
Casio Privia PX-160 – Pianoforte digitale
Nei suoi 13 anni di onorata carriera, la gamma di pianoforti digitali Privia si è conquistata una bella schiera di appassionati: le cause di questo successo sono il costante sviluppo da parte di Casio nel potenziare i vari elementi volti a fornire il feeling pianistico, mantenendo però sempre un prezzo di attacco. Nella nuova generazione di pianoforti della serie Privia comparsa recentemente, oltre a una generazione sonora e alcune funzionalità rinnovate, nei modelli di gamma alta compare un’interfaccia di nuova generazione; il PX-160 è il nuovo modello “entry level” di questa gamma, e nonostante alcune razionalizzazioni per contenerne il prezzo, questo modello mantiene la raffinata interazione tra la meccanica e la generazione sonora studiate dal marchio giapponese.
Caratteristiche del Casio Privia PX-160
Il design del PX-160 è inedito, con forme dalle linee arrotondate e la comparsa di un profilo ad arco più marcato a dividere la tastiera e la parte superiore, in cui sono inserite due feritoie ai lati per l’emissione del suono proveniente dagli speaker posteriori. In questo modello scompare il sottile rivestimento in tessuto a coprire il vano degli altoparlanti, che nello specifico sono in un’inedita variante di tipo ellittico. Il pannello comandi non subisce variazioni di rilievo, e comprende sempre il pulsante di accensione, un generoso potenziometro per regolare il volume, e una serie di switch rispettivamente per accedere all’editing dello strumento (Function), quelli dedicati ai comandi trasporto del recorder interno, e per selezionare la coppia di preset principali di pianoforte acustico ed elettrico. Il PX-160 è disponibile nelle finiture nero (PX-160BK) e in un’inedita colorazione oro (PX-160GD). Il parco connessioni comprende due prese cuffie nel formato minijack stereo, poste nel pannello frontale a sinistra della tastiera, mentre nel pannello posteriore troviamo una coppia di uscite audio Line L/R in formato jack da 6,3 mm, l’interfaccia USB, la presa per il pedale sustain e quella proprietaria per l’impiego della pedaliera opzionale.
I tecnici Casio sono intervenuti in modo massiccio sulla generazione sonora basata sulla tecnologia proprietaria “Multidimensional Morphing AiR” (acronimo di Acoustic and intelligent Resonator), aggiornando in primis la palette timbri: nei 18 preset scompare una variante di basso per ampliare il parco timbri dedicati ai pianoforti elettrici, peraltro strettamente derivati da quanto previsto sui modelli superiori della serie Privia. Anche il preset di pianoforte acustico è di nuova generazione e comprende un rumore tipico come il Damper Noise; i tecnici Casio hanno dichiarato infine di essere intervenuti aggiornando anche altre categorie orchestrali quali gli archi e gli organi. La polifonia è di 128 note. Non ci sono variazioni nel numero dei blocchi effetti disponibili, e anche nel PX-160 troviamo una coppia di blocchi DSP rispettivamente per riverbero e modulazioni con quattro variazioni ciascuno, più il Brilliance regolabile entro un range di +/- 3 step. Il PX-160 monta la meccanica proprietaria Tri-Sensor Scaled Hammer Action Keyboard di seconda generazione, dotata di 88 tasti con pesatura graduata lungo l’estensione, e ogni tasto è rifinito con un materiale sintetico volto a emulare l’ebano e l’avorio. Oltre ai tre sensori su ogni tasto, il PX-160 è provvisto della tecnologia di Casio denominata High Resolution Velocity: essa è in grado di trasmettere/ricevere valori di dinamica in un range di ben 16.384 step, grazie alla combinazione di stringhe di eventi MIDI composte da un Note On e un Control Change numero 88.
