
BAILE GITANO
Volteggia
su quei piedi ,
tra le pieghe
odoranti
di terra, erba sulla tua
gonna. Gitana
dal grembo
rigonfio porta
il limone
acerbo nel tuo urlo
d’amore, violento
istinto
che lacerò le tue
sanguinanti
ferite. Orsù dunque,
impavida…
in groppa al tuo cavallo
attraversa
la meseta.
Agita il tuo capo di neri
capelli (e viola, more
del fossato) e
in un ballo
triste abbandona
le tue vergogne.
Moglie
non sei, Petenera di
montagne andaluse:
dunque scopri
i tuoi seni,
marrone macchiato
di lacrime di luna.
Abbandonati
come
due amanti nascosti,
passione consumata
e bruciata
nello sguardo perso
di un
vermiglio tango, nel
tramonto zafferano.
Labbra
socchiuse,
soffuse
dal tepore delle
lucenti acque
tra le dita dei tuoi
bianchi piedi; gitana
di violento
amore tra
le spine taglienti
d’una rosa e
il vorticare
d’una spada… volteggia
nella tua gonna,
nuovamente
sia brunacea
la tua pelle
arsa
di passione
cruenta.
Ah! Gitana
di montagne andaluse!
Mentre
il sangue balla
nelle vene
abbracci il ritmo
travolgente
d’un canto
dinanzi ad una
cascata: i raggi
della lucentezza
sprigionata
invadono te,
pellegrina
d’amore
per una triste
canzone
a specchio.
Se sorriderai
sarà solo
con le ali
dell’anima,
poiché t’innalzi
tra nuvole
d’etereo.
Ah! Gitana
di montagne andaluse!

La “Milonga dell’ angelo”: è questo ciò che vi propongo questa settimana. Un’incantevole alternativa al Tango, una canzone ballabile di ritmo più lento diffusasi nel Sudamerica, anche questa volta firmata Astor Piazzolla.
Impetuosa e altrettanto elegante, questa canzone si presta benissimo al suono di un pianoforte… senza dubbio un modo per riscaldare queste fredde giornate di novembre, immaginando magari di essere sulle sponde del Rio de la Plata, sentendo in lontananza le note di una travolgente Milonga!
Lo spartito è intitolato “Milonga del angel” e potete trovarlo qua.