Premessa
La musica è un’arte, un linguaggio espressivo che si avvale di suoni e ritmo combinati tra loro. Il suono scaturisce da vibrazioni di un corpo elastico percepito attraverso l’orecchio, precisamente da 16 a 16.000 vibrazioni al minuto secondo (vib. m/s). Quando ci sono meno di 16 vibrazioni si parla di “infrasuoni”, invece con più di 16.000 vibrazioni si parla di “ultrasuoni”. I suoni gradevoli dall’orecchio umano vanno dalle 27 alle 4.000 vibrazioni al minuto secondo.
Tra le caratteristiche del suono troviamo:
-
- ALTEZZA: è la qualità che ci fa distinguere un suono grave da uno acuto, espresso dal numero delle vibrazioni
- INTENSITÀ: dipende dall’ampiezza delle vibrazioni, ovvero permette di riconoscere un suono forte da un suono debole;
- TIMBRO: distingue le varie fonti di produzione del suono a seconda di uno strumento o di una voce, detto anche “colore del suono”.
Per far si che vi fosse un’altezza dei suoni uniformata in ogni paese, il Congresso di Londra tenutosi nel 1951, ha stabilito un suono fondamentale di riferimento ovvero un LA con 880 vibrazioni al minuto secondo, fissato su due piccoli apparecchi per l’accordatura vocale e strumentale, il diapason e il corista.
Il ritmo è, insieme al suono, uno degli elementi fondamentali della musica ed indica il movimento ordinato dei suoni, alternandosi mediante di accenti forti e deboli.
Tutto questo insieme di elementi, può essere messo per iscritto e annotato con carta e penna, in quello che viene definito il pentagramma. Per leggere la musica nel pentagramma abbiamo bisogno della “notazione” costituita dal pentagramma (o rigo musicale), dalle note musicali, dalle alterazioni, dalle diverse chiavi, dai tagli addizionali, dalle figure e pause musicali e dal tempo.
Il pentagramma
Il pentagramma è il rigo su cui vengono scritte le note musicali; è formato da 5 linee parallele e da 4 spazi su cui vengono apposte le note
Una parte del nostro corpo ricorda il pentagramma e se ci pensi bene, senza sbirciare qua sotto, ti verrà sicuramente in mente. La mano, ovvero quella parte del nostro corpo che ha 5 parti e che forma, nella distanza tra le dita, 4 spazi.
Prova a posizionarla sul pentagramma, come in figura, noterai proprio questa cosa.
Le note
Come abbiamo detto in precedenza, i suoni vengono distinti in gravi, medi ed acuti e vengono utilizzati graficamente con 7 note : DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI. Ogni suono viene apposto sul pentagramma, nella riga o nello spazio a seconda della sua posizione.
Non dimentichiamoci però che esistono altri suoni che hanno lo stesso nome delle note che sono: Do# o Reb, Re# o Mib, Fa# o Solb, Sol# o Lab e infine La# o Sib. Quindi i suoni che tuoi puoi emettere non sono 7 ma 12.
Il # (diesis) è un esempio di come la nota DO, mediante l’alterazione diesis, possa cambiare l’altezza del suono e trasformarlo.
Le alterazioni
Le alterazioni sono dei segni grafici che vengono apposti davanti ad una nota e servono per cambiare l’altezza di un suono. Si distinguono in semplici e doppie.
Le alterazioni semplici sono:
- DIESIS (♯): innalza il suono in un semitono
- BEMOLLE (♭): abbassa il suono di un semitono
- BEQUADRO ( ♮): riporta il suono con alterazione al suo suono naturale.
Le alterazioni doppie sono:
- DOPPIO DIESIS (x): innalza il suono di due semitoni, ovvero di un tono
- DOPPIO BEMOLLE (♭♭): abbassa il suono di due semitoni, ovvero di un tono
Dobbiamo specificare anche che le alterazioni possono anche essere:
- COSTANTI: quando vengono inserite tra la chiave e il tempo e quindi la durata delle alterazioni vale per tutta la durata del periodo musicale;
- TRANSITORIE: quando vengono apposte davanti alle note e hanno valore solo in quella battuta del rigo musicale in cui si trovano;
- DI PRECAUZIONE: ricordano all’esecutore di un brano musicale che le note, alterate nella battuta precedente, devono ritornare al loro stato naturale.
Le chiavi musicali
La chiave è un segno grafico che viene messa all’inizio del pentagramma e serve a determinare l’altezza di un suono. Le chiavi sono 7 e si suddividono in tre tipologie:
CHIAVE DI DO
Chiave di soprano ( il DO si trova sul 1° rigo)
Chiave di mezzosoprano ( il DO si trova sul 2° rigo)
Chiave di contralto ( il DO si trova sul 3° rigo)
Chiave di tenore ( il DO si trova sul 4° rigo)
CHIAVE DI SOL
Detta anche chiave di violino ( il SOL si trova sul 2° rigo)
CHIAVE DI FA
Chiave di Baritono (indica il FA sul 3° rigo)
Chiave di Basso (indica il FA sul 4° rigo)
L’insieme delle sette chiavi è detto Setticlavio e permette di essere utilizzato per l’estensione di tutte le note nei limiti del pentagramma musicale.
