
Benvenuto in questa nuova lezione del Corso introduttivo allo studio del pianoforte.
Nella lezione di oggi vediamo che cosa sono le dinamiche e come queste possono portare un contributo artistico significativo alla nostra esecuzione.
Per approfondimenti, guarda questo video:

Le Dinamiche
C’è una frase che riesce sempre a rendere bene l’idea di quanto sia complesso il pianoforte: “tutti sanno suonare il pianoforte, ma in pochi sanno suonarlo bene”.
In effetti è davvero così. Cosa ci vuole a mettere le mani sulla tastiera ed abbassare i tasti? Niente!
Tuttavia, fortunatamente, il pianista non si limita solo a questo. Il pianista bada all’uguaglianza del tocco, bada a non dare accenti laddove non ci sono, bada a cambiare spesso il colore per non rendere il brano troppo “piatto”, bada a rinnovare spesso il pedale di risonanza, bada a tenere la mano che suona la linea melodica ad un livello sonoro superiore rispetto all’altra, bada a rispettare il legato e lo staccato, bada ad inserire ritenuti, accelerazioni e rallentamenti laddove la partitura lo richiede e tanto altro.
Come vedi non è poi così semplice.
Un errore spesso commesso dai principianti è quello di non suonare con la variazioni di dinamica.
La dinamica, che altro non è che la gestione delle intensità sonore (suono forte, suono piano ecc..), non è da confondere assolutamente col movimento e la velocità.
In ambiti extramusicali questa può darci l’idea di qualcosa che si muova all’interno di un dato tempo. Qui invece non si parla assolutamente di tempo ma bensì di volumi sonori.
È bene iniziare subito a usare le dinamiche!
Non esistono note senza dinamiche. Certo, per un allievo che è alle prime armi è già tanto riuscire a suonare guardando le note sullo spartito mantenendo le mani in posizione corretta, ma personalmente ritengo che occorra riuscire sin da subito a buttare l’occhio sulle dinamiche altrimenti si può prendere l’abitudine di metterle sempre in secondo piano dopo la lettura delle note, mentre dovrebbe essere una cosa simultanea.
Il rischio che corriamo noi pianisti è quello di risultare monotoni. A differenza degli altri strumenti noi non abbiamo bisogno di respiri forzati. Non suoniamo un clarinetto dove prima o poi dovremo prendere fiato, non suoniamo un violino dove prima o poi dovremo cambiare arcata.
Di conseguenza, poiché il pianoforte non richiede questo, dobbiamo renderlo noi uno strumento vivo e dinamico, andando, per esempio, a chiudere le frasi in modo elegante con un leggero sfumare del suono.
Questa è la difficoltà del pianista. Rendere il proprio strumento, uno strumento cantabile ed è molto difficile dato. Meccanicamente abbiamo dei martelletti che battono su delle corde ed è difficilissimo ottenere un legato perfetto come avviene con gli altri strumenti. Tuttavia possiamo cercare di simularli.
Ciò è possibile solo con un lavoro di cambiamento di intensità del suono, passando dal suono piano a quello forte tramite delle gradazioni intermedie oppure di colpo, come avviene in diversi casi.
Dinamica sullo Spartito
Fortunatamente i compositori erano molto attenti a segnare con cura sulla partitura la propria intenzione espressiva, così abbiamo già tutte le indicazioni degli autori su come suonare tutti i passaggi del pezzo in questione.
Le indicazioni di dinamica sono solitamente inserite fra i due pentagrammi, quello della mano destra (solitamente chiave di Sol), e quello della mano sinistra (solitamente chiave di Fa). In questo caso la modulazione di dinamica è da intendere per entrambe le mani (quasi mai una mano ha un’intensità diversa dall’altra).
Il suono può partire da un pianissimo sino ad andare ad un fortissimo (anche se possiamo trovare il “piano pianissimo” o il “forte fortissimo”).