Il PX-160 consente di sovrapporre due timbriche in layer, mentre lo split è circoscritto all’impiego del timbro di basso, peraltro impostato di default sulla parte sinistra della tastiera. L’operatività non cambia rispetto ai modelli precedenti, con tutte le funzioni sparse lungo la tastiera e selezionabili tramite lo switch Function; le novità nell’editing riguardano la modalità Duetto legata alla didattica, in cui è stata introdotta la funzione Pan, per indirizzare il suono della coppia di parti impiegate in maniera distinta ai due altoparlanti. Tra le altre funzioni segnaliamo le tre curve di regolazione per la risposta al tocco, il bilanciamento del volume per le parti del song player, del metronomo e delle due timbriche poste in layer. Il player/recorder consente la registrazione di due tracce distinte, e l’editing è circoscritto alla sola cancellazione della singola traccia. Oltre alla possibilità di compiere un backup delle proprie impostazioni, il PX-160 consente inoltre di trasferire in una porzione della Flash Memory interna fino a 10 MIDI File di stampo pianistico provenienti dal mondo esterno: basta collegare un personal computer allo strumento tramite l’interfaccia USB e impiegare la modalità Storage. Il PX-160 dispone di una modalità di spegnimento automatico, all’occorrenza disattivabile premendo contemporaneamente i pulsanti di accensione e Function. Il peso complessivo è al di sotto dei 12 chilogrammi, e nelle dimensioni generali il nuovo PX-160 è di qualche centimetro più ampio in altezza e profondità rispetto ai precedenti modelli.
Il test del pianoforte digitale Casio Privia PX-160


Lo studio sul design del PX-160 segna un ritorno al passato da parte di Casio, perché scompaiono i rivestimenti per i diffusori e il pannello, a favore di uno chassis pulito ed elegantemente ammorbidito nelle forme, con una piacevole rivisitazione di quel profilo ad arco tipico di alcuni modelli Privia del passato. La meccanica Tri-Sensor II resta un riferimento tra i pianoforti digitali in questa fascia di prezzo: nonostante la bella consistenza al tocco che rimanda a meccaniche di stampo tedesco, l’ottima risposta percepita spinge a “correre” sui tasti lasciandosi andare anche a un repertorio virtuosistico, senza però avvertire particolari affaticamenti nel lungo periodo. Riguardo ai tasti bianchi, l’adozione dello stesso tipo di rivestimento adottato per quelli neri può far storcere il naso al purista, in realtà quella piccola rugosità percepita si rivela strategica per mantenere un buon grip, soprattutto in situazioni di forte sudorazione delle dita.
Un netto passo in avanti rispetto ai modelli precedenti lo rilevo in termini di silenziosità della meccanica durante l’uso, un elemento che farà piacere a chi ama suonare anche in ore notturne. Gli interventi compiuti nella generazione sonora AiR si avvertono concretamente attraverso una comparazione all’ascolto con i preset di un precedente PX-150: la sorgente del campionamento del pianoforte acustico è la stessa (presumo un gran coda americano), ma nel PX-160 il carattere sonoro dell’originale è stato preservato, con una sonorità più legnosa e meno incline al metallico, soprattutto su livelli di dinamica elevati. Il timbro è decisamente più gradevole all’ascolto, ed emerge una flessibilità sonora nel Grand Piano Classic che spinge anche verso un repertorio intimista, senza andare a selezionare la variante Mellow dedicata al genere: un bel passo in avanti. La tecnologia Linear Morphing lavora bene, ed è difficile percepire eventuali “salti” nel passaggio tra i quattro banchi layer che compongono il timbro durante l’esecuzione. L’intensità della risonanza simpatetica delle corde è predefinita da Casio, e a differenza di alcuni concorrenti il valore del parametro restituisce un effetto con il giusto tasso di realismo; nello specifico, data la bontà dell’emulazione, ci auguriamo che Casio in futuro possa integrare nei suoi modelli Privia il supporto sulla presa Sustain anche per un pedale a controllo continuo. Anche la variante Modern del Grand Piano assume una connotazione leggermente più scura e meno incline a eccessive frizzanterie in gamma alta: in ogni caso, il “boost” percepito su frequenze in gamma medio alta, consente sempre a questo timbro di emergere all’interno di un mix affollato.
Nei pianoforti elettrici si sente la pasta sonora di quelle timbriche AiR presenti nei modelli Privia di categoria superiore, e l’aggiunta di un preset ne aumenta la flessibilità di uso della sezione: ben fatto. Tra le altre timbriche spiccano gli Strings, in grado di ben figurare in entrambe le varianti come pad a supporto del pianoforte in layer, ma anche gli organi e il contrabbasso prefissato in split sulla parte sinistra della tastiera sono di buona qualità. Un punto migliorabile nel Casio PX-160 riguarda le serigrafie indicanti le funzioni sparse sulla tastiera, perché sono assenti nell’ultima ottava, e per rintracciare le opzioni MIDI o il bilanciamento dei volumi per le parti in split occorre sempre far ricorso al manuale, peraltro ben fatto. Nell’uso come controller MIDI per pilotare timbriche esterne il PX-160 non delude, perché mantenendo le impostazioni di default riguardo alla risposta alla Velocity, la meccanica Tri-Sensor II fornisce un buon feeling: in seguito potete affinare l’interazione lavorando sui parametri presenti nell’editing della libreria o del virtual instrument impiegato. Per i pianisti amanti del virtuale più esigenti, una novità: alcune software house hanno introdotto nelle loro emulazioni software parametri dedicati alla gestione della High Resolution Velocity di Casio, come per esempio la francese Modartt nella quinta edizione del suo Pianoteq.