La chiave di violino o di SOL
Molte volte ti sarai chiesto cos’è questo simbolo che vedi all’inizio di una partitura e cosa rappresenta. La risposta è semplice: è la chiave di violino e, come si intuisce facilmente dalla stessa definizione di chiave, apre le porte alla lettura delle note sul pentagramma. La chiave di violino serve infatti a decodificare le note posizionate sulle cinque righe del pentagramma.
Non è l’unica chiave di lettura delle note naturalmente, ma è una delle più utilizzate, dunque la prima che devi imparare per una corretta lettura dello spartito.
Nella figura seguente puoi vedere come sono posizionate le note sul pentagramma:
La figura rappresenta le note sul pentagramma. Puoi riconoscerle dai loro nomi, ma dovrai imparare a riconoscerle dalla loro posizione e in questo è fondamentale proprio la chiave di violino, perché cambiando chiave cambierà anche la disposizione delle note.
Nella figura sul secondo rigo c’è un pallino rosso che corrisponde alla nota SOL sovrastante il Do centrale. Hai notato che nella rappresentazione grafica della chiave di violino il punto di partenza del simbolo parte proprio da quella posizione, dal secondo rigo? Ecco perché questa chiave si chiama anche chiave di sol. Il Sol è la nota di partenza per la lettura delle altre note seguendo la progressione della scala musicale, sia in senso ascendente (Sol, La, Si, Do, Re ecc…), che in senso discendente (Sol, Fa, Mi, Re, Do, Si ecc…).
Come si disegna la chiave di violino o chiave di Sol
La chiave di violino o chiave di Sol non è stata rappresentata sempre come la vedi ora. Originariamente era una sorta di G che nel tempo è arrivata ad avere differenti mutazioni grafiche fino ad arrivare alla figura che viene utilizzata oggi.
Nella notazione musicale anglosassone il Sol si chiama “G”. Perciò in uno spartito con accordi ad esempio è possibile trovare lettere come A, B, C, D, E, F, G altro non sono che le note musicali La, Si, Do, Re, Mi, Fa, Sol. Il nostro sistema musicale parte dalla nota Do, il sistema di notazione anglosassone parte dalla nota La (A).
Come disegnarla? Naturalmente partendo dal secondo rigo del pentagramma.
I tagli addizionali
Il pentagramma non può naturalmente contenere tutta l’estensione dei suoni musicali, infatti avrai notato che negli spartiti molte note sono rappresentate anche fuori dal pentagramma, sia nella parte superiore che inferiore. Come facciamo a capire dunque di quali note si tratta? Utilizziamo i tagli addizionali.
I tagli addizionali sono rappresentati graficamente come tratti di linea che sono posti sopra o sotto quelle note musicali posizionate al di fuori del pentagramma musicale. Se i suoni sono gravi, allora il taglio addizionale va posto sopra la nota di riferimento; se i suoni sono acuti, allora il taglio addizionale va posto sopra la nota di riferimento. Per i suoni medi che si trovano all’interno del pentagramma musicale, non va inserito alcun taglio addizionale, proprio perché non vi è la fuoriuscita dai limiti del pentagramma.
Figure di valore (durata delle note) e pause
Per la lettura della musica sul pentagramma, ha enorme importanza conoscere la durata dei suoni e la durata della pause (queste ultime indicano il silenzio che deve intercorrere tra un suono e un altro nella lettura di una frase musicale).
Questa durata si definisce come valore. Il valore, come indicato nello schema, definisce la durata del suono o della pausa, prolungato nel tempo, a seconda del suono rappresentato nella composizione.
Nella tabella puoi vedere la rappresentazione grafica dei principali valori musicali, dal valore più alto, ossia una nota di lunga durata, a quello più basso, ossia una nota di durata inferiore.
Imparare la durata delle note è fondamentale per la lettura dello spartito. Nei tuoi primi spartiti, che saranno necessariamente molto semplici, troverai i principali valori.
Da un punto di vista pratico, facciamo un esempio: cosa vuol dire che una nota dura 4/4? Quando la suoniamo quanto deve effettivamente durare quel suono? Non esiste una durata assoluta. ¼ potrebbe corrispondere alla durata di un secondo e in quel caso 4/4 equivarrebbero a 4 secondi, ma proprio perché non parliamo di valori assoluti dobbiamo ricorrere alle indicazioni di metronomo che ci suggerisce il compositore.
In quanto strumento meccanico, il metronomo consente di fissare in maniera oggettiva e uguale per tutti le proporzioni dei valori di ogni singola nota.
Via via che procederai nella lettura familiarizzerai con queste figure e segni musicali fino al punto che li riconoscerai senza alcuna fatica e la stessa lettura diventerà scorrevole. Nel frattempo ti proponiamo i nostri esercizi gratuiti di lettura ritmica.
