
Il preludio di Chopin Op.28 no.4 in Mi minore è uno dei più semplici. Non a caso è anche inserito all’interno della raccolta “Il mio primo Chopin” (dai un’occhiata anche a Facile Chopin). Si tratta di un brano che non ha molte difficoltà dal punto di vista tecnico, ma da quello interpretativo è una vera palestra per l’allievo. Sebbene non ci siano le volatine che Chopin è solito mettere in molti dei suoi brani, questo assume un certo grado di difficoltà nel momento in cui si intende affrontarlo dal punto di vista musicale.
La sinistra suona senza respiro una successione di accordi dalla durata di un ottavo ciascuno. Questi accordi vanno a formare diverse armonie, a volte consonanti a volte dissonanti. Il ruolo che giocano questi accordi è fondamentale. Sono infatti questi a portare avanti il brano e a far capire all’interprete come renderlo al meglio.
La mano destra, che ha la linea melodica, suona note che senza l’accompagnamento non avrebbero senso e non riusciremmo a trovare la giusta interpretazione senza l’ausilio della mano sinistra.
Qui di seguito propongo una mia personale interpretazione. Su YouTube puoi sbizzarrirti a vedere come lo suonano anche altri interpreti. C’è chi lo esegue più veloce, chi più rubato, c’è chi usa più sfumature dinamiche, c’è chi usa più pedale e così via. Il bello di questo pezzo è che non ha limiti interpretativi.
Una cosa però voglio precisarla. L’ascolto su YouTube delle interpretazioni dei grandi pianisti non implica il tentativo di un’imitazione fedele. L’interpretazione è unica e speciale e “rubare” le idee non fa altro che generare una copia (brutta, tra l’altro) dell’originale. Ascoltare i grandi può darci un’idea del pezzo, può aiutarci a capire le dita da utilizzare in un determinato passaggio, può farci capire quali possano essere tutte le possibilità interpretative di quel brano ma nulla di più.
Una volta che avrai messo insieme le note e le dinamiche, allora arriva poi la parte di studio in cui l’interprete si domanda: “come posso rendere al meglio questo brano?” E da lì partono decine e decine di nuove soluzioni, ipotesi, diteggiature, dinamiche e gesti.
Spartito per Pianoforte
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Christian ha voluto condividere con il web il dono prezioso della sua esperienza.
Anche il n.4 é pur sempre una grande invenzione.
La sempliicità come fa capire Christian é solo nella partitura ma non certo nell’esecuzione musicale, quindi l’interpretazione.
Lo spunto sui grandi ne rafforza la tesi.
Ciao! Complimenti per il tuo ottimo lavoro e grazie infinite per il fatto che “divulghi” le tue competenze. E’ davvero prezioso per chi non ha tempo (e forse piu’ l’età) per andare a scuola di musica. Ho una domanda veloce (se puoi….). Ad ognuno degli accordi della sinistra puoi dare un nome? Ad esempio al secondo (inizio della seconda battuta dopo il mi minore), io non so dare un nome. E un pianista vero come te, quando lo suona pensa allo spartito e va in automatico sulla tonalità? Grazie in anticipo, se puoi…
volevo scrivere:” …pensa allo spartito oppure va in automatico alla tonalità…” 🙂
Ciao Andrea! Sì, gli le note vengono raggruppate e classificate in un accordo 🙂 .
Ciao Christian ho scaricato lo spartito di Chopin Preludio op. 28 n.1 ho iniziato a studiarlo oggi e sto seguendo le tue sempre utili indicazioni .Andando su you tube per sentire altre interpretazioni mi è capitato di ascoltare kathia Buniatishvili mi sembra una grande interprete a te piace? Grazie per il tuo aiuto Elsa
Ciao Elsa! Ho provato a cercare l’interpretazione di questo preludio di Kathia ma senza successo. In ogni modo lei è una pianista di fama internazionale, quindi credo che l’avrà interpretato in maniera magistrale 🙂
Credo che la tendenza a imitare un’esecuzione altrui sia soprattutto degli autodidatti (me in primis XD) in quanto non avendo studiato l’autore,non conoscendo il periodo romantico,non avendo nozioni su come interpretare un brano il risultato finale sia lo spaesamento dinnzanzi a uno spartito.L’interpretazione deve essere accompagnata da una consapevolezza che deriva anche da conoscenze in materia (anche di armonia), senza di queste l’interpretazione uscirebbe casuale e con il rischio di commettere più che altro errori che snaturalizzerebbero il brano. Io parlo per esperienza personale ovviamente 🙂