Attila Gyárfás alla batteria.

“In un’epoca completamente satura di immagini, ho voluto scegliere questa copertina per rappresentare la mia musica e i miei valori. Uno dei miei principali intenti artistici è quello di cercare qualcos’altro rispetto all’esplicito, ciò che sta dietro, sotto o intorno alle cose, al fine di valorizzare la componente di mistero e di poesia per la quale noi tutti amiamo questa musica e di cui per me è la vera essenza” afferma il musicista.

Quasi a contrastare questo tempo di narcisismo esteriore e di sfrenato esibizionismo, Filippo Vignato enuncia una poetica di opposizione, una presa di posizione che punta in direzione della profondità e tenta il recupero di una dimensione ormai desueta, quella della riflessione introspettiva, dell’analisi interiore, della ricerca di significati più autentici.

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Vignato si muove nel solco di un’estetica conseguente al suo pensiero. Le undici tracce di “Harvesting Minds” indagano quell’invisibile agli occhi attraverso soluzioni musicali che concedono all’immaginazione ampia possibilità di movimento, una vastità di orizzonte varia quanto dialettica come dialettico è quello spazio in cui conscio e inconscio risiedono e che inevitabilmente cerchiamo di svelare.

Sono brani in cui la poesia e la bellezza delle idee melodiche convivono con la brusca frammentazione e la rarefazione, a rappresentare uno sconosciuto universo cangiante eppure profondamente umano.

La bellissima intro al pianoforte di Giovanni Guidi nella titletrack è un ingresso in una zona franca dal rumore esterno, immersione in un’interiorità scevra da sollecitazioni esterne su cui il trombone di Filippo Vignato si inserisce a creare un “tema-guida” che sembra non abbandonarci mai per tutta la durata del disco.

Stessa intenzione in brani come “Home” o “Neverland Last Days” in cui memoria, tenerezza e un’aspirazione all’elevazione emergono nitidamente.

Per contro, tracce come “Days Are Too Short”, “Unspoken Memories” o “Dark Glare” o ancora “Trust” virano verso la poetica del frammento, seguono una logica più introspettiva, meno frequentata forse ma ugualmente reale.

Il quartetto funziona alla perfezione grazie al sapiente lavoro di questi quattro musicisti che in parti uguali concorrono alla creazione di un disco che sa regalare momenti di pura emozione e di profonda riflessione.

Harvesting Minds” è stato registrato e mixato da Stefano Amerio presso gli studi Artesuono con la produzione artistica di Ermanno Basso e mastering a cura di Danilo Rossi.

Un pre ascolto del cd è disponibile sul sito della Cam Jazz.

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