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Beethoven – La Tempesta (Spartito per pianoforte) Sonata n.17

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Beethoven – La Tempesta (Spartito per pianoforte) Sonata n.17, 5.0 out of 5 based on 288 ratings

La Sonata per pianoforte n. 17 in re minore “La tempesta”, op. 31 n. 2 fu composta da Beethoven nel 1801 ed una delle composizioni tra le più apprezzate della sua vasta produzione. La denominazione “La tempesta” sembra derivare da quanto riportato dal suo devoto allievo, Anton Schindler, il quale, chiedendo a Beethoven come potesse interpretarsi questa Sonata pare abbia ricevuto la seguente risposta: “Leggete la Tempesta di Shakespeare”.

Composta in tonalità di re minore, cosa rara in Beethoven che poco utilizzò questa tonalità che ritroviamo ad esempio nella Nona Sinfonia, la Sonata è articolata in 3 tempi:

  1. Allegro vivace
  2. Adagio grazioso (do maggiore)
  3. Rondò. Allegretto

Tutta la Tempesta è un coacervo di sublimi contrasti che sarebbe riduttivo relegare a semplici suggestioni naturalistiche. La composizione di questa Sonata per pianoforte giunge in un periodo di grande fermento nella vita di Beethoven, che si accingeva a una svolta stilistica importante. Certamente i contemporanei di Beethoven che ascoltarono per la prima volta La tempesta ne dovettero rimanere inizialmente spiazzati.

Il primo tempo, con le poche battute del Largo iniziale a preludere il vivace e tumultuoso Allegro che ne segue e che va a declinare in un’indicazione di Adagio, dovettero portare a chiedersi dove fossero i temi principali di questo primo tempo. In realtà già nelle prime battute sono contenuti in nuce tutti gli elementi strutturali basilari di questa sonata per pianoforte. I contrasti sonori, dinamici, ritmici e melodici sono idee tematiche che riflettono quella dimensione antitetica dell’animo umano, perennemente diviso tra affanno e gioia, serenità e tristezza, sono patrimonio comune all’umanità queste “tempeste” emotive che Beethoven mette su carta da musica e che oggi possiamo ascoltare grazie a capacissimi interpreti. L’Adagio si fa latore di una chiara e luminosa serenità, mai completamente tersa, una sorta di monito a tenere sempre lo sguardo attento e non cedere alla lusinga di credere che la tempesta non tornerà. Ed è una corsa affannosa il tempo finale, dove si è persa la cupezza del primo movimento, ma non c’è sosta. Così va la vita: un perenne movimento, un’incessante alternanza tra bene e male, tra gioia e dolore. E questo Beethoven lo sapeva bene.

Per conoscere più di vicino la vita e le opere di Beethoven puoi guardare le 12 puntate della serie di video che abbiamo dedicato al compositore e che sono frutto della collaborazione con il Maestro Vincenzo Balzani e l’Associazione PianoFriends.

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