Claudio Filippini Trio, Squaring the Circle (2015 Cam Jazz)
Visualizzate per un istante mentalmente una pagina del Real Book, il librone contenente il “repertorio” con cui ogni jazzista si misura quotidianamente. Quello che vedrete è una pagina scarna in cui la struttura armonica di un brano è corredata dalla semplicità della sua linea melodica: sigle e successione di note del tema. E adesso pensate a quello stesso brano eseguito dai vostri artisti del cuore. Sicuramente molti si saranno chiesti dov’è che un musicista va a pescare tutto quello che in quella pagina non è scritto.
La risposta è semplice: nelle proprie conoscenze, nella personale creatività, nella propria cultura musicale, nella sensibilità, nell’ispirazione del momento, nel dialogo istintivo ed estemporaneo con gli altri musicisti. Il jazz può questo e altro. Questo è quello che il jazz fa alle belle canzoni: le rende immortali attraverso un inesauribile processo creativo che le rimodella, le rinnova, le riscrive, le trasporta nel tempo e nello spazio.
Questo è quanto ha fatto Claudio Filippini in questo “Squaring Circle” insieme al suo trio storico, con Luca Bulgarelli al contrabbasso e Marcello Di Leonardo alla batteria, consegnandoci nove standard su cui ha lavorato nella direzione di una rilettura massimamente creativa e personale ben supportata dalla pratica improvvisativa che talora riscrive in toto il materiale tematico e armonico di partenza, talora ne evidenzia aspetti particolari, quelli che maggiormente hanno colpito il trio.
“Squaring the Circle” colpisce per le soluzioni inedite che Claudio Filippini e i suoi compagni di viaggio escogitano su brani che abbiamo ascoltato e riascoltato infinite volte ma che qui indossano abiti assolutamente inattesi così da suonarci nuovi, inauditi. “Autumn Leaves”, la “palestra” in cui ogni jazzista è andato ad esercitarsi, in “Squaring Circle” viene proposta in un originale versione densa di sorprese e dobbiamo attendere la fine del brano per riconoscere il tema a noi noto. Anche su “Round Midnight” Claudio Filippini compie un’operazione di rilettura totale che ci spiazza con un’apertura psichedelica eppure perfettamente consonante con le ardite armonie di Monk, seguita da un’esecuzione del tema strutturata su un impianto ritmico marcato, una sorta di swing contemporaneo, e infine nella parte centrale in cui il pianista dà voce all’estro creativo in un’improvvisazione di estrema raffinatezza.
Centrale la varietà di atmosfere, coniugata nell’alternanza fra spunti energici e un’attitudine poetica, quella di “Moon River”, ad esempio, ballad pura, adamantina, che ci immerge in una dimensione trasognata, o la stessa poesia che chiude “Squaring the Circle” in “What a Wonderful World”.
Claudio Filippini ci consegna un bellissimo disco che chi ama le vecchie song ma anche chi predilige un linguaggio musicale e un suono più moderno non potrà non amare al primo ascolto.
Un preascolto di “Squaring the Circle” è disponibile sul sito della Cam Jazz.
Tracklist: 1.Impressions (J. Coltrane); 2.Autumn Leaves (F. Prévert – J. Kosma); 3.’Round Midnight (B. Hanighen – T. Monk – C. Williams); 4.I Don’t Know What Time It Was (L. Hart – R. Rodgers); 5.Moon River (J. Mercer – H. Mancini); 6.Stolen Moments (O. Nelson); 7.Jitterburg Waltz (F. Waller); 8.A Night In Tunisia (D. Gillespie); 9.What A Wonderful World (B. Thiele – G. D. Weiss)