
Baby stride piano è il titolo di uno degli ultimi brani che il libro “Primo Jazz” di Remo Vinciguerra ci ha regalato.
Basato sul ritmo dello shuffle, supera la concezione di uguaglianza e planarità degli accompagnamenti classici per avvicinarsi, anche con la mano sinistra, ad un ritmo altamente sincopato e coinvolgente. La peculiarietà dello shuffle è la maggior durata del primo bicordo rispetto al secondo, con un’accentuazione del tempo in levare.

Lo scopo di questo brano è proprio quello di avvicinare il pianista a questa struttura ritmica. Inoltre si esercita tecnicamente la sincronizzazione, non proprio semplice all’inizio, della mano sinistra con la mano destra.
L’esecuzione tecnica del brano presenta quindi le seguenti problematiche:
- sincronizzazione tra mano sinistra e mano destra
- lunghezza del pezzo
- diteggiatura in alcuni passaggi dei bicordi (termine prima pagina)
- velocità di esecuzione
Per risolvere tali problemi con naturalezza vi raccomando uno studio lento, battuta per battuta e a gruppi di 4. Una volta che non avrete problemi potrete passare al gruppo successivo. Non esagerate, avanzate lentamente e vedrete che risultati.
Buono studio
Tutti gli articoli della serie
- Primo Jazz di Remo Vinciguerra (breve introduzione al corso)
- Primo Jazz - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (2)
- Petit Blues - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (3)
- Il primo ragtime - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (4)
- Nostalgico Swing - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (5)
- Una melodia nascosta – Primo Jazz di Remo Vinciguerra (6)
- I passi felpati di quel gattone notturno - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (7)
- Un motivetto da jazz...are – Primo Jazz di Remo Vinciguerra (8)
- Alla Glenn - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (9)
- Baby stride piano - Primo Jazz di Remo Vinciguerra (10) (This post)
Interessante, mi piace.