Il tempo
Per concludere un posto rilevante nella lettura musicale lo si deve al tempo.
Il tempo è rappresentato da una frazione numerica messa sul pentagramma all’inizio di un periodo musicale subito dopo la chiave ed eventuali alterazioni, che serve a stabilire il valore dell’intera composizione. I tempi si suddividono in semplici e composti. Di seguito riportiamo una tabella per la suddivisione.
Tempi semplici
UNITARI | BINARI | TERNARI | QUATERNARI | QUINARI | SETTENARI |
1
1 |
2
1 |
3
1 |
4
1 |
5
1 |
7
1 |
1
2 |
2
2 |
3
2 |
4
2 |
5
2 |
7
2 |
1
4 |
2
4 |
3
4 |
4
4 |
5
4 |
7
4 |
1
8 |
2
8 |
3
8 |
4
8 |
5
8 |
7
8 |
1
16 |
2
16 |
3
16 |
4
16 |
5
16 |
7
16 |
1
32 |
2
32 |
3
32 |
4
32 |
5
32 |
7
32 |
1
64 |
2
64 |
3
64 |
4
64 |
5
64 |
7
64 |
Il tempo unitario indica 1 movimento, binario 2 movimenti, ternario 3 movimenti, quaternario 4 movimenti (indicato in passato anche da un cerchio imperfetto simile ad una lettera C ), quinario 5 movimenti (risulta dall’unione di un tempo ternario con uno binario), settenario 7 movimenti (unione di un tempo quaternario con uno ternario).
Nei tempi semplici al numeratore troviamo il numero dei movimenti, mentre al denominatore il valore di ciascun movimento.
Tempi composti
UNITARI | BINARI | TERNARI | QUATERNARI | QUINARI | SETTENARI |
3
2 |
6
2 |
9
2 |
12
2 |
15
2 |
21
2 |
3
4 |
6
4 |
9
4 |
12
4 |
15
4 |
21
4 |
3
8 |
6
8 |
9
8 |
12
8 |
15
8 |
21
8 |
3
16 |
6
16 |
9
16 |
12
16 |
15
16 |
21
16 |
3
32 |
6
32 |
9
32 |
12
32 |
15
32 |
21
32 |
3
64 |
6
64 |
9
64 |
12
64 |
15
64 |
21
64 |
I tempi composti si caratterizzano per la suddivisione ternaria del tempo, ovvero un valore formato da 3 movimenti per ogni accento.
Nei tempi composti troviamo al numeratore il numero delle suddivisioni, al denominatore il valore di ogni suddivisione.
Le dinamiche
Leggere una partitura non si limita all’azione di riprodurre quanto scritto in maniera esatta, meccanica al pianoforte. Certamente è fondamentale una corretta lettura dell’altezza e della durata delle note, ma le partiture presentano anche altri segni grafici che ci supportano nell’interpretazione di un brano.
Proprio per evitare quell’effetto di meccanicità e introdurre l’elemento umano, emotivo, l’espressione nella frase musicale, possiamo infatti dotare la nostra esecuzione di differenti variazioni nell’intensità del suono. Sono le cosiddette dinamiche, che il pianoforte per sua conformazione ci consente di utilizzare in maniera molto ampia grazie alla possibilità di suonare dal pianissimo (pp) al fortissimo (ff), solo per citare due possibili indicazioni di dinamica.
Fogli pentagrammati vuoti
A questo link puoi trovare i fogli pentagrammati vuoti da stampare comodamente.
Esercizi di lettura
Il linguaggio della musica come ogni lingua ha la sua grammatica e la sua sintassi che si acquisiscono con l’esercizio, con la consuetudine, con il tempo. Gli inizi potranno sembrarti duri, ma mano a mano che procederai nello studio leggere la musica sul pentagramma ti verrà naturale come parlare la tua lingua di origine.
Per facilitarti abbiamo preparato 40 esercizi in chiave di violino che puoi scaricare qui:
In uno spartito per pianoforte generalmente troviamo due chiavi contemporaneamente: la chiave di violino e la chiave di basso. Dal momento che le due mani del pianista sono posizionate una sul registro medio – acuto del pianoforte (mano destra), e l’altra sul registro medio – grave (mano sinistra), per evitare di inserire troppi tagli addizionali nella chiave di Sol troviamo la chiave di Basso.
Per imparare a leggere la chiave di basso, qui trovi il nostro videocorso.
Riconoscimento note musicali
Adesso ti propongo un semplice test di riconoscimento delle note.
Individua le note sul pentagramma in base alla loro posizione e scrivi sotto ad ognuna il suo nome.
Consigli per eseguire l’esercizio: osserva bene la posizione delle note, non avere fretta. Lo studio della musica richiede concentrazione e precisione. Lo sforzo che farai ora sarà ripagato tra qualche tempo da una lettura fluida e scorrevole.
Per visionare la soluzione dell’esercizio fai click qui.
ciò che hai detto è esattamente la mia prima lezione di musica
vorrei imparare a suonare una tastiera, ho visto che le vostre spiegazioni, sono molto chiare