Ecco qui di seguito le principali abbreviazioni che puoi trovare su di uno spartito:
- pp: pianissimo
- p: piano
- mp: mezzopiano
- mf: mezzoforte
- f: forte
- ff: fortissimo
A seconda delle abbreviazioni che troviamo, dobbiamo regolare il nostro volume di suono.
Per esempio in questa figura:
Bisogna suonare tutte queste note con un’intensità sonora pari a forte.
Ovviamente forte è soggettivo. Non esistono indicazioni internazionali che indicano quanti decibel di suono deve avere un “forte” o un “piano”.
Tutti gli articoli della serie
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 5. Individuare i tasti
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 13. Le scale musicali
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte - 14. Gli arpeggi
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte - 0. Presentazione
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 1. Impostazione al pianoforte
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 2. Rilassamento
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 3. Caduta
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 4. Esercizio di Chopin
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte – 6. Le tre fasi del suono
- Corso Introduttivo allo studio del pianoforte - 7. Pentagramma e note
- Corso Introduttivo allo studio del pianoforte – 8. Consigli utili
- Corso Introduttivo allo studio del pianoforte – 9. I valori delle note
- Corso Introduttivo allo studio del pianoforte – 10. Le dinamiche (This post)
- Corso Introduttivo allo studio del pianoforte – 11. Le dinamiche (Parte 2)
- Corso Introduttivo allo studio del pianoforte – 12. I tagli addizionali
- Corso introduttivo allo studio del pianoforte - 15. I principali metodi
Christian sei meraviglioso !!
Sia per quello che insegni
che per i magnifici video e
i fantastici Tutorial che ci regali.
Grazie all’ infinito !!
Ti assegnerei il premio Nobel
per l’impegno e il cuore che metti
nel tuo fantastico Lavoro ,
per la sapienza che condividi
con tutti Noi ….
io Ti sono grata ogni giorno e
Non posso che volerti
un sacco di bene !!
Un abbraccio fortissimo e
Un augurio di benessere assoluto
Baci , tua fan GiuliArt
Ciao Cristian
seguo le tue lezioni al computer e ho anche acquistato un corso relativo al giro di blues, ma sono un neofita e anche s mi applico ho difficoltà a memorizzare cosi tante nozioni ( ho 66 anni) ma piace un sacco il piano da quando ero bambino e ora che ho tempo vorrei studiarlo veramente.
La mia domanda è dunque : dai anche lezioni private di persona o solo vai web`?
Mi piacerebbe venire a lezione da te
Ciao Cesare, puoi prendere i miei contatti su https://pianosolo.it/chi-siamo/ . Abbiamo una scuola di musica a Golasecca. Sentiamoci.
Ciao Cristian,
complimenti per il lavoro di divulgazione che fai.
Un curiosità: ma il motivetto al minuto 2:20 è una tua improvvisazione sul momento, o è parte di qualche brano?
Grazie
Ciao Maddalena, puoi cominciare proprio da questo corso. Vai alla lezione 1 e inizia a familiarizzare con il linguaggio musicale.
Poi puoi cominciare a studiare sul pianoforte, magari con uno dei nostri metodi. Sulla destra troverai una sezione con scritto “I corsi di Pianosolo”, vai in “metodi” e comincia dal Beyer e Duvernoy.
Ciao Cristian, vorrei iniziare a capire la musica e provare ad imparare un po’ di pianoforte. Non ho mai studiato musica ma vorrei, da autodidatta, cercare di comprenderla. Vorrei che mi consigliassi come fare e come orientarmi. grazie, Maddalena
Ciao Cristian!
avrei bisogno di una spiegazione che ho cercato disperatamente ma senza successo..
ho letto che sempre ed in ogni caso bisogna rilassare il braccio per suonare, ma quando si suona velocemente, come si fa a far uscire il suono piano? se si suona lentamente è difficile ma abbastanza fattibile, il problema è quando aumento anche se di poco la velocità!!! hai qualche consiglio e/o esercizio?
le lezioni di Christian sono molto efficaci anche per persone principianti come me. Grazie
sono molto contento Beatrice, un abbraccio! 🙂