
E.Cohen-G.Venezia-E.Coppola, Infinity (2013, Skidoo Records)
Nemmeno l’uragano Sandy che si è abbattuto su New York è riuscito a impedire questa splendida registrazione del trio formato da Emmet Cohen (pianoforte), Giuseppe Venezia (contrabbasso) ed Elio Coppola (batteria). La storia del trio è casuale e curiosa. Un incontro in un locale di New York, una jam session entusiasmante, il desiderio di trasformare l’estemporaneità di un momento musicale in un disco, poi l’uragano che ne arresta il progetto e infine un tour in Italia di grande successo.
Vede la luce così, per i tipi della Skidoo Records, questo “Infinity”. Emmet Cohen, 23 anni, vanta un posto da finalista all’edizione 2011 del Thelonious Monk International Piano Competition e ha all’attivo prestigiose collaborazioni con i più importanti musicisti jazz della scena internazionale. Giuseppe Venezia, contrabbassista lucano, ha preziosa esperienza di palco con nomi come Greg Hutchinson, Johnatan Blake, Jerry Bergonzi, solo per citarne alcuni. Il batterista Elio Coppola rivela altrettanto importante retaggio musicale con interazioni con i rappresentanti del jazz come Joey de Francesco, Benny Golson, Dado Moroni, Flavio Boltro, Antonio Faraò e Javier Girotto ad esempio.
Un trio affiatato e musicalmente schietto che in “Infinity” si cimenta con brani originali di Emmet Cohen (la title track “Infinity” o “Simona” ad esempio), ma anche con “Blues Etude” di Oscar Peterson o “Nun è peccat” di Peppino Di Capri, o nell’arrangiamento di “Die Nacthigall” di Alban Berg. “abbiamo suonato canzoni che crescono dal nulla, fino a diventare una vita intera… un po’ come una pianta che dal seme nasce e poi si sviluppa. Il nostro fare musica è fare in modo che la musica prenda vita, così quando l’ascolti, ti colpisce nell’anima…” afferma Emmet Cohen nelle note di copertina di “Infinity”. Un percorso di esplorazione all’interno di materiale musicale vario e scevro da esclusioni che riconduce tutto alla costante cifra stilistica di un discorso jazz e alla conseguente profondità di relazione fra i componenti del trio. Si percepisce la ormai rara qualità di rendere lo swing come costante ritmica in maniera naturale, senza forzature, come linguaggio nativo degli artisti, ad esempio in “Hop, Skip and Jump”, serratissimo e preciso, o nella petersoniana “Blues Etude”, classico e rassicurante. Intima e contemporanea la scrittura di Cohen ci regala melodie cantabili che con il fondamentale apporto di Coppola e Venezia godono di splendidi arrangiamenti per trio. Ne risulta in tutto il lavoro discografico un suono autentico e sincero, espressione dell’entusiasmo con cui questa musica è nata.
Potete ascoltare “Infinity” su Spotify.
Tracklist: 1. Nun è Peccat/ 2. Moonlight in Vermont/ 3. Infinity/ 4. Hop, Skip and Jump/ 5. Autumn Nocturne/ 6. Blues Etude/ 7. Nightingale/ 8. Simona