Se la pista della discoteca è la meta fissa delle vostre serate, sappiate che forse il vostro sudore non andrà sprecato. Se, come pare, la tendenza a costruire discoteche che si alimentano con l’energia prodotta dai ballerini della notte continuerà a dilagare, anche in Italia avremo locali illuminati e “suonati” dai movimenti degli avventori. Con il calpestio delle persone sul pavimento della pista si produce energia che alimenta il locale e restituisce musiche e luci. La prima discoteca che si autoalimenta è stata progettata a Rotterdam, in Olanda; si tratta dell’Off Corso, ed è attiva già da un paio d’anni. Il dancefloor, spiegano i tecnici, utilizza un sistema di cristalli che producono energia con la pressione e il movimento; quest’ultima viene poi incamerata in un accumulatore che fornisce energia a tutto il locale. E più ci si scatena più le luci sono intense così come il volume della musica alto. Sono già diversi i progetti che sviluppano questo tipo di tecnologia anche in altri ambienti. Lo stesso studio che ha ideato la discoteca, il Döll – Atelier voor Bouwkunst di Rotterdam, sta pensando di impiegare un pavimento analogo in alcune stazioni della metropolitana londinese, funzionante questa volta a pressione idraulica. Anche alcune palestre si stanno dotando della vistuosa ed economica tecnologia; l’energia pulita prodotta è a costo zero.