Home Classica Concetti di biomeccanica pianistica – Suonare le doppie note (Vol.5)

Concetti di biomeccanica pianistica – Suonare le doppie note (Vol.5)

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Passiamo ora al quaderno numero cinque degli Esercizi di Liszt, che si apre con una scrittura di bicordi ribattuti.

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Quale tipo di azione muscolare utilizzare per eseguirli al meglio?

Abbiamo diverse possibilità.

Facciamo riferimento alla leva del palmo che abbiamo visto nel secondo video, in cui noi produciamo il movimento, col dito fisso, a partire dal carpo e qui abbiamo, inoltre, una doppia possibilità, che sono sia meccanicamente che fonicamente molto diverse, possiamo decidere se applicare la reazione o l’azione vera e propria:

  • Con la reazione andrò sul fondo del tasto e uscirò, creando una sorta di rimbalzo.
  • Con l’azione sospenderò l’avambraccio.

Oppure posso utilizzarle per iniziare ad esercitare l’articolazione dell’avambraccio, di cui finora non abbiamo parlato, in cui l’azione avviene nell’articolazione del gomito. In questo caso io fisserei l’omero, ovvero lo tengo nella posizione utile affinché le dita raggiungano la postazione corretta e lascio scendere e salire l’avambraccio. Naturalmente, essendo una leva lunga, non ci consente grandi velocità, però si rivelerà molto utile in certe occasioni.

Ordina gli esercizi di Liszt qui.

Posso ulteriormente ampliare i meccanismi delle leve e nel caso volessi fare grandi velocità con l’avambraccio, sarò costretto, non a fissare l’omero, ma a renderlo un elemento propulsivo, poiché l’omero in questo caso serve da stantuffo. La stessa cosa Liszt la fa su delle seste, sia con diteggiatura uno cinque che con diteggiatura due cinque, in questo caso è importante fissare le dita (come se tenessi una palla di polistirolo in mano, per fare in modo che le dita rimangano nella posizione) e muovere solo le articolazioni (polso/avambraccio/spalla) lasciando le dita fisse.

Andando avanti troviamo la scrittura a due a due, ma per doppie terze. Valgono le stesse considerazioni viste finora sul movimento delle dita e sulle articolazioni, naturalmente anche questo ci porta a considerare le posizioni.

  • Alcuni movimenti, senza l’aggiustamento dell’omero, sarebbero talmente difficili e metterebbero in azione così tanti meccanismi di antagonismo muscolare da creare col tempo grandi frizioni.

Il quaderno va avanti e, con la stessa strategia di prima, diventano gruppi di tre e in questo caso posso decidere di fare tutto legato, di non interrompere i gruppi di tre ed è questa la situazione in cui è il braccio a fare le doppie note e non le dita. Questo meccanismo è estremamente consigliabile, perché, non solo non sottoponiamo la mano a un’azione muscolare di contrazione, ma è il braccio che si occupa di far fare alle dita delle cose in maniera agevole.

Ormai avrete capito che il braccio ha un ruolo fondamentale.

Tutto questo quinto quaderno viene pensato in base a queste considerazioni, fino ad arrivare dove la sinistra eseguirà delle quarte.

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Sono un pianista a tempo pieno, laureato a pieni voti all'ISSM "G.Puccini" di Gallarate. Adoro condividere le mie esperienze musicali sul web con articoli e video. Insegno pianoforte a coloro che intendono cominciare questa fantastica avventura.

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