Per diventare dei buoni pianisti c’è bisogno di una buona tecnica. Ma che cos’è la “tecnica”? Molto spesso con il termine “tecnica” si intende il livello di virtuosismo del pianista. Ma in realtà non è così. La tecnica è l’abilità di eseguire milioni di passaggi diversi, il che non equivale quindi alla destrezza, ma è una somma di tante capacità.
Ora vi lascio ai consigli del grande pianista italiano Busoni.
Ciò che si richiede al pianista
No, la tecnica non è e non sarà mai l’alfa e l’omega dell’arte pianistica, e nemmeno di qualunque altra. Tuttavia, com’è naturale, ai miei allievi raccomando: fatevi una tecnica, e di fondamenta solide. Per formare un grande artista si devono realizzare molteplici condizioni, e appunto perché questo è dato solo a pochi un vero genio costituisce una tale rarità.
Una tecnica in sé e per sé perfetta la troviamo in tante pianole ben costruite. Eppure un grande pianista dev’essere prima di tutto un forte tecnico; ma la tecnica, che dell’arte pianistica è solo una parte, non sta solo nelle dita e nei polsi, oppure nella forza e nella resistenza: la più grande tecnica risiede nel cervello, si compone di geometria, valutazione delle distanze e disposizione sapiente. Ma anche con ciò siamo appena al principio, perché alla vera tecnica appartiene anche il tocco e soprattutto l’uso del pedale.
Al grande pianista occorre inoltre intelligenza non comune, cultura, vasta educazione in tutte le discipline musicali e letterarie, e nelle questioni della vita umana. L’artista deve anche avere carattere. Se una di queste qualità manca, la lacuna si manifesterà in ogni frase che egli esegue. Si aggiungano sentimento, temperamento, fantasia, poesia, e infine quel magnetismo personale che a volte rende capaci di portare allo stesso stato d’animo quattromila persone estranee, riunite per caso. Inoltre si esige ancora presenza di spirito, dominio sulle proprie sensazioni in condizioni ambientali irritanti, capacità di tener desta l’attenzione del pubblico, e infine di dimenticare il pubblico nei “momenti psicologici”.
Dovremo ancora aggiungere il senso della forma, dello stile, la virtù del buon gusto e dell’originalità? Come elencare tutto ciò che si può richiedere? Ma prima di tutto si tenga presente una qualità essenziale: colui per la cui anima non è passata una vita non dominerà mai il linguaggio dell’arte.
Regole per il pianista
1. Studia il passaggio con la diteggiatura più difficile; quando sei arrivato a dominarlo, allora suona con quella più facile.
2. Se il carattere tecnico di un passaggio ti presenta delle difficoltà speciali, ripassa tutte le figurazioni simili di altri pezzi, di cui ti ricordi; – troverai così il sistema adatto per suonare quella data figurazione.
3. Collega sempre lo studio tecnico con quello interpretativo: la difficoltà spesso non sta nelle note ma nella sfumatura dinamica prescritta.
4. Non sperperare mai la tua forza, lasciandoti trasportare dal temperamento; ne derivano zone sporche nella pagina, che non si possono più ripulire.
5. Non ti irrigidire a voler vincere dei pezzi che hai studiato male in altri tempi e che perciò non ti riescono; per lo più è lavoro buttato. Ma se nel frattempo hai cambiato completamente il tuo modo di studiare, riprendi a studiarli dal principio, come se tu non li conoscessi affatto.
6. Studia tutto e ogni cosa come se fosse la cosa più difficile; cerca di affrontare gli studi di scuola dal punto di vista del virtuoso. Vedrai con sorpresa quanto è difficile suonare uno Czerny, un Cramer o soprattutto un Clementi.
7. Bach è la base del pianoforte, Liszt la cima. Questi due insieme ti renderanno possibile Beethoven.
8. Parti dal presupposto che sul pianoforte tutto è possibile, anche quel che ti sembra impossibile o che lo è realmente.
9. Abbi cura della tua preparazione tecnica in modo da essere ferrato per ogni e qualsivoglia caso, così nello studio di un nuovo pezzo potrai concentrare tutta la tua attenzione sul suo contenuto spirituale; i problemi tecnici non ti arresteranno.
10. Non suonare mai senza cura, anche se nessuno ti ascolta, o se l’occasione ti sembra insignificante.
11. Non trascurare di ripetere sempre un passo che ti è mal riuscito; se non lo puoi fare in presenza d’altri, fallo più tardi.
12. Non lasciar passare giorno, possibilmente, senza toccare il tuo pianoforte.
Un ringraziamento doveroso al Alexxjo che ha postato queste importantissime notizie sul Forum.
Bellissimo questo articolo, davvero!!! Ti invoglia a migliorare e qua e là, per me,è anche una conferma “referenziata” di alcune convinzioni che, anche se studio come autodidatta, avevo già maturato in modo più o meno consapevole. Leggerle così scritte da chi ha una formazione professionale, mi ha permesso di consolidarle nella testa comprendendo a fondo alcuni… Come dire… “sfumature /particolari” finora intuiti ma non razionalizzazione. Grazie come sempre Christian!!!
Felicissimo che ti sia piaciuto, Giuseppina! 🙂
ciao cristian mi piacerebbe sapere da te come deve esere articolata una seduta distudio
ottimale:le scale bisogna farle,gli arpeggi anche,il cesi o simile,hanon o simile,i pezzi anche,esercizi per il tocco,la velocita'…….
ho inziato a studiare pianoforte a 54 anni neho 60 mi piace la classica la leggera il bleus
isomma quasi tutta.
nella scuola che frequentavo la seduta era :scale,hanon (al 3 anno)cesi,pezzo
ho apprestato molto l'articolo penso attacchero' le regole al piano..
chissa' se pui darmi qualche consiglio(studio tutti i giorni)
con molta stima antonio grazie
Ciao Antonio,
Innanzi tutto grazie di tutto e poi ti vorrei dire che secondo me, come ho già detto altre volte, non esistono delle cose che, se eseguite giornalmente ti fanno migliorare. Una cosa che dobbiamo capire è: IL PIANOFORTE NON E' COME LA PALESTRA. In palestra servono moltissimo le serie e le ripetizioni , ma sul pianoforte le cose cambiano. Migliori solo quando trovi delle difficoltà e riesci a superarle, e non quando continui a suonare cose che sai già fare, ok?
A presto,
Christian
grazie antonio
Uno dei migliori articoli di sempre!
Le regole del pianista sono da stampare e appiccicare sul pianoforte, oltre che in testa 😀
BELLISSIMO QUESTO ARTICOLO, grande Christian e, ovviamente, Busoni 🙂