Il modo Storage del PX-160 può far comodo nello studio, perché in un attimo potete caricare in modo permanente nella memoria dello strumento una manciata di MIDIFile, per esercitarsi a casa, in vacanza o prima di un esibizione. La nuova diffusione sonora da otto watt per canale restituisce un suono più rotondo e gradevole, e il volume è ampiamente commisurato per l’ascolto nell’ambiente domestico, anche se Casio pare averne ridotto di qualche dB l’emissione rispetto ai modelli precedenti, per azzerare eventuali risonanze sgradevoli dello chassis. Nel PX-160 Casio introduce una coppia di Line Out per il collegamento con sistemi di amplificazione esterna, peraltro indipendenti dalla diffusione sonora interna: per esempio, potete scegliere se mantenere attivi gli altoparlanti per il monitoraggio personale, oppure zittirli inserendo un connettore minijack in una delle due prese cuffie frontali; piccoli plus che possono far piacere al musicista che si divide tra la casa e il palco con lo strumento. Il Casio PX-160 resta un “peso leggero” facilmente trasportabile, e anche associando gli accessori opzionali quali lo stand e la barra contenente la pedaliera non si superano i 30 chilogrammi complessivi: uno strumento semplice anche da spostare tra le mura domestiche.
Altri video sul prodotto
Casio ha realizzato alcuni video sulla sua pagina facebook in cui illustra chiaramente tutte le funzionalità dello strumento. Vale la pena guardarli.
Conclusioni
Benché sia definito uno strumento “entry level”, il PX-160 mantiene alcuni elementi previsti su pianoforti della gamma Privia di ben altro prezzo: oltre alla raffinata meccanica, la tecnologia High Resolution Velocity ad essa associata vale buona parte del prezzo richiesto all’acquisto. Il suono di pianoforte acustico migliorato e impreziosito dai rumori tipici, oppure la coppia di Line Out al posto della classica presa cuffie multiuso di alcuni concorrenti sono altri plus da considerare. Grazie alle piccole integrazioni, il Casio PX-160 si rivela uno strumento trasversale come impiego, perché può supportarvi sia nelle ore di studio o di insegnamento, sia per l’impiego sul palco o in studio, anche nelle vesti di controller MIDI: cosa volere di più? Andate a provarlo…
Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale.
Dove acquistare il Casio Privia PX-160
Puoi acquistare on-line il pianoforte digitale Casio Privia Px-160 a questo indirizzo.
salve, prima di tutto complimenti per le recensioni sempre chiare.
Avrei da chiedere un tuo consiglio, cosa sceglieresti tra un casio px 160 e un casio cdp s150 a circa lo stesso prezzo (col secondo ci sarebbe però anche la pedaliera e lo stand inclusi)? Grazie in anticipo e continuate così sempre
Buongiorno.
Ieri ho provato sia il PX 160 che il 360.
Timbriche molto belle ma è soprattutto la tastiera ad avermi impressionato positivamente per morbidezza e reattività.
Si può dure che Casio ha fatto davvero un gran bel lavoro.
Sicuramente ne acquisterò uno dei due ma le chiederei un paio di chiarimenti, se possibile.
PX160: potrei collegarlo in midi ad un altra tastiera che dispone dei classici midi in-out a 5 pin e usare il casio come master ? Occorre una sorta di interfaccia USB-midi per farlo?
PX360: è possibile editare i singoli timbri e salvare le modifiche in una zona user?
la ringrazio per l aiuto e mi complimento per i suoi utilissimi articoli.
Bravo davvero!
Max
Grazie per la bellissima recensione, mi ha aiutato a scegliere questo modello CASIO per il figlio 11enne che si affaccia allo studio del pianoforte. In realtà avevo avuto la proposta da un conoscente di acquistare un GEM RealPiano PRP 800 usato, non più in commercio da anni, mi sembra, ma l’acquisto di un usato mi lasciava perplesso e poi la cifra richiesta mi sembrava sproporzionata (800 euro…se non sbaglio da nuovo ne costava 830…). Era un buon piano digitale, ma non mi è sembrato il caso…mi date un parere?
Bella recensione, una domanda: ho letto in un sito che il piano px350 ha la stessa identica meccanica e suono di questo (anche dalle specifiche in effetti è perdettamente uguale) ed ha addirittura delle funzioni in più. In pratica la nota positiva rispetto al “vecchio” px350 è solo l’estetica diversa?
Sarei interessato ad uno dei due visto che il prezzo è simile e si trovano ancora entrambi.
Grazie e buon piano!
Ciao Alessio,
ehm, no… stai facendo un po’ di confusione.
L’apripista della gamma di pianoforti portatili Privia adotta sempre una denominazione con il “100”, quindi (come indicato nel mio test) il confronto va fatto tra il PX-160 e il precedente PX-150.
Il Privia PX-350 è un modello intermedio, e la sua odierna controparte è il nuovo PX-360M, dove le differenze non si limitano al restyling estetico: il PX-360M dispone di una nuova interfaccia visualizzabile su un display a colori “touch screen” da 5,3 pollici (al posto del piccolo LCD da 16 caratteri x 2 del modello precedente).
Rimanendo al PX-160, estetica a parte, la meccanica è sempre la Tri-Sensor II, ma il rivestimento dei tasti neri è stato rivisto nell’ultima serie, per incrementare ulteriormente il “grip”. Tralasciando altri particolari, l’elemento più importante su cui si è concentrata Casio nella sesta serie Privia è proprio il timbro di pianoforte: nel test trovi le mie impressioni sul carattere sonoro sempre a paragone con il precedente PX-150.
In sintesi, il tuo è il classico caso della serie: “a parità di prezzo, meglio l’apripista dell’ultima serie o l’intermedio della serie precedente?”
Non conosco le tue esigenze, quindi rispondere è arduo: ti servono le funzioni aggiuntive?
Se l’uso è per studio o per diletto tra le mura domestiche – magari collegato al computer per l’uso come controller MIDI – il PX-160 ritengo abbia “una marcia in più” dati gli aggiornamenti al suono rispetto ai modelli precedenti.
In ogni caso, sei sempre tu a dover decidere, e mai come questa volta un prova diretta dei due strumenti può fugare ogni dubbio.
Un saluto e grazie per i complimenti: continua a seguirci, la redazione “lavora sodo” anche ad Agosto per altre novità da proporre a breve agli amici di Pianosolo.
R.Gerbi
Gentilissimo Riccardo, grazie mille. In effetti ho fatto confusione tra i due modelli. Lo userei per studio (ho già un piano verticale ma di sera da’ “fastidio”), e anche con Pianoteq 5 che già possiedo quindi il px-160 dovrebbe andare bene.
Ultima domanda, perdonami se ne approfitto, hai avuto possibilità di provare il Roland FP-30? Prezzo simile ma non si trovano molte opinioni in rete.
Grazie ancora per il grande lavoro che svolgete.
Probabile che il Roland FP-30 sarà uno dei prossimi strumenti messi sotto la nostra “lente di ingrandimento”, perché analogamente al PX-160, il rapporto qualità/prezzo è molto alto.
Alla meccanica Tri-Sensor II di Casio, Roland ha risposto con la PHA-4 con scappamento, una tastiera un tempo appannaggio di modelli di ben altro prezzo: riguardo al feeling, va provata, perché esprime una consistenza maggiore rispetto Tri-Sensor del PX-160.
Sul suono, è questione di gusti, perché presumo anche per Roland una sorgente catturata in orbita Steinway, ma il carattere cambia sensibilmente: in ogni caso, non hanno lesinato nemmeno loro sulla generazione sonora (la SuperNATURAL Piano che equipaggia i modelli superiori).
In fascia primo prezzo, sarà sempre più una bella “guerra” in futuro…
In ogni caso, come si dice: resta sintonizzato!
A presto
R.Gerbi
Articolo molto ben fatto, continuate così!
Grazie Antonio, abbiamo in cantiere per il prossimo anno… moltissime recensioni! Spero che vi saranno utili 🙂
Stay tuned!