Home Classica Corso preparatorio allo studio del pianoforte – 1. Impostazione al pianoforte

Corso preparatorio allo studio del pianoforte – 1. Impostazione al pianoforte

0
Corso preparatorio allo studio del pianoforte – 1. Impostazione al pianoforte, 5.0 out of 5 based on 299 ratings

Benvenuti alla prima lezione del nostro corso. Oggi esploreremo le impostazioni fondamentali per una corretta postura al pianoforte. Vi mostreremo come posizionarsi sullo sgabello, mantenere il busto, le spalle, le braccia e le gambe in modo ottimale.

Abbiamo discusso i principi base per una buona postura al pianoforte, sottolineando l’importanza di una postura che minimizzi lo sforzo fisico e le tensioni. Tuttavia, è essenziale notare che questi principi possono variare. Molti pianisti famosi, che potete osservare nei concerti o online, a volte deviano da queste linee guida, poiché esistono molti stili differenti di suonare il pianoforte. Non c’è una postura universale ma piuttosto una raccomandata, e ogni pianista deve trovare il proprio approccio personale allo strumento.

Innanzitutto, è importante sedersi al centro del pianoforte per avere accesso ottimale a tutta la tastiera. Invece di spostare lo sgabello per raggiungere le note alte o basse, il pianista dovrebbe semplicemente muovere il proprio busto, mantenendo i gomiti vicino al corpo. Questo evita di violare il principio di tenere i gomiti aderenti al busto, una regola che alcuni pianisti famosi potrebbero non seguire sempre.

Quanto all’altezza dello sgabello, è una questione soggettiva che dipende dall’altezza individuale. Generalmente, le ginocchia dovrebbero trovarsi circa una decina di centimetri sotto il punto più alto della tastiera. Questa è una linea guida, ma la regolazione dipende dalle preferenze personali.

La distanza tra lo sgabello e il pianoforte è altrettanto soggettiva. Una posizione equilibrata è essenziale; essere troppo vicini o troppo lontani può influenzare negativamente la qualità dell’esecuzione. Una distanza eccessiva dalla tastiera può impedire di dare il giusto peso alle note, influenzando la qualità del suono e la capacità di produrre diverse timbriche.

Un altro aspetto fondamentale è il baricentro. Suonare troppo lontani dalla tastiera fa sì che il baricentro cada fuori dalla tastiera, impedendo di utilizzare il proprio peso corporeo per produrre note forti. Una postura corretta, con il busto leggermente inclinato verso il pianoforte, permette al baricentro di cadere sulla tastiera, facilitando la produzione di sonorità potenti.

Per quanto riguarda la posizione sullo sgabello, è importante non sedersi comodamente occupando tutto lo spazio disponibile. Sedersi sulla punta dello sgabello consente una maggiore libertà di movimento delle gambe, essenziale per l’uso efficace dei pedali. Quando si utilizza il pedale, si consiglia di usare solo la punta del piede.

Ricapitolando:

Posizione sul pianoforte
Sedersi al centro del pianoforte, all’altezza del Re#4, consente alle mani di muoversi liberamente lungo la tastiera e garantisce il controllo su tutta la sua estensione. Tuttavia, ci sono eccezioni: per alcuni brani, potrebbe essere necessario spostarsi più a sinistra o a destra.

Altezza dello sgabello
L’ideale è che il braccio sia allo stesso livello della tastiera, ma l’altezza dello sgabello dipende molto dall’altezza personale dell’individuo. Persone più alte necessiteranno di uno sgabello più basso, e viceversa. Per esempio, Glenn Gold adottava una postura unica, con braccia e gambe ben sotto il livello della tastiera.

Posizione del braccio
Il braccio deve essere sullo stesso piano della tastiera per evitare un polso troppo alto o basso. Un braccio troppo basso impedisce di utilizzare tutto il peso del corpo, mentre un braccio troppo alto rende difficile suonare con forza.

Posizione delle gambe
Le gambe devono essere unite per eleganza e raffinatezza, formando un angolo retto se non si usano i pedali, e un angolo leggermente maggiore quando si utilizzano.

Posizione della mano
Anche se non approfondito in questo video, la posizione della mano è fondamentale. Ci sono due scuole di pensiero contrapposte riguardo le dita raccolte o distese. La mia opinione è che, a seconda del passaggio musicale, entrambe le tecniche possono essere necessarie, offrendo così molteplici possibilità interpretative.

Pianosolo consiglia

Articolo precedenteYaron Herman, Alter Ego (2012, Act Music, distr. Egea)
Articolo successivoDave Brubeck
Marketing manager e Webmaster di Pianosolo.it, suono il pianoforte da quando avevo 11 anni. Amo la musica e la tecnologia. Per qualsiasi informazione visita la pagina dei contatti

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here