
L’Arabesque n.1 in Mi maggiore è una composizione giovanile di Claude Debussy. Questo Andantino con moto precede un secondo Arabesque in sol maggiore (Allegretto scherzando).
Pur trattandosi ci composizioni giovanili questi Arabesque hanno già il sapore di quell’innovazione sonora di cui Debussy sarà fautore.
La tonalità di Mi maggiore presenta in chiave quattro alterazioni: Fa#-Do#-Sol#-Re#. La lettura della partitura non risulta tecnicamente complessa, piuttosto occorre prestare molta attenzione alle dinamiche, all’espressione, insomma a tutte quelle esigenze interpretative che incontriamo. La scrittura di Debussy anche sulla carta ci appare realmente come un arabesco, una lunga linea curva che si contraddistingue per la sua estrema delicatezza, per un lirismo raffinato e poetico.
Qui vi propongo la magnifica interpretazione di Aldo Ciccolini.
Voi come consigliate di studiarlo questo passaggio ostico di terzine a destra e quartine a sinistra? non so se va bene ma io per il momento sto facendo tutto forte e lento perchè se no davvero è complicato..__
Io uso una tecnica tutta mia che non so onestamente quanto sia valida 😀
Molto semplicemente innanzi tutto studio bene quelle parti a mani separate fino a riuscire a suonarle in maniera “automatica”. Poi inizio a unire le mani lentamente senza preoccuparmi troppo di rispettare il tempo, cioè cerco di rispettarlo ma non ci do’ troppa attenzione, a furia di suonarlo e risuonarlo in questo modo il passaggio mi viene sempre più naturale fino a riuscire a gestire le due mani separatamente anche se le suono contemporaneamente e mi rendo conto che via, via che provo il tempo lo rispetto sempre meglio.
@Francesco: Ci sono parti in cui è necessario uno studio lento e a mani separate. Vedi il tema, in cui la sinistra deve essere obbligatoriamente regolare, senza mai inciampare! Così come in tutte le altre in cui è la sinistra a "comandare" e dove è necessaria una perfetta sincronizzazione. Dopo questo passo sarà possibile eseguire tutti i rubato, rallentando ecc… Quindi ben venga uno studio rigoroso a mani separate.
Sto impazzendo anche io per questo brano, malgrado sia davvero presto per me affrontarlo, è più forte di me, DEVO provare a leggerlo (con fatica), perché mi assilla per la sua immane bellezza. Si può dire che se solo imparassi questo sarebbe per me abbastanza.
Temo appunto anche io l'incastro delle terzine della destra con le il ritmo binario della sinistra, finora l'ho incontrato solo in un passaggio di un preludio di Chopin, e lì riesce abbastanza bene, ma appunto è un passaggio unico. Venendo da studi di chitarra per me il lavoro delle due mani su ritmi diversi è abbastanza ostico, ma devo farcela 😉
Non riuscirò mai a suonare le terzine con la destra e le quartine con la sinistra,ma esiste un metodo per imparare?In fondo sono solo un dilettante che ama tantissimo il pianoforte.
sbatterci la testa!! non è una cosa facile
Lo devo suonare al saggio del conservatorio quest'anno! E' davvero favoloso, e la cosa davvero più difficile è proprio ottenere quel suono così dolce e delicato!
non l'ho mai studiato lo conosco come pezzo assieme al secondo arabesco ma mai studiato… ci farò un pensierino
Io invece l'Arabesque n.1 l'ho trovato squisito sin dal primo ascolto : mi ha rapito anima e mente.
Ho sempre pensato a Debussy come il precursore del Jazz : scale, arpeggi, passaggi armonici e tempi ben lontani dalle rigorose impostazioni classiche.
Praticamente è un po' il Jules Verne della musica (almeno secondo me).
Che dire, semplicemente fantastico.
A me piace di più l'esecuzione del pianista. Si nota che ha molta più esperienza.