
Nel repertorio pianistico esistono molte composizioni in grado di incantare le grandi platee con accordi formati da dieci note in fortissimo, da doppi trilli, da grandi arpeggi e scale di ottave spezzate.
Allo stesso tempo esistono opere un po’ meno mastodontiche ma ugualmente difficili, se non di più.
È il caso dello Studio Op.10 no.2, uno degli studi più complicati di Chopin nonostante la sua particolare scrittura non sembri particolarmente complicata all’orecchio. Solo l’esecutore che si è già cimentato con questo brano sa quante ore di studio ci vogliono per eseguirlo in pubblico in maniera efficace.
Tonalità: La minore
Anno di composizione: 1830.
Si tratta di uno studio sulla scala cromatica, ma non stiamo parlando della solita scala con la solita diteggiatura. Si tratta piuttosto di una scala cromatica accompagnata da accordi da eseguire con la stessa mano. Questo tipo di difficoltà è stata affrontata sia da Clementi che da Moscheles nei dei loro studi.
Le note cromatiche, che saranno quelle che andranno a formare la linea melodica, dovranno essere suonate solo col terzo, quarto e quinto dito. Essendo un tipo di scrittura non molto comune, Chopin indicò con molta precisione la diteggiatura, addirittura dell’originale ci sono pervenute più di 500 indicazioni solo per questo pezzo.
Heinrich Neuhaus consiglia di affiancare lo studio di questo esercizio assieme allo studio Op.25 no.6, anche questo atto a rafforzare le dita estreme.
Procedura di Studio
Prima di iniziare a studiare il pezzo a mani separate, il mio consiglio è quello di suddividere le 3 voci: basso, accordi e linea melodica. In un primo momento infatti è consigliabile suonare con la mano destra soltanto la linea melodica in modo tale da abituarsi a questa diteggiatura scomoda:
Mantieni la medesima diteggiatura anche se al momento le altre tue dita sono libere. A questo punto leggi soltanto la mano sinistra, e una volta imparata unisci le mani senza gli accordi:
Dopo una settimana circa di studio secondo questo metodo, inserisci anche gli accordi. Non c’è bisogno di suonarli separatamente dalla linea melodica perché, se la diteggiatura di quest’ultima è stata ben rispettata, gli accordi verranno quasi in maniera automatica.
Essendo questo, come molti altri studi di Chopin, formato esclusivamente da semicrome, è possibile applicarvi qualsiasi tipo di variante ritmica. Io personalmente ho trovato molto utile questa variante:
La croma seguita dalla terzina di semicrome, permette di “prendere fiato” sul nuovo accordo e allo stesso tempo di memorizzarlo meglio.
Tutorial
Qui di seguito il video tutorial di Paul Barton:


Esecuzione
E qui l’esecuzione del Maestro Orazio Maione:

Spartito
A questo link invece puoi scaricare lo spartito: scarica qui.
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