
Antonio Sanchez, Three Times Three (2014 Cam Jazz)
Il recente “Three Times Three” di Antonio Sanchez è un’esplorazione attraverso le possibilità del trio. Un’esplorazione priva di esitazioni o temporeggiamenti, data l’esperienza pluriennale e internazionale dei suoi protagonisti, tutti esponenti del migliore jazz in circolazione. Un doppio cd in cui Sanchez crea tre differenti trii. Il primo gode della presenza del pianista Brad Mehldau e del contrabbassista Matt Brewer, il secondo vede in veste di solista il chitarrista John Scofield e una sezione ritmica arricchita dalla presenza di Christian McBride, il terzo trio include il sax di Joe Lovano e il contrabbasso di John Patitucci.
Un concept album per il quale sarebbe superfluo ribadire le indubbie qualità artistiche degli artisti coinvolti che tutti conosciamo benissimo, per il quale invece forse è bene evidenziare la duttile creatività di Antonio Sanchez. I brani che ascoltiamo un “Three Times Three” sono a firma del batterista messicano, fatta eccezione per Nardis (qui “Nar-this”) di Miles Davis, per il trio con Mehldau, per “Fall” di Wayne Shorter affidata al trio con Scofield e per il finale con la bellissima “I Mean You” di Thelonius Monk per il trio con Lovano.
La capacità di scrittura di Sanchez dà vita a pezzi dalla sonorità moderna. Sono banditi i cliché. L’intuito artistico di questo musicista riesce a muoversi nella direzione di una totale empatia con quello che è il suono e lo stile di ognuno degli artisti che ha scelto per questo lavoro in studio. Quindi tre trii, tre differenti universi sonori, tre atmosfere che spaziano dall’elaborato pianismo di Mehldau al groove più aggressivo di Scofield fino alle imprevedibili invenzioni di Lovano. L’improvvisazione che nasce dalla traccia di Sanchez è sempre condotta con slancio originale, mai di maniera, piuttosto all’insegna dell’invenzione estemporanea più autentica, quella che si sostanzia non solo dell’idea di partenza del band leader, ma che acquisisce vigore ed energia dai singoli spunti e dall’intensa relazione che il trio stabilisce nel qui e ora.
Un ascolto in anteprima di “Three Times Three” sul sito della Cam Jazz.