
Una delle prima cose che viene insegnata a un principiante è la “caduta”, elemento fondamentale per acquisire consapevolezza del rilassamento, del peso e dell’appoggio.
L’esercizio in sé è molto semplice: si tratta di far cadere la mano a “peso morto” da una determinata altezza, ma se affrontiamo la cosa con particolare attenzione, allora riusciamo a notare diverse sfumature davvero importanti. Qui di seguito un video del nostro Andrew, dove spiega con particolare cura questo dal minuto 21 in poi…

È infatti difficile raggiungere il rilassamento durante la caduta per via del sistema extrapiramidale, un insieme di centri nervosi che hanno lo scopo di controllare le reazioni istintive orientate e adattarle al movimento volontario.
L’unico modo per superare questo “ostacolo” è quello di avere piena coscienza e controllo di quello che si vuole fare.
Abbiamo detto che la caduta altro non altro è che il lasciar cadere la mano a “peso morto” sulla tastiera. Analizziamo le fasi di una caduta:
1. pre-esecuzione mentale
2. esecuzione reale con piena coscienza
3. inspirazione nel momento di tensione ed espirazione durante il rilassamento
4. uso della comune sedia prima e poi l’uso dello sgabello dopo.
Di seguito trovate una serie di 14 esercizi interessanti con caduta:
1) Lasciar cadere la mano sulla tastiera senza alcuna precisione.
2) Ora si sceglie una nota precisa. Prima di lasciar cadere è consigliabile cantare la nota prescelta.
3) Ripetere gli esercizi precedenti mirando uno o più tasti neri.
4) Nel momento dell’impatto della mano con i tasti, bisogna far ammortizzare la caduta con un abbassamento del polso.
5) Ripetere tutti gli esercizi precedenti partendo con il braccio inerte e la mano appoggiata sul ginocchio, e alzando il braccio per poi lasciarlo ricadere con un movimento continuato ed omogeneo.
6) Dopo la caduta, tenere abbassato il tasto premuto e avvicinare ed allontanare dal fianco il gomito, tenendo il polso e la mano fermi.
7) Dopo la caduta, tenere abbassato il tasto e portare il gomito in avanti e indietro.
8) Dopo la caduta, tenere abbassato il tasto e spostare lateralmente il polso verso destra e verso sinistra, senza però coinvolgere avambraccio e gomito.
9) Uguale a prima, ma facendo un movimento di rotazione completo del polso.
10) Cadere col giusto allineamento del dito rispetto al proprio tendine.
11) Esercitarsi a cadere su tasti diversi, abituandosi a cantare il tasto che si sta per abbassare prima che il movimento venga effettuato.
12) Ripetere gli esercizi con le due mani.
13) Esercitare la caduta del solo avambraccio, tenendo fermi: braccio, spalla e gomito.
14) Esercitare la caduta della sola mano, tenendo fermo tutto il braccio, dalla spalla al polso.
OK. grazie.
a te Pasquale! 🙂
Si, la mano va sollevata spesso dalla tastiera non soltanto quando incontriamo delle pause. Come dici tu, anche nelle note ribattute accade, ma quello è un altro discorso però poiché su utilizza una tecnica particolare (soprattutto se si cambia il dito sulla stessa nota).
Certamente è un ottimo esercizio per prendere coscienza del peso Pasquale, tuttavia molte volte abbiamo la necessità di suonare col peso per ottenere un certo tipo di suono, ci sarebbero infiniti casi da prendere in considerazione credo 😀
OK. Grazie. Non è sempre necessario, però, mi è parso di capire, che di regola si fa. Ogni volta che capita di pigiare un tasto dopo l'interruzione di una frase, ad esempio, per prendere una nota lontana con il mignolo della mano sinistra, per battere un accordo, per eseguire anche con la mano destra note doppie di sesta o di ottava non legate, ecc. Forse.
Non credo che la tecnica della caduta con il pseso del braccio si studi solo ai fini del rilassamento?
Volevo chiedere se la caduta con il peso del braccio si applica anche mentre si suona? Per esempio, tutte le volte che si alza la mano per poi tornare a pigiare uno o più tasti, nelle note ribattute, insomma sempre?
Bellissima domanda la tua. Non bisogna farlo sempre. La caduta di peso richiede tempo, non si può sempre cadere di peso ogni volta che si alza la mano. Talvolta abbiamo bisogno di attacchi veloci o di cercare determinate sonorità che possono essere create solo col dito aderente al tasto (senza caduta).
Perciò ti rispondo che NON è sempre necessario sollevare la mano effettuando una caduta. Ovviamente la mano va sollevata all'inizio e alla fine di ogni frase musicali, prima delle "legature a due" e così via, ma non sempre dobbiamo effettuare la "caduta".
Un buon contributo alla ricerca della migliore posizione e del miglior approccio fisico al pianoforte!, in vero io ho provato a seguire analoghi consigli all'inizio, ma nella mia esperienza devo dire che li facevo un pò senza vera cognizione; solamente con il tempo, dopo un pò che si suona, gli stessi avvertimenti prendono un'altra valenza e si cominciano a capire. Ovviamente è importante non prendere immediatamente brutte abitudini, e per questo occorre far tesor degli insegnamenti di cui sopra, ma occorre un certo fideismo, occorre seguirli e basta!!!, poi si apprezzeranno!!! ed un'altro consiglio è quello di passarci tanto tempo, davanti a quella tastiera, comunque, il cervello auto-apprende, e ricerca quasi naturalmente posizioni e ottimizzazione, perfino la diteggiatura, con il tempo, tende a divenire quella suggerita, anche senza averla prima letta. Grazie Christian dei suggerimenti.
Caro Sergio… CONDIVIDO A PIENO quello che hai detto. Chissà perché delle cose importanti ce ne accorgiamo solo in un secondo momento: come il solfeggio, l'istruzione ecc.. XD
Proprio come dici tu, anche io all'inizio facevo fatica ad apprendere e dare importanza a questi concetti, pensavo che erano tutte cavolate. Ma col TEMPO mi sono dovuto ricredere alla grande, e ti dirò di più.. un buon pianista lo si riconosce solo da come si siede al pianoforte, prima ancora di sentirlo suonare, Glenn Gould a parte! ahahah
Grazie per aver condiviso anche oggi la tua esperienza! =)