F.Liszt, Troisième année, Années de pèlerinage III, S. 163
Il pellegrino Liszt continua il suo viaggio, in questa terza serie, in una dimensione totalmente spirituale. Villa d’Este a Tivoli è il luogo dove Liszt, dopo aver preso i voti ed essere entrato negli ordini minori, si sente più vicino all’Onnipotente. La meditazione sul senso della vita e la ricerca costante della spiritualità è intrinseca in ognuno di questi sette pezzi, non vi è un ordine cronologico ma un percorso spirituale deciso dal compositore che si apre e si chiude rivolgendo il proprio pensiero a Dio. Vi invito ad ascoltare la superba interpretazione di “Les jeux d’eau a la Villa d’Este” di Claudio Arrau.
Angelus! Prière aux anges gardiens -Andante pietoso (mi maggiore)
Il primo pezzo della terza serie dedicato alla nipotina Daniela von Bülow è una Preghiera agli angeli custodi, la preghiera serale che chiude la giornata nel ricordo dell’annunciazione dell’angelo a Maria. Scritto nel 1877 a Tivoli Liszt ne fece successivamente anche delle versioni per harmonium e per quartetto d’archi. In questo brano il pianoforte e la tecnica pianistica sono marginali, sono di vitale importanza invece gli effetti sonori da ricreare: l’Angelus che il compositore ascoltava nelle estati romane. La trama musicale è semplicissima; delicati accordi che evocano il suono della campana che accompagnava la recita dell’Angelus.
Aux cyprès de la Villa d’Este, Thrénodie I – Andante
Aux cyprès de la Villa d’Este, Thrénodie II – Andante ma non troppo (mi minore)
Questi due pezzi sono vere e proprie lamentazione funebri, evocano i cipressi del giardino di Villa d’Este a Tivoli il primo, i cipressi della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma il secondo. La prima Thrénodie in sol oscilla in continuazione tra il modo maggiore e il minore, con un effetto di sospensione armonica. Il carattere grave dei brani sembra raffigurare un lungo filare di cipressi, ordinariamente piantati dei cimiteri. Credo che in questi brani di carattere descrittivo possa innestarsi un pensiero musicale che verrà sviluppato più avanti da O.Respighi in Pini di Roma.
Les jeux d’eau a la Villa d’Este – Allegretto (fa diesis maggiore)
Dai toni cupi usati da Liszt nelle pagine precedenti si passa alla luminosità di Les jeux d’eau à la Villa d’Este (I giochi d’acqua a Villa d’Este), il più celebre dei sette pezzi di questa raccolta e anche l’unico a richiedere un notevole impegno virtuosistico. Liszt vede nell’acqua che scorre un simbolismo religioso, come rivela esplicitamente la citazione del Vangelo secondo Giovanni apposta sotto la battuta 144, quando la continua mobilità di questa musica si placa ed emerge una dolce, intensa e lirica melodia: “sed aqua, quam ego dabo eì, fiet in eo fons aquae salientis in vitam aeternam” (“ma l’acqua, che io gli darò, diventerà in lui una sorgente d’acqua che scaturisce in vita eterna”). Fino ad ora nessuno nella storia della musica aveva mai scritto una “pagina” dai colori così brillanti, da influenzare i compositori delle nuove generazioni a venire: un esempio sono Debussy, Respighi e soprattutto Ravel, il cui jeux d’eau è un esplicito omaggio a Liszt.
Sunt lacrymae rerum, «en mode hongrois» – Lento assai
Dedicato ad Hans von Bülow fu composto nel 1872 in memoria dei caduti della rivoluzione per l’indipendenza ungherese del 1849 ed era inizialmente intitolato Thrénodie hongroise (Trenodia ungherese). Nel 1877 Liszt cambiò il titolo in Sunt lacrymae rerum una citazione dell’Eneide di Virgilio. L’eco della musica ungherese è riconoscibile nell’uso di una scala che comprende due seconde aumentate e nei passaggi in ritmo di marcia in stile di verbunkos, simile a quello delle celeberrime Rapsodie ungheresi.
Marche funebre per Massimiliano imperatore del Messico – Andante, maestoso, funebre
La Marche funébre reca come epigrafe una citazione di Properzio, “in magnis et voluisse sat est” è dedicata alla memoria di Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Messìco.
Scritta subito dopo la sua fucilazione avvenuta il 19 giugno 1867, questa pagina è un’autentica meditazione sulla morte. Nove battute introduttive, uno degli inizi più neri di tutta la musica di Liszt precedono l’inizio della marcia funebre vera e propria, il cui ritmo marcato si placa in una unica linea melodica semplice ed espressiva, poi in un recitativo, infine in un grande tremolo e in una perorazione finale alla vita dopo la morte nella luminosa tonalità di fa diesis maggiore.
Sursum corda – Andante maestoso, non troppo lento (mi maggiore)
L’ultimo brano della raccolta deriva dal titolo della prefazio della messa cattolica. Composto a Tivoli nel 1877, Sursum corda può essere annoverato tra i brani più interessanti di tutto il repertorio lisztiano per l’uso di scale per toni interi. Poco noto ma molto amato da un altro grande musicista ungherese, Bela Bartók, Sursum corda chiude la terza serie degli Anni di Pellegrinaggio nella stessa tonalità in cui era iniziata, mi maggiore: la forza della fede trionfa su tutte le avversità dell’uomo.
A questo link gli spartiti di F.Liszt, Troisième année, Années de pèlerinage III, S